Le parole del tecnico granata e del difensore di origine spagnola con una dedica davvero speciale
Il Torino sbanca l’Olimpico grazie a un gol di Simeone e a una partita perfetta soprattutto in difesa, ma sapendo anche gestire benissimo il pallone in transizione. Una prestazione solida impreziosita dalla gemma dell’argentino che fanno rialzare i granata dopo un inizio un po’ stentato tra Inter e Fiorentina.

Baroni si conferma quindi bestia nera di Gasperini con quattro vittorie, due pareggi e una sola sconfitta negli ultimi sette incroci su quattro panchine diverse. L’ex tecnico della Lazio ha preso la parola in conferenza stampa:
Come aveva preparato la partita? Gasperini lo mette spesso in difficoltà. “Gasperini è un allenatore che stimo e apprezzo, ha fatto delle cose incredibili, è un riferimento per noi. Ha sempre fatto il record dei gol, giocando a calcio. Siamo stati bravi a vincere la partita. In settimana pensavo che potessero giocare con i due trequartisti, che si abbassano molto a prendere palla e ho pensato di togliere un centrocampista e mettere un difensore in più, gestendo anche meglio l’ampiezza. Con la Fiorentina erano venuti fuori 3-4-1-2 e abbiamo tenuto bene il campo. Abbiamo tenuto bene la gara, facendo molto bene. Magari l’ultima parte di partita c’era caldo e ci siamo abbassati ma non dobbiamo farlo”.
Su Simeone. “L’ho sempre apprezzato molto, nel progetto iniziale c’era un esterno ma quando il presidente mi ha proposto la possibilità ho detto di prenderlo subito. Spero di riavere tutti gli attaccanti al top, a partire da Zapata che gli manca ancora qualcosina. Con loro tre che stanno bene possiamo avere più soluzioni”.
Differenza impressionante rispetto a Inter-Torino, avete lavorato molto sull’attenzione. “Intanto mi sono incazzato come una bestia, non possiamo andare a San Siro e fare una partita pulita facendo due falli nel primo tempo e sei nel secondo contro i 20 dell’Inter. Poi 4 gol ce li siamo fatti da soli. Da lì siamo ripartiti. Dobbiamo aggredire nella metà campo avversaria. Io non sono un cercatore di alibi, ma abbiamo 25 allenamenti. Un giornalista mi ha detto che sono al 100esimo giorno, mase uno conta i giorni da quando mi ha chiamato il Torino… A volte dobbiamo pensare che il percorso non è solo premendo un bottone. Ci sono giocatori che lo scorso anno non hanno giocato per niente. Il lavoro c’è ma non mi spaventa. Non chiedo tempo perché non ne abbiamo”.
La vittoria all’Olimpico quanto le mancava? “Non mi piace parlare del passato, per me è stata un’annata entusiasmante ma ho solo il Torino nella testa che da tanto non vinceva fuori casa, contro una grande squadra che è prima da 8 mesi. In uno stadio importante con un entusiasmo importante. Io avevo chiesto una prestazione di spessore, mentale prima di tutto”.
Il tuo portiere con i rilanci è il primo attaccante. “Noi lo abbiamo scelto, è uno che difende l’area, mi piace il suo atteggiamento propositivo. Loro ci portano pressione, vengono uomo su uomo e abbiamo cercato di allungarli un po’”.
Sul derby di domenica. “È una provocazione. Ma noi abbiamo l’Atalanta, quindi penserò principalmente alla mia”.
Quanto è stato importante Asllani? “Ho già avuto calciatori così, che venivano considerati come giocatori senza passo ma lui ce l’ha. Siamo andati a uomo, siamo andati sui riferimenti, sono sicuro che abbiamo preso un grande giocatore. Poi lui ha voluto Torino e questo mi ha sorpreso, perché aveva anche altre soluzioni. Invece ha scelto di venire al Torino, il percorso più difficile. E ha una voglia di crescere importante”.
Improvvisamente siete usciti in una forma meravigliosa: ora dobbiamo immaginarci un Torino a tre? “Non lo escludo. Nel pregara la mia testa era lì dentro, qualcuno ha parlato di partita scialba con la Fiorentina ma secondo me è stata una partita viva. C’è stato un cambio di mentalità. Mi è piaciuto come abbiamo interpretato la partita. Oggi era una partita in cui lavorare col 4-3-3 ti porta in difficoltà e ho preferito nella gestione dell’ampiezza che la Roma creava con i due quinti mettere un difensore in più. Ma è una soluzione che possiamo ritrovare in corso di gara”.
Vittoria che vale più per la classifica o per la mentalità? “Una vittoria così fuori casa è fondamentale con la Roma, aiutano sempre. Quando sei un percorso di costruzione con una squadra rinnovata ti dà convinzione, poi giochi come ti alleni. Quando arrivano all’allenamento con la gioia di lavorare questo ti permette di riportare tutto sul campo”.
Roma-Torino, Saul Coco: “Dedico la vittoria a un mio compagno che ha superato il cancro”
Quando è maturato il cambio di modulo con la difesa a tre? “Penso che già l’anno scorso lo abbiamo utilizzato, non è nuovo. Ma non è stato solo questo, con la Fiorentina abbiamo giocato a quattro facendo un’ottima partita. Una questione più di cattivera, la voglia di riprendersi dopo la dura sconfitta con l’Inter”.
Con la Fiorentina avete posto la prima pietra, oggi un grande secondo passo: su cosa state maturando? “Siamo una squadra nuova, con tante cose su cui lavorare. Il mister ha un impianto di gioco diverso, è una strada che si può percorrere e più passerà il tempo più lo faremo nostro”.
Sono vittorie che aiutano a fare un salto di qualità. “Dobbiamo migliorare su fase di possesso e gestione della palla, neanche con la Fiorentina abbiamo avuto troppo la palla. Negli ultimi minuti eravamo un po’ stanchi, abbiamo indietreggiato e dobbiamo migliorare questo aspetto”.
Vi ha aiutato trovare solo Dybala centravanti? “Abbiamo lavorato per tutte le opzioni, loro hanno tantissimi grandi giocatori. Si è visto sul campo che hanno giocato così, poi hanno cambiato ma noi abbiamo saputo leggere le varie situazioni”.
Dopo una vittoria così hai una dedica particolare? “Sì, anche se non ha molto senso rispetto alla partita. Questa settimana, ho ricevuto una bellissima notizia, il mio ex compagno di squadra Kirian Rodriguez ha superato un tipo di cancro e questa è la vittoria e la gioia più grande. Sono felicissimo per lui e non vedo l’ora di rivederlo in campo. Gli mando un fortissimo abbraccio”.




















