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Calciomercato Juventus, Bonucci: “Il Real mi ha cercato, ma volevo tornare. Morata? L’ho avvisato…”

Il difensore bianconero si racconta al quotidiano spagnolo AS e svela un retroscena di calciomercato

ATLETICO JUVENTUS REAL MADRID BONUCCI / Leonardo Bonucci, a un giorno dalla fondamentale sfida tra la sua Juventus e l'Atletico Madrid, si racconta con una lunga intervista al quotidiano spagnolo AS. Il difensore ha parlato del match di Champions, tra Cristiano Ronaldo e Morata, ma anche di se stesso, svelando di aver rifiutato un'offerta del Real Madrid per tornare dalla Vecchia Signora: “Il bianconero mi sta meglio”. Calciomercato.it vi offre la traduzione integrale dell'intervista:

Allora, iniziamo con una domanda difficile: come stai?
“Bene (ride, ndr). Sono pronto. Non sento più dolore: con lo staff medico, in queste due settimane, abbiamo lavorato giorno e notte. Letteralmente”

Una buona notizia, che arriva insieme alla nascita di tua figlia Matilda. Auguri. 
“Grazie. In famiglia commentavamo come mi stia già cambiando la vita: mi sono infortunato una settimana prima della sua nascita, ho potuto assistere al parto, sono stato qualche giorno in casa con lei e ora sto bene”.

Si unisce ai fratellini Lorenzo e Matteo. Il primo, di quasi sette anni, è famoso per essere tifoso del Torino. Come ha preso il tuo ritorno alla Juve?
“È felice perché papà è tornato a casa. L’anno scorso ero quasi sempre a Milano e mi vedeva pochissimo. È stato uno dei motivi che mi ha spinto a ritornare in bianconero”.

Allora il derby in casa c’è ancora.
“Sì, ora lui gioca nelle giovanili del Torino, quindi ancora di più (ride, ndr)”.

Non hai mai provato a ‘convertirlo’?
“Con l’arrivo di Cristiano c’è stato un momento in cui sembrava ci fosse un margine, ma da quando ha iniziato a vivere le partite con la maglia granata addosso, ha fatto subito un passo indietro”.

Nel 2016 hai vissuto un momento duro con il piccolo Matteo: dichiarasti di aver pensato di lasciare il calcio.
“Sono stati cinque mesi molto difficili e lì capii quali fossero le mie priorità. Prima, la voglia di arrivare lontano, di essere un grande calciatore, mi portava a mettere sullo stesso piano il calcio e la famiglia. Ho capito, grazie a Matteo, che posso vivere senza calcio, ma non senza la mia famiglia, i miei figli. È la cosa più brutta che possa accaderti, ma per fortuna ora va tutto bene”.

Il bimbo è stato coraggioso, come te nella scelta di tornare alla Juve dopo appena un anno. 
“Sapevo che questa decisione avrebbe causato polemiche, ma mi conosco. So rispondere in campo”. 

Hai ritrovato Barzagli e Chiellini, riformando la BBC. Qual è il vostro segreto? 
“Molto semplice: ci divertiamo, difendere ci piace. Siamo complementari e ognuno di noi riesce ad esaltare i punti di forza dell’altro”. 

Ora, però, guardi indietro e non c’è Buffon. Ti piacerebbe incontrarlo in Champions?
“Preferirei di no. Gigi è un autentico numero uno in campo, ma soprattutto un grande amico. Con lui sono cresciuto, è strano voltarsi e non vederlo, ma nella Juve siamo fortunati. Szczesny è uno dei portieri più forti in questo momento e Perin sta crescendo tanto”. 

Hai ritrovato Dybala. A proposito… Che gli succedeva?
“Sinceramente lo vedo bene, più maturo. Non lo preoccupa più segnare o meno, lavora per la squadra e questo è importante. Sono momenti di crescita, lui è giovane: nella fase finale della stagione ci darà tantissimo”. 

La Juve ha vinto sette scudetti di fila e, quest’anno, ha già 13 punti di vantaggio sul Napoli.
“Non è facile come sembra. Il livello del calcio italiano è cresciuto. Sarò sincero: c’è stato un momento in cui la Juventus era davvero troppo superiore alle altre. Giocavi contro Napoli, Inter e Milan e sentivi che avresti vinto senza problemi, ma ora non è così. Negli ultimi due, tre anni, specialmente gli azzurri si sono avvicinati molto e c’è stato anche da soffrire”. 

 

Atletico-Juve, Bonucci: “Ho avvisato Morata: gli darò un bel po' di botte”

Ora vi sentite favoriti per vincere anche in Europa?
“Se arriva Cristiano, il migliore del mondo, significa che il tuo livello si è alzato. Il nostro obiettivo è vincere la Champions, non possiamo né dobbiamo nasconderci”. 

Cos’hai pensato quando hai visto CR7 in bianconero?
“Non ne ero proprio felicissimo, visto che ero ancora un rivale (ride, ndr), ma in realtà è qualcosa di buono per tutto il calcio italiano. Se arriva il migliore, vuol dire che il nostro campionato è tornato ad essere attraente”.

Cosa hai apprezzato di lui?
“La sua costanza e la sua semplicità. Si è messo subito a disposizione del gruppo, ha sempre una parola di sostegno per ogni compagno. Mi ha stupito tantissimo il suo modo di lavorare: ogni giorno, prima e dopo l’allenamento, lo trovi in palestra. Anch’io lavoro così, ma ci sono giorni in cui magari non ce la fai… Lui sempre. È una macchina, non si ferma. Lo puoi solo ammirare”. 

Ti ha sorpreso che non abbia vinto il Pallone d’Oro?
“Sì, credo lo meritasse. È stato determinante per la vittoria del Madrid in Champions. D’altro canto, sono sicuro del fatto che non averlo conseguito per lui sarà un enorme stimolo per aggiudicarsi il prossimo. E questo comporta vincere titoli nella Juve”. 

Cristiano conosce bene il vostro prossimo rivale, l’Atletico. 
“È una squadra complicata, che con Simeone non ti lascia un centimetro. Un ostacolo difficile, ma abbiamo l’obiettivo di arrivare in finale: dobbiamo superarlo. A Madrid cercheremo di segnare almeno un gol, sarebbe vitale”.

Come si ferma Griezmann?
Griezmann è un crack, ma magari l’Atletico fosse solo lui. L’Atleti è Diego Costa, Morata, Saul, Godin, Koke… Quanti ne vuoi? (ride, ndr). Dovremo lottare su ogni palla: sarà una battaglia, come sempre quando giochi con loro. Vivono un momento un po’ complicato, ma la Champions nasconde tutti i problemi”. 

Di fronte ci sarà anche Morata. 
“È un amico, ma l’ho già avvisato: ‘Appena entrerai in campo, ti darò un bel po’ di botte’. Lui mi ha risposto: ‘Come fai sempre’ (ride, ndr)”. 

Come migliora l’Atletico col suo acquisto?
“Diego Costa è più fisico, combattivo, Alvaro è bravissimo nell’attaccare la profondità, è sempre pronto. Se trova fiducia e un allenatore che lo faccia sentire importante, può diventare uno dei migliori al mondo, ma voglio che inizi a farlo dopo Atleti-Juve”. 

C’è un altro rojiblanco che ammira particolarmente?
“Mi ha sorpreso Saul. È cresciuto molto, è giovane ma molto esperto. Ha segnato gol importanti ed è completo in entrambe le fasi”. 

I colchoneros, come la Juve, hanno una grande difesa. 
“È quello che ripete sempre mister Allegri: i campionati si vincono con la difesa. Se non subiamo gol, qualcuno che li segni ce l’abbiamo sempre. Ed è vero”. 

Ti piace la filosofia di gioco di Simeone?
“Sì, lui dà un’identità alle sue squadre. Da calciatore era proprio così: aggressivo, forte, inarrestabile e questo si riflette nel suo gruppo. La sua mentalità lo ha portato a vincere titoli e se trionfi nessuno può dirti nulla, così come nessuno può dir nulla ad Allegri, Conte o Guardiola. Il calcio non ha leggi, ognuno trova la sua strada”. 

Guardiola ti definì uno dei suoi calciatori preferiti. Se dovessi scegliere tra ‘Guadiolismo’ e ‘Cholismo’…
“Considerando il mio modo di giocare, mi piacciono gli stili di Guardiola e Sarri, così come mi piaceva quello di Conte e ora quello di Allegri. Per le mie caratteristiche, giocare il pallone è importante: forse Simeone ha un gioco più verticale”. 

Dove collochi la Juve di Allegri tra questi due estremi?
“Esattamente al centro. Allegri ci ha insegnato a interpretare le partite: ci sono momenti in cui devi fare possesso, altri nei quali devi cercare la punta con le palle lunghe. Se stai soffrendo, calciare un pallone in tribuna non è una vergogna, e questo il mister me l’ha dovuto ripetere tante volte (ride, ndr). In alcune fasi della gara puoi fare il Guardiolismo, in altre il Cholismo: unisci tutto questo e ottieni… l’Allegrismo!”. 

Giocherete nel Wanda, lo stadio della finale…
“Non voglio tirarmela, ma subito dopo il sorteggio degli ottavi dissi a un amico che così avremmo preso le misure per il primo giugno (ride, ndr)”. 

Cosa ricordi del match con l’Atletico del 2014?
“Più di ogni altra cosa, le botte con Mandzukic. Lui aveva una mascherina per il setto nasale, dopo un paio di scontri con me, se la tolse e iniziò a fare sul serio. Fu una partita bella, intensa, difficile”. 

E del Calderon?
“Molto, molto caldo, stadio e tifosi come piacciono a me. Non so come sarà il Wanda, ovviamente essendo più grande l’ambiente sarà diverso”.

 

Calciomercato Juventus, Bonucci: “È vero, il Real mi ha cercato. Ma il bianconero mi sta meglio”

Quali squadre vedi come favorite in questa Champions?
“Il Real Madrid fa sempre così: c’è un momento in cui tutti lo danno per morto, poi torna la Champions e riappare. Ci sono quattro, cinque favoriti: non si può sottovalutare nemmeno il Bayern. Dagli ottavi in poi, può succedere di tutto”. 

Parlando di Real Madrid… È vero che hai rifiutato una sua offerta?
“Mi aspettavo questa domanda (ride, ndr). Sì, è vero: il Madrid mi ha cercato. È stato un orgoglio e un piacere essere un suo obiettivo, vuol dire che ho lavorato bene in questi anni. La chiamata della Juve, però, e la voglia di tornare a sentirmi a casa, hanno portato il mio cuore a decidere che il bianconero mi sta meglio”.

Conte è uno dei tuoi maestri: lo vedresti bene al Bernabeu?
“Il mister va lasciato libero di esprimere il suo calcio e il suo carattere. Con i calciatori che ha il Real, questo gli riuscirebbe bene, ma dovrebbe iniziare da giugno: la sua mano si nota se inizia a lavorare da zero. Ti spinge a dare il 110% e portarti a questi livelli a stagione in corso può essere complicato”. 

Con lui hai vissuto una grande avventura in Nazionale. Come sta l’Italia?
“Ha ricominciato: finalmente ci divertiamo. Prima non ti dico che fosse un peso andare in Nazionale, ma c’era un po’ di malinconia. Ora è tornato l’entusiasmo”. 

Quali sono i giovani che ti stanno piacendo di più?
“Zaniolo e Chiesa. Il primo, quando Mancini lo ha convocato, ci chiedevamo quasi chi fosse, ma già nei primi allenamenti ha dimostrato di avere qualcosa: il suo talendo sta sbocciando. Il secondo ha capito dove migliorare: è meno egoista, cerca più la porta e segna più gol”. 

Riportare una Champions in Italia sarebbe un altro passo avanti?
“Sì, magari… Il calcio italiano deve rinascere, ma siamo sulla strada giusta. Una volta toccato il fondo, puoi solo migliorare”.

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