Il presidente della Figc, insieme all’assessore allo Sport Alessandro Onorato presenti all’incontro organizzato all’Olimpico
È iniziato questa mattina l’incontro allo Stadio Olimpico organizzato da SFS in partnership con Sports Doctors Network, rete internazionale di eccellenza nel settore. L’International Summit on Sports and Medicine è il primo evento in Italia che riunisce i medici sportivi della Champions League per condividere strategie, conoscenze e segreti della longevità atletica ai massimi livelli, provenienti da Real Madrid, Bayern Monaco, Chelsea, Atletico Madrid, Juventus, AS Roma, Lazio e altri grandi club europei. Tra i relatori principali della giornata il presidente della Figc Gabriele Gravina e l’assessore Sport e Grandi Eventi di Roma Alessandro Onorato.

“Lo sport è scuola di vita capace di unire generazioni. Per sostenere i valori che incarna è fondamentale prendersi cura di chi lo pratica, e questo deve avvenire a tutti i livelli, dai professionisti agli amatori. L’Olimpico è simbolo di storia sportiva, di emozioni condivise. Si gettano le basi per rafforzare rete di competenza e innovazione, diffondendo una consapevolezza. Un qualcosa in cui ci rispecchiamo come Club Italia, soprattutto perché abbiamo creato aree altamente specialistiche nella nostra federazione, un’area medico-scientifica per valorizzare la figura dell’atleta a 360 gradi. Sono certo che da questo summit nasceranno proposte concrete per ispirare il futuro del calcio e della società civile”, le parole di Gravina.
Onorato: “La pratica sportiva in Italia costa troppo. I social stanno creando depressione”
Microfono poi all’assessore Onorato: “La consapevolezza che chi fa sport vive meglio e più a lungo è patrimonio dell’umanità. Questo spinge le nuove generazioni a fare sport, non per forza per scoprire talenti ma abituare i giovani all’impegno, la formazione, la crescita fisica, la socialità. Questa generazione ha il rischio nell’utilizzo dei social network da parte dei bambini, un tema che quando verrà affrontato sarà sempre troppo tardi e che sta causando depressione e asocialità. La mia generazione è cresciuta ancora col gioco, sullo stare insieme”.

“In Cina, India, America, non giocano più sotto casa. Si deve favorire una diffusione capillare delle strutture e della pratica sportiva. Un utilizzo smodato di questo strumento, e parlo della fascia di bambini di 6-7 anni, è uno dei motivi della perdita della pratica sportiva. E perdere questo vuol dire perdere l’abitudine alla pratica sportiva. Abbiamo utilizzato l’onda del PNRR per rivoluzionare l’impiantistica sportiva a Roma, se girate potete vedere la nascita di diversi palazzetti. Il principale motivo per cui non si fa sport in Italia è il costo della pratica sportiva e su questo bisogna fare riflessione”.




















