In attesa di scendere nuovamente in campo per affrontare il prossimo turno di campionato, ci si interroga sul tecnico romeno
Sono passati, ormai, alcuni mesi da quando Cristian Chivu è stato annunciato come nuovo allenatore dell’Inter, in sostituzione di Simone Inzaghi passato all’Al-Hilal, in Arabia Saudita.

L’avvento dell’ex Parma, in verità non primissima scelta del presidente Beppe Marotta, doveva portare una ventata di aria nuova in una squadra un po’ in difficoltà dal punto di vista psicologico dopo il tragico, sportivamente parlando, finale della stagione scorsa.
Mondiale per Club a parte, i nerazzurri in questo avvio di stagione hanno collezionato due vittorie e due sconfitta, cocente quella subita contro la Juventus in pieno recupero, in Serie A e una vittoria all’esordio in questa edizione della Champions League sul campo dell’Ajax.
Soprattutto in campionato, ci si aspettava di più e lo svantaggio di sei punti dal Napoli capolista è già importante. Ma quello che non è assolutamente cambiato è lo schema tattico, che ricalca in tutto e per tutto quello del precedente allenatore. Decisione conservativa da parte di Chivu che, però, potrebbe osare e provare qualcosa di diverso, in particolare in determinate partite o nei momenti di difficoltà.
Chivu non cambia l’Inter di Simone Inzaghi, dipende tutto dai risultati
Scelta gattopardesca, per così dire, ricalcando la famosa frase di Tancredi Falconeri nel romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Cambiare in apparenza, per rimodellarsi e rimanere sulle posizioni precedenti.
Bene, benissimo anzi, l’inserimento di Francesco Pio Esposito, manca vitalità a centrocampo e quella può essere fornita da un Sucic a tempo pieno. Bloccato sul 3-5-2, le aspettative sul possibile passaggio al 3-4-2-1 o 3-4-1-2 si sono infrante subito e Chivu ha deciso di rimanere ancorato alle vecchie abitudini.
Forse l’esempio di Thiago Motta alla Juventus, che ha cercato di ribaltare tutto e il suo contrario, lo hanno fatto desistere, ma dall’ex Roma e Ajax ci si aspetta più coraggio nelle scelte, anche a discapito di qualche senatore che tira la carretta da anni e adesso ha un po’ il fiato corto.




















