EMERGENZA CORONAVIRUS SERIE A CONTRATTI UEFA CALCIOMERCATO / Calciomercato.it ha intervistato in esclusiva l'avvocato Salvatore Civale, uno dei massimi esperti di diritto sportivo, su diversi temi legati indissolubilmente all'emergenza coronavirus: da ciò che potrebbe accadere con i prestiti e i giocatori in scandenza qualora la stagione andasse oltre giugno, alla possibile riduzione degli stipendi dei calciatori (argomento che sta facendo molto discutere) fino alle possibili nuove mosse della UEFA.
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– Se la stagione calcistica italiana andasse oltre il mese di giugno, che soluzione potrebbe essere presa per i giocatori in prestito o in scadenza contrattuale al 30 giugno? E' possibile il rinnovo dei prestiti e dei contratti per un ulteriore breve lasso di tempo?
“Previo accordo di tutte le parti (Leghe, FIGC, AIC) può adottarsi un provvedimento che modifica la scadenza naturale della stagione sportiva, estendendola dal 30 giugno al 15 o 30 Luglio. In tal caso, prevedere una proroga dei contratti in scadenza oppure dei prestiti su base nazionale non credo sia un problema. Qualche difficoltà maggiore potrebbe ravvisarsi nei casi di prestito ove sono coinvolti clubs di altri paesi, dove magari verranno presi provvedimenti diversi dalle federazioni e leghe locali. Va detto che nella contrattualistica internazionale è una common practice prevedere all’intero dei contratti di lavoro e dei transfer on loan agreements delle clausole che prevedano un’estensione automatica della durata del prestito, e quindi del rapporto di lavoro con il calciatore, nelle ipotesi in cui la stagione sportiva non si concluda entro la data preventivata. Tali clausole non prevedono ulteriori esborsi per le società, non mutando, in tal caso, il salario totale del calciatore oppure l’eventuale fees pagata per il prestito”.
– Figure anche importanti del calcio chiedono ai giocatori di accettare una significativa riduzione dei loro stipendi per aiutare i rispettivi club in un momento a dir poco complicato anche sul piano economico. E' possibile in corso d'opera e per un caso eccezionale come questo che stiamo vivendo la rivisitazione al ribasso dei contratti in essere? Se sì, quali sarebbero gli ostacoli oltre naturalmente alla volontà di ogni singolo calciatore?
“Al momento la situazione è ancora molto confusa e ritengo che tutti debbano agire secondo buon senso. Comprendo perfettamente le ragioni dei clubs ed il fisiologico calo delle loro entrate ma è prematuro, in questa fase lo ripeto, ridiscutere il valore dei contratti in essere. Al momento le istituzioni sportive sono intervenute pubblicamente tutte nella stessa direzione, ovvero quella di cercare di concludere regolarmente il campionato entro la prossima estate. Se tale obiettivo verrà raggiunto, non credo vi saranno le basi per imporre ai calciatori una riduzione dei loro stipendi. Di certo, se la situazione dovesse peggiorare al punto da condurre alla cancellazione del campionato e interruzione di tutte le competizioni in corso (coppe nazionali e internazionali), be' si potrebbe valutare la risoluzione anticipata dei contratti. Lo ripeto, la valutazione va fatta campionato per campionato, verificando l’evoluzione dell’epidemia. Prendiamo, ad esempio, il campionato Cinese a breve ripartirà, le squadre si sono sempre allenate (all’estero, in Europa e nei paese del golfo arabo) durante la fase acuta del contagio, ora sono rientrate in Cina, e addirittura seppure siano state concluse diverse operazioni di mercato, è prevista adesso una riapertura della finestra di mercato per due settimane circa, al fine di consentire a tutte le compagini di completare le rose, dopo la natural incertezza dei mesi di gennaio e febbraio. Curo gli interessi di diversi allenatori e calciatori sotto contratto in Cina, a nessuno di loro è stata proposta una riduzione salariale. L’unica imposizione, a mio avviso giusta, è stata di far rispettare a tutti i tesserati un protocollo sanitario ferreo che evitasse il loro contagio all’estero e la loro tutela in Cina, attraverso un periodo adeguato di quarantena, organizzato dai Clubs con 3 controlli quotidiani delle condizioni fisiche del lavoratore.
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E' vero che la UEFA ha chiesto a tutte le Federazioni o comunque vuole che venga data priorità assoluta a Champions ed Europa League? Entrambe, stando a indiscrezioni, dovranno essere completate anche a discapito dei campionati. In pratica se le squadre italiane impegnate in Europa (Juventus, Atalanta, Napoli, Roma, Inter) dovessero andare avanti nei turni di coppa, per il campionato italiano non ci sarebbero slot sufficienti per termine i gironi entro la deadline del 30 giugno…
“Faccio parte dell’UEFA Legal Aid project, che non si occupa dell’organizzazione delle competizioni, tuttavia c’è un dato di fatto: da sempre le leghe nazionali hanno dato priorità alle competizioni internazionali, anche perché incastrare nel breve periodo impegni internazionali, preservando il diritto di tutte le leghe coinvolte di decidere discrezionalmente quando giocare, è praticamente impossibile. Spetta quindi all’UEFA stabilire le date di svolgimento delle fasi finali delle competizioni UEFA e poi alle leghe nazionali prevedere le giornate di campionato e coppe nazionali per concludere i tornei. Potrebbe anche verificarsi che nelle stesse giornate tradizionalmente destinate alle gare internazionali si disputino anche recuperi di partite nazionali, ovviamente con altre compagini”.
E' possibile che le gare europee vengano fatte disputare nel weekend e quelle di campionato a metà settimana?
“Non credo sinceramente, ma siamo in emergenza e tutto può accadere. Potrebbe anche ridursi il numero di partite, evitando i turni andata e ritorno. Ci sono sicuramente diverse ipotesi sul tavolo”.
Tra Voi addetti ai lavori sono già cominciate a circolare delle ipotesi in merito alle possibili date del prossimo mercato nel caso l'emergenza coronavirus costringerebbe a terminare l'annata in estate inoltrata?
“Va precisato che la Uefa non ha competenza a stabilire le date di inizio e conclusione delle finestre di mercato. Le federazioni nazionali propongono i periodi di mercato preventivamente che vengono poi approvati dalla FIFA, ed in particolare dal dipartimento TMS. Come l’esempio Cinese a cui ho fatto riferimento sopra, potrebbe slittare l’inizio del prossimo mercato estivo, anzi sicuramente slitterà nel caso in cui la stagione non termini il 30 giugno. Bisogna attendere gli sviluppi”.
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In Svizzera, il Sion ha licenziato ben nove giocatori dopo che gli stessi si erano rifiutati di accettare un contratto di breve durata con stipendio massimo di circa 11mila euro fornito dall'assicurazione contro la disoccupazione. Questa strada potrebbe essere intentata (il Catania, per esempio, ha già annunciato il non pagamento del quarto bimestre) anche da qualche club professionistico italiano? Non ci sarebbe un rischio penalità in classifica?
“Buon senso. Leggendo diverse dichiarazioni alla stampa, pare ve ne sia poco in giro. Al momento, lo ripeto, non ritengo ci siano condizioni per andare ad incidere su contratti stipulati in passato. E’ ovvio che le parti possono liberamente trovare un accordo e chiudere anzitempo un contratto di lavoro, ma non credo ci siano ancora le condizioni per un abuso delle società nei confronti dei lavoratori. Per completezza va anche detto che le associazioni rappresentative di allenatori e calciatori potrebbero anche concordare, con il benestare dei loro assistiti, un “gesto simbolico” a favore delle società. Al momento però non ritengo ci sia nessun obbligo per i lavoratori e conseguente diritto per le società di ottenere una riduzione. Questa valutazione è allo stato attuale e può mutare con l’evoluzione dell’epidemia molto rapidamente. D’altro canto però, e su questo punto dovrebbero intervenire le istituzioni sportive, vanno allentati i controlli COVISOC sulle società italiane, considerata la straordinarietà della situazione che stiamo vivendo. L’obiettivo finale, se la situazione non dovesse mutare troppo in modo da consentire la conclusione dei tornei, dovrebbe essere quello di non sanzionare le società sportive per eventuali ritardi nel pagamento degli stipendi e degli emolumenti ai tesserati. Se ci si riflette, anche il Governo ha adottato dei provvedimenti che dispongono la sospensione (ma non la cancellazione) degli adempimenti fiscali”.
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