Il portoghese continua a non convincere per l’atteggiamento con cui entra in campo, anche contro il Napoli
Il Milan passa anche contro il Napoli e centra la quarta vittoria consecutiva, dopo l’esordio contro la Cremonese e la sconfitta a sorpresa a San Siro. I rossoneri stanno ingranando, sono a quota 12 avendo agganciato proprio Conte oltre alla Roma di Gasperini. Nonostante l’inferiorità numerica per oltre 35 minuti, gli uomini di Allegri hanno tenuto e capitalizzato al meglio il grande primo tempo.

Saelemaekers e Pulisic le due firme sul big match, con un risultato che ha resistito al rosso a Estupinan e il rigore trasformato da De Bruyne. Non solo, perché Allegri ha di che sorridere anche per le prospettive che dà questo Milan. Considerando anche i calciatori ancora out (Jashari), quelli che devono ancora arrivare a regime (Nkunku) e quelli che sono appena rientrati, come Rafael Leao. Il portoghese ieri è tornato in campo nella parte finale di gara dopo l’infortunio occorso nel primo match stagionale col Bari in Coppa Italia. Anche se il suo ingresso non è che abbia convinto più di tanto.
PIù che altro per l’atteggiamento, ormai diventato per lui una consuetudine. A sottolinearlo è stato Adriano Panatta, che a ‘La Domenica Sportiva’ lo ha commentato così: “Leao mi fa venire in mente il grande Proietti. L’allenatore lo chiama e gli dice di entrare in campo. E lui: ‘Se me va e per piacere’. Sembra che ti faccia un favore, ha questo atteggiamento, indolente, si muove così… Poi ha degli sprazzi pazzeschi. Forse è ancora giovane”.
Leao, non solo da Panatta le critiche per il suo atteggiamento: con Allegri per l’ultimo step
Leao è un classe ’99, come gli fa notare Ciccio Graziani ha 26 anni e una carriera già comunque importante alle spalle. Ci si attende che dal numero 10 del Milan arrivi sempre la cosa giusta, col pallone ma anche senza. Con Allegri deve essere il suo anno, anche se sembra non chiarissima la sua posizione e il ruolo in campo. L’ex Sporting dovrà inserirsi in un contesto che stava decollando senza di lui, riuscire ad aggiungere e non penalizzare con il suo calcio.

Le qualità tecniche non si discutono, tra gol e assist partecipa di media a un gol ogni due partite da quando veste il rossonero. Il suo tallone d’Achille sono appunto le pause a livello di concentrazione durante una stagione o anche nel bel mezzo della partita. Serve un ulteriore salto di qualità per convincere definitivamente anche qualche scettico come Adriano Panatta e i tanti che comunque ieri anche sui social hanno notato il solito atteggiamento.




















