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Milan, Honda zittisce gli scettici: il rilancio passa dalla fascia

Dagli screzi invernali alla rinascita nel nuovo ruolo: ecco come il giapponese ha conquistato Mihajlovic

MILAN RINASCITA HONDA NUOVO RUOLO / ROMA – Honda ingrana la quinta. E non stiamo parlando di motori: si tratta della rinascita del trequartista del Milan che si sta rivelando uno dei protagonisti del momento positivo dei rossoneri, culminato con le ultime vittorie contro Fiorentina, Inter e Palermo.

SCREZI INVERNALI – E pensare che la sua stagione era partita nel peggiore dei modi: tanta panchina e solo qualche spezzone di gara. Poi ad ottobre viene toccato il punto più basso della sua esperienza al Milan: “Non capisco perché sono in panchina. I problemi della squadra sono noti e non ha senso dare la colpa ai calciatori”, ha dichiarato Honda in patria. Parole che non hanno fatto piacere a Mihajlovic che sembrava averlo scaricato: “Chi non è felice può andarsene e chi vuole giocare deve allenarsi duramente”. Così, a cavallo tra ottobre e novembre, le news Milan vertevano tutte sul suo possibile addio a gennaio, con i rumors di calciomercato che vedevano prima Valencia poi LA Galaxy pronti a portarlo via da Milanello.

NUOVA VITA SULLA FASCIA – Sul finire dell'anno, invece, è scattato qualcosa: forse un moto di orgoglio, forse la voglia di dimostrare di essere un giocatore da Milan. E come per magia Honda ha iniziato a rendere come aveva fatto per un breve periodo sotto la gestione Inzaghi. Tutto questo nonostante un modulo che doveva penalizzarlo: Mihajlovic riesce a trovare la quadratura del cerchio con un equilibrato 4-4-2 e per uno come il giapponese – abituato a giostrare sulla trequarti – sembrava non doverci essere più spazio. Nulla di più sbagliato: piazzato sulla fascia destra, l’ex Cska Mosca diventa uno dei protagonisti del rilancio rossonero. Minutaggio e rendimento crescono di pari passo, con tre assist messi a referto nelle ultime sette gare. Ora manca solamente il gol per sancire la sua definitiva rinascita, ma Honda sembra aver raggiunto la giusta dimensione: “Gioco per la squadra come ho sempre fatto. La fascia? Non sono uno che scappa via in velocità, ma mi adatto. E ringrazio Galliani per avermi sempre apprezzato e ascoltato”. Insomma: tutto è bene quel che finisce bene?

D.G.

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