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Milan, Redondo racconta il suo calvario: “Due anni senza giocare…”

L’ex rossonero ricorda la sua esperienza costellata dagli infortuni

REDONDO MILAN INFORTUNIO / L'ex calciatore di Milan e Real Madrid, Fernando Redondo, ha ricordato il calvario vissuto in rossonero a causa degli infortuni che gli impedirono di scendere in campo praticamente per due anni. Nella sua lunga intervista a 'La Nacion', riportata da vari media internazionali, ha svelato diversi retroscena. 

ADDIO REAL MADRID – “La decisione di vendermi mi toccò nell'amor proprio, ma mi aspettava il Milan e c'era Berlusconi, che mi chiamava personalmente per convincermi. Al Madrid avevo dato tutto, vincendo due Champions League e due campionati, tra le altre cose: i rossoneri erano una sfida anche per me”.

INFORTUNIO – “Arrivai al Milan e il sistema d'allenamento era diverso, con molti carichi sul fisico e molto lavoro sulla forza. Non dissi nulla, per orgoglio, ma muscolarmente mi sentivo morto. Mi sarei dovuto adattare progressivamente, ma questo lo capii dopo. Mi ruppi il legamento crociato del ginocchio destro e non ho potuto giocare nemmeno una partita in due anni. Una follia”

STIPENDIO – “Parlai con Galliani e gli chiesi di non pagarmi finchè non sarei tornato in campo, e che volevo tornare a Madrid per parlare con Del Corral, il mio medico di fiducia. Volevo lasciare Milanello, tutti mi chiedevano quando sarei tornato e non sapevo cosa dire”. 

RECUPERO – “Mi mettevano in sala operatoria, e con la gamba in alto me la svuotavano, togliendomi tutto il sangue, con un laccio emostatico, poi mi somministravano farmaci. Il rischio era che se qualcosa fosse arrivato al cuore, avrei avuto problemi. Potevi farlo sei volte al massimo, io lo feci cinque e in questo modo superai il dolore e riuscii a lavorare alla riabilitazione. Mi portarono a Knokke, una meta turistica estiva nel nord del Belgio, però in inverno! Mi immergevo nel Mare del Nord e correvo con l'acqua fino alla vita, e facevo diversi tipi di lavoro nella sabbia”

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