Coronavirus, fondazione Gimbe: misure deboli, rischio nuovo lockdown

La fondazione Gimbe in un comunicato evidenzia come la rapida impennata della curva epidemica e le misure poco drastiche denotano una ‘non strategia’ 

Continuano a salire costantemente i dati relativi all’emergenza Coronavirus in Italia. Una situazione complicata che secondo quanto sottolineato dalla Fondazione Gimbe di Bologna mette in luce la “non strategia” di pianificare le restrizioni sui numeri del giorno reiterando misure troppo deboli rispetto all’avanzata del virus. L’obiettivo di rallentare la curva appare dunque illusorio perchè gli eventuali effetti delle misure saranno neutralizzati dalla vertiginosa crescita dei casi.

Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE afferma: “La necessità di emanare due DPCM in una settimana conferma che il contenimento della seconda ondata viene affidato alla valutazione dei numeri del giorno con la progressiva introduzione di misure troppo deboli per piegare una curva dei contagi in vertiginosa ascesa. Non essere riusciti a prevenire la risalita della curva epidemica quando avevamo un grande vantaggio sul virus – conclude Cartabellotta – oggi impone la necessità di misure di contenimento in grado di anticipare il virus. Tali misure devono essere pianificate su modelli predittivi ad almeno 2-3 settimane, perché la “non strategia” di inseguire i numeri del giorno con uno stillicidio di DPCM che, settimana dopo settimana, impongono la continua necessità di riorganizzarsi su vari fronti, spingerà inevitabilmente il Paese proprio verso quel nuovo lockdown che nessuno vuole e che non possiamo permetterci”.

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