Antonio Conte visto dal punto di vista comunicativo: ecco le cinque frasi che hanno lasciato il segno a Napoli
Il percorso di Antonio Conte verso la vittoria dello Scudetto è stato un crescendo di emozioni. È stato accolto con immenso entusiasmo dalla piazza e con i mesi trascorsi in città ha sentito sempre di più la pressione sulle sue spalle, conscio di aver costruito qualcosa forse di irripetibile.

Con le persone giuste, con la metodologia di lavoro adeguata, con la scelta delle parole esatte, il mister è riuscito a creare una sorta di bolla attorno all’ambiente azzurro. Solido e cinico, il Napoli ha sfruttato i suoi pregi e gli errori degli avversari. L’Inter ha avuto la chance per il controsorpasso in classifica nel match contro la Lazio. Ma una volta sciupata, la squadra azzurra ha chiuso la pratica davanti ai propri tifosi. Nel proprio fortino.
In attesa di scoprire il futuro di Conte, tentato dalla Juventus, andiamo a rivedere i cinque momenti iconici della sua avventura al Napoli.
1. Conte e il suo slogan
“Ai tifosi, ma non solo a loro, a tutto l’ambiente napoletano, c’è solo da dire una cosa: amma faticà“. Antonio Conte si presenta così al Napoli, nel primo video di presentazione ufficiale del club. Dobbiamo lavorare.

Si è rimboccato subito le mani. Ha lavorato sodo in ritiro, poi ha provato a creare un gruppo compatto. Un gruppo che arrivava da una stagione nefasta. Amma faticà è diventata una frase che ha accompagnato il Napoli e i suoi tifosi per tutto l’anno. Sfruttata anche per il merchandising di inizio stagione.
2. Antonio subito idolo di Napoli
Alla sua prima apparizione in pubblico da allenatore del Napoli, viene presentato all’interno del Palazzo Reale. Al seguito ci sono centinaia e centinaia di tifosi azzurri che lo attendono con cartelloni, cori personali ed un entusiasmo senza pari.

Antonio Conte si accorge subito di aver trovato una piazza caldissima, disposta a seguirlo ovunque. È la prima volta che riceve un’accoglienza così calorosa e lo ammette al TG1: “È una delle prime volte che ricevo tanto prima di dare”.
L’ha ripetuto nel corso della stagione più volte, fino a quando ha cambiato versione nel finale una volta raggiunto l’obiettivo Champions. A quel punto, si diceva soddisfatto e finalmente aveva pareggiato i suoi “debiti” con i tifosi. Bisognava solo concludere insieme il capolavoro. La ciliegina sulla torta è arrivata all’ultima giornata, come nel migliore dei finali auspicabili per un appassionato di calcio.
3. Il coro contro la Juventus a Dimaro, ma Conte non salta
Appena sbarcato in città, i napoletani hanno accolto con grande entusiasmo Antonio Conte, pur sottolineando il suo passato alla Juventus, acerrima nemica sportiva. Questo non era un problema e non lo è mai stato. Ma è stato bravissimo il mister a mettere subito le cose in chiaro.

Alla presentazione dello staff, Calciomercato.it era presente a Dimaro e sotto una serata di pioggia, i tifosi azzurri hanno riempito la piazza, provando a far sciogliere un Antonio Conte ancora timido. Partì immediatamente il coro “chi non salta è juventino“, chiedendo di fatto al mister di saltare. Conte però non reagisce come avrebbero sperato i tifosi, fa qualcosa di meglio: “Fatemi chiarire una volta per tutte – disse con il sorriso tra le labbra – Nel calcio come nella vita ci vuole sempre rispetto. Giusto che supportiate la vostra squadra, io sarò sempre educato e rispettosa. Non mi chiedete cose che non farò per una singola squadra, ma per tutte le squadre perché noi allenatori dobbiamo dare l’esempio positivo. Poi quello che vi posso dire è che oggi avete il primo tifoso del Napoli sul palco”.
Antonio #Conte non salta con i tifosi al coro contro la #Juventus. Ma raccomanda ai presenti a Dimaro: “Sarò il primo tifoso del #Napoli“
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— Zullotwit (@zullotwit) July 19, 2024
Queste ultime parole scaldarono il cuore dei supporter azzurri. Un discorso maturo, di una persona che non accetta compromessi. Non lo fa con nessuno, a partire dal presidente fino ai suoi stessi fan.
4. La schiettezza in conferenza: quando Conte ha lanciato un primo segnale
Ogni singola parola emessa da Antonio Conte ha avuto un effetto ben preciso. Lo stesso allenatore è consapevole del suo eco mediatico e prova a sfruttarlo e gestirlo a seconda dei tempi.

Ma c’è un momento nel quale ha evidenziato alcuni problemi che hanno fatto scattare l’allarme. Alla vigilia di Napoli-Udinese, l’otto febbraio, Antonio Conte si innervosisce in conferenza stampa. Prima un ritorno sulla battuta del ristorante da 100 euro, poi quella gaffe “io sono bianco o nero…anzi facciamo rosso o blu”. E poi due importanti moniti al club: “Il Napoli deve crescere per diventare competitivo. Servono infrastrutture, serve una casa Napoli, un nuovo centro sportivo, non serve un giocatore in più o in meno. Serve creare appartenenza, un settore giovanile che oggi non c’è”.
Era appena terminato un mercato invernale che aveva indebolito la rosa azzurra. Il resto della storia è noto. Ma Conte ha dovuto stravolgere i piani senza Kvaratskhelia e con David Neres a mezzo servizio causa infortunio.
5. Dopo il pareggio a Parma, Conte suona la carica
Nel momento più delicato della stagione, Antonio Conte si fa espellere a Parma dopo un diverbio con qualche uomo di Chivu della panchina del Parma. Sono attimi concitati, dall’altra parte l’Inter a San Siro subisce il gol del 2-2 definitivo da parte di Pedro, mentre al Napoli revocano un rigore per un fallo di Simeone che lascia tante perplessità.

Conte esulta a fine partita perché la classifica con l’Inter è rimasta invariata e il destino è ancora nelle proprie mani. Nella conferenza post-partita lancia un messaggio alla squadra: “Cosa dirò ai ragazzi? Andiamoci a prendere questo Scudetto“. Era sicuro di sé. Sapeva che avrebbe potuto contare sulla spinta di 50 mila persone al Maradona e altre centinaia di migliaia fuori lo stadio. Era già tutto previsto.




















