Il terzino viola decisivo nel gol del 2-0 di Beltran, poi non ha esitazioni e fa una lunga corsa verso la panchina
Primo tempo shock per la Lazio che nello scontro diretto con la Fiorentina è incredibilmente sotto di due gol per le reti di Adli e Beltran. Un raddoppio importantissimo che può dare una botta psicologica pesantissima da incassare per i biancocelesti. Anche perché arriva in un periodo complicatissimo per la squadra di Palladino che non vince in campionato addirittura da quasi due mesi, l’1-0 al Cagliari. Poi zero vittorie in tutte le competizioni.

Risultati che hanno rimesso in discussione anche la posizione di Raffaele Palladino, con una situazione all’interno dello spogliatoio che per qualcuno era piuttosto tesa. Poi le parole di Pradé dopo il brutto ko di Monza che hanno lanciato un messaggio piuttosto forte, a tutto l’ambiente squadra compresa. Per questo il gol di Beltran è stata una sorta di liberazione per l’argentino che non è molto abituato a segnare e che è stata una precisa scelta di Palladino, così come la maglia a Gudmundsson e Folorunsho con Colpani in panchina. E allora acquista un significato ancora maggiore il gesto di Dodò, autore dell’assist per la rete di Beltran: una lunghissima corsa per attraversare tutto il campo e andare dritto dal suo allenatore per un lungo e caloroso abbraccio. Poi il brasiliano ha ripreso il suo posto mentre anche il resto della panchina esultava. Così come Edoardo Bove, ormai un collaboratore tecnico aggiunto. Un segnale forte da parte di uno dei veterani e dei giocatori principali di questa Fiorentina: la squadra è con Palladino.