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ESCLUSIVO Bellinazzo e le conseguenze del Coronavirus: “In Italia il 75% dei club a rischio”

Il giornalista in esclusiva a Calciomercato.it fa il punto sugli scenari economici futuri per il nostro calcio

MARCO BELLINAZZO SERIE A UEFA CORONAVIRUS / Il coronavirus ha messo in ginocchio il calcio mondiale: non solo la sospensione delle competizioni, anche dal punto di vista economico la situazione, soprattutto in Italia, si preannuncia molto difficile. Dai mancati introiti ai diritti tv, in esclusiva a Calciomercato.it Marco Bellinazzo, giornalista de 'Il Sole 24 Ore', delinea la situazione che potrebbe prospettarsi nei prossimi mesi in Italia. 

Un quadro che, soprattutto in caso di stop definitivo ai campionati, potrebbe preannunciarsi particolarmente difficile: “In questo momento è complicato fare previsioni – esordisce Bellinazzo -. Il problema oggettivamente c'è: noi abbiamo una situazione che a livello strutturale è delicata per molte squadre che fanno fatica a tenere un livello di ricavi maggiore dei costi; se a questa situazione già difficile a livello strutturale aggiungiamo una crisi congiunturale spaventosa, che è quella che si sta presentando per il coronavirus, non possiamo non prevedere che molti club professionistici italiani, senza un intervento del governo, possano andare seriamente in difficoltà. Il problema è avere la liquidità necessaria per gestire la stagione, alla luce del fatto che molti sponsor e molte aziende proprietarie potrebbero andare a loro volta in difficoltà e quindi far venir meno il supporto che danno alle squadre. Se guardiamo il panorama professionistico italiano, dalla A alla Serie C, temo che almeno il 75% possa avere delle difficoltà e non parlo soltanto della Serie C“.

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DIRITTI TV – Una situazione che si incastra a quella dei diritti tv: “Per tutta la stagione le pay tv danno al calcio italiano 1.4 miliardi, un terzo della stagione è andato quindi ciò che resta è una somma intorno ai 500 milioni. E' evidente che se non si dovesse concludere il campionato, si potrebbero aprire a cascata tutta una serie di scenari con le tv a chiedere ristoro ai club, sempre ricordando che c'è un provvedimento dell'autorità e quindi una causa di forza maggiore. Dal punto di vista legale è anche difficile immaginare come ottenere il rimborso degli abbonati e il recupero delle somme da parte delle tv. Ma con lo scenario peggiore (stop definitivo dei campionati), ci sarebbe tutto uno strascico legale che potrebbe complicare le cose non tanto per questa stagione, quanto per il bando per il prossimo triennio che la Lega stava lanciando, tra l'altro con l'idea di avviare un proprio canale. Questo percorso ora si è interrotto e di fronte ad una situazione di controversia Sky e Dazn, unici soggetti che potrebbero a partecipare a questo nuovo bando, con una crisi economica conclamata potrebbero offrire molto meno: l'obiettivo dei club, cioè arrivare a 1,5 miliardi all'anno, potrebbe vacillare e indebolire ulteriormente il calcio italiano e lo scenario potrebbe diventare ancora più negativo per i nostri club”. 

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Bellinazzo in esclusiva: “Lega Serie A incapace di decidere. L'esempio è la Premier”

LEGA SERIE A – Un danno economico che va ad aggiungersi a quello d'immagine dovuto al tira e molla 'si gioca, non si gioca' prima che il Governo decretasse lo stop al campionato: “Si è unita una sottovalutazione del problema ad un'incapacità decisionale che è frutto di diverse componenti: in Serie A c'è un problema di governance legata alla struttura condominiale, nel senso peggiore del termine, della Lega, incapace di decidere qualsiasi cosa come si è visto platealmente. Sia la Lega che Sky aspettavano un provvedimento del Governo piuttosto che prendere una decisione autonoma, questo per il valore legale che tale provvedimento ha, in quanto fissa il principio della forza maggiore per la quale il campionato si ferma e questo può essere fatto valere in sede legale nei confronti di sponsor, tv, abbonati. C'è stato quindi anche il tentativo di attutire il più possibile gli effetti dell'epidemia cercando di farsi imporre il provvedimento dalle autorità per limitare il più possibile le ripercussioni economiche”.

ESTERO – Situazione diversa da quanto accaduto negli altri Paesi con il giornalista de 'Il Sole 24 Ore' che elogia il comportamento avuto in Inghilterra: “La Premier League ha avuto una percezione non chiara, come la Serie A, appena il fenomeno si è manifestato, poi al primo caso ha bloccato l'attività e questo anche andando oltre le prescrizioni del Governo britannico che erano di disputare le gare a porte chiuse. La Premier ancora una volta, secondo me, si dimostra un esempio virtuoso. Vedremo, invece, cosa farà la Uefa martedì, da quello dipende tutto: il rinvio degli Europei è una scelta di buon senso perché, oggettivamente, disputare un Europeo con queste caratteristiche e un'epidemia in atto è pericoloso e può essere anche un danno economico per l'Uefa e per i Paesi che ospitano la competizione, perché non ci sarà l'afflusso di persone che ci potrebbe essere in condizioni normali. Inoltre il rinvio è l'unica soluzione che può salvare i vari campionati e le coppe europee, permettendo di avere una fascia cuscinetto, un periodo di 30-40 giorni in cui si ferma tutto, per poi riprendere con tutte le cautele che servono”.

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