Serie A, i presidenti sul piede di guerra: “Così non si riparte”

Il protocollo per la ripartenza della Serie A non convince i presidenti dei club che avvisano: così con un positivo salta il campionato

I presidenti di Serie A sul piede di guerra: il protocollo della Figc, con le modifiche indicate dal Comitato Tecnico Scientifico, non convince. Nel mirino – secondo quanto riferisce ‘repubblica.it’ – ci sarebbe la richiesta di quarantena di 14 giorni in caso di un calciatore positivo per tutta la squadra. Impossibile pensare di portare a termine il campionato con queste normative. I presidenti dei 20 club di Serie A avanzano una controproposta: la quarantena deve essere ridotta ad una sola settimana, con gli altri calciatori sottoposti a test, senza però finire in isolamento, a meno che non risultino positivi. Questo perché con 124 partite in 40 giorni e continui spostamenti, pensare che non ci sia neanche un contagiato è impossibile.

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La Serie A dovrebbe ripartire il 13 giugno: questa la data fissata ieri dall’Assemblea della Lega e che dovrà essere approvata anche dal Governo. Malagò si è mostrato ottimista: “Al 99% il 13 giugno il campionato ripartirà”. Ma ora c’è la ribellione dei presidenti…

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