Vidal, ultimatum da Conte: una frase dice tutto

Non è positivo il primo bilancio interista di Arturo Vidal: nessun gol, troppi errori e la fiducia di Conte non è più così solida

C’è da credergli se dice che ne basterà uno per segnarne altri dieci. Arturo Vidal non ha perso il vizio del gol, ha solo smarrito la strada che conduce alla rete. Avrà dato per scontato quel pregio e la fiducia solida di Conte avrà fatto il resto: sicuro del posto, coccolato dall’allenatore che da un anno lo aveva richiesto, Vidal s’è sentito grande, indispensabile, più speciale degli altri.

In campo, con prestazioni deludenti ed errori ingenui, non ha dato un senso alle sue convinzioni. Ora che le critiche lo accerchiano, mentre respinge accuse di ogni genere, il cileno si starà ricaricando. Ha un dna da combattente e al primo gol scaricherà la rabbia accumulata. Presto potrebbe tornare a sorridere rivendicando riscatti morali e riscuotendo il suo credito coi giudizi.

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Conte (getty images)

Conte ‘tradito’ da Vidal

Per ora la sua esperienza all’Inter è da dimenticare. Conte lo aveva richiesto alla società ben prima di Eriksen, convinto fosse l’elemento giusto per completare il centrocampo. L’Inter, a sorpresa, ha scoperto di poterne fare benissimo a meno. Non si ricordano prodezze, da parte sua, ma sono tanti gli eccessi, gli errori di superficialità, di scarsa concentrazione.

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Qualche rigore di troppo, la svirgolata dell’Olimpico, ma anche la solita generosità (26 palloni intercettati, primo della rosa) che fa di Vidal un guerriero dal piede caldo ma al momento raffreddato. Lui che di solito arrivava facilmente in doppia cifra. Nell’Inter si contano appena due assist e nessuna rete. Sui social ha scritto: “Se ne segno uno arrivo a dieci”. Una sfida che il web non dimentica. Vidal vorrà mantenere la parola. Conte, intanto, avverte: “Se c’è qualcosa che non mi piace, non giro la testa”.

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Vidal oltre il campo: perché non è stato un affare

Vidal si rifarà, tornerà King Arthur e Conte s’illuminerà in favore di telecamera, come a dire: ve l’avevo detto. Ma l’operazione resta ai limiti del discutibile e non solo per i primi deludenti tre mesi. Vidal, classe ’87, è un investimento a breve termine, utile a produrre risultati sportivi (per ora neppure quelli) e a gonfiare il monte ingaggi. Un potenziale peso per il domani. Un fallimento senza trofei. Un acquisto richiesto da un allenatore che, anziché frugare in casa, provando a rianimare il depresso Eriksen, ha continuato ad inseguire il suo pupillo, ricordandosi delle gioie juventine, convinto che il tempo si potesse dribblare come in campo. Ma anche Vidal avverte i suoi 34 anni (a maggio) e, tra insufficienze e infortuni, non ha fatto nulla per nasconderlo.

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