Psg, Kean mai così decisivo: messaggio a Mancini per gli Europei

Moise Kean, attaccante del Paris Saint-Germain, ha già segnato 6 gol in Ligue 1 e 2 gol in Champions. Il suo obiettivo è convincere Mancini per gli Europei

L’ombra deve fargli bene prima di riprendersi la luce. Accanto a Neymar e Mbappé, due stelle che brillano su tutte, il giovane Moise Kean, anni 20, sta imparando a essere decisivo, segna con continuità, ha saputo farsi trovare pronto dopo l’infortunio di Icardi. 10 gol nelle prime 18 partite stagionali, l’ultimo nel 2-0 contro il Lorient, un bel destro in area su filtrante di Rafinha. Perfetti movimenti ed esecuzione. Un altro sigillo per evadere dall’equivoco del talento incompreso e inviare un sms a Mancini in vista degli Europei. Quel posto di prima punta, che si contendono Immobile e Belotti, è davvero off-limits? Kean spera possa esserci ancora tempo e spazio per far cambiare idea al ct della Nazionale Italiana.

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Kean, il segreto della sua continuità

Lo ha spiegato lui, Kean, perché il suo rendimento sia finalmente così alto e costante: “Sto crescendo tanto accanto a Mbappé e Neymar”. La presenza di due campioni simili, oltre ad alleggerirlo in pressione e aspettative, lo proietta in una dimensione elevata, lo convince a rubare segreti e trucchetti per essere sempre al top, allenando anche il talento che va pur sempre a benzina, imparando dai migliori come diventare il migliore. La sua vera ambizione.

Calciomercato Psg Kean
Moise Kean (Getty Images)

Le statistiche gli sorridono: Kean ha segnato 6 gol in campionato, 2 in Champions, 2 in ELF Cup (con l’Everton), 10 reti complessive. Mai prima di quest’anno aveva raggiunto la doppia cifra, nel 2019 si fermò a 7 con la Juve. Fu in quella stagione che Kean s’impose promettendo di diventare uno dei più bravi, sognando (ma convinto) di poter vincere il Pallone d’Oro. Un atto di umana e ingenua presunzione che lo tradì.

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Il Psg come trampolino per la Nazionale

C’è stato un momento in cui Kean ha rischiato di diventare altro. Di lui non parlava solo il campo. Lo hanno paragonato a Balotelli per l’esuberanza unita alla bravura, hanno temuto potesse perdersi sprecando l’enorme potenziale. Ora, forse, si stanno ricredendo. Non è il numero di gol a far rumore – la Ligue 1 è un campionato alleato degli attaccanti – ma la sua totale applicazione dopo le difficoltà all’Everton, la voglia espressa in reti di riscattare gli ultimi mesi sognando, perché no, anche un ruolo da protagonista ai prossimi Europei.

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Kean, 2 gol in 8 gare con l’Italia, entrambe realizzate a marzo del 2019, vuole convincere Mancini, che di lui si fidava e che l’ha punito, più un anno fa, per un ritardo all’allenamento, una cattiva abitudine che Kean non aveva perso neppure a Liverpool, esperienza tutt’altro che indimenticabile. Ma si cresce anche così, a vent’anni, tra vizi e virtù.

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