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Gravina a ruota libera, la non idoneità di San Siro e Italia-Israele: “Non giocare era un’idiozia”

Il presidente della Figc al termine del Consiglio Federale ha parlato dello slittamento da escludere della 30esima giornata, di San Siro, lo stadio della Roma e Italia-Israele

Al termine del Consiglio Figc il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha parlato di parecchi argomenti d’attualità del calcio italiano e internazionale. A partire dal possibile slittamento della 30esima giornata di Serie A per facilitare la preparazione dei playoff. E ancora Italia-Israele, San Siro e lo stadio della Roma in vista di Euro 2023 e la febbre Mondiale.

Gabriele Gravina – calciomercato.it

L’ipotesi di uno spostamento della 30esima giornata è remota? “Già è in atto un dialogo, ma abbiamo ancora due partite da disputare. Abbiamo raggiunto un primo obiettivo. Il calcio ci insegna che ci sono leggi spietate, aspetterei altre due partite e dopo il 21 novembre ragioneremo su sedi e altro. Ritengo piuttosto fantasiosa l’idea del’anticipo di una giornata di campionato. Basta vedere le finestra di impegno e impiego del campionato, la Coppa Italia e le coppe europee. Appellandomi alla sensibilità del presidente Simonelli, in partenza per Washington, c’è l’ipotesi di pensare a un paio di stage, uno in particolare che potrebbe essere il 9-10 febbraio a Coverciano almeno per dimezzare i tempi di distacco dal 16 novembre al 26 marzo. Sono mesi lunghi, il mister non avrebbe neanche la possibilità di vedere i giocatori insieme. C’è una apertura a parlarne”.

Sulla non idoneità di San Siro per Euro 2032 non ci sono atti legali della Uefa? E lo stadio della Roma sarà a disposizione? “Non ci può essere nessun documento formale. Esiste una valutazione in atto. La valutazione prevede alcuni standard, la scelta spetta alla Figc. Abbiamo costituito un organismo tecnico chiedendo di inserire un rappresentate Uefa all’interno delle nostre attività, che conosciamo bene ed è Michele Uva. Ora San Siro non ha gli standard per partecipare ‘degnamente’, non vengono riconosciuti idonei per la fase finale di un campionato europeo. Roma? Abbiamo fatto un incontro a cui ho partecipato con la nostra struttura operariva, massima disponibilità da parte del sindaco, tanta voglia da parte della proprietà della Roma, mi sembra che siano a buon punto. Ho buone speranze, sono molto fiducioso che Roma potrà avere il secondo stadio”.

Sull’Italia. “Chi vive il calcio sa benissimo qual è l’andamento e l’esaltazione dei risultati nel calcio quando non hai una stabilità o comunque non hai l’ampiezza e una rosa di selezionabili. L’ottavo con la Svizzera è stato il punto più basso, poi abbiamo avuto un momento di esaltazione con la vittoria in francia che non so da quanto non arrivava con una prestazione convincente, la vittoria col Belgio anche è stata una delle più belle. Non dobbiamo mai dimenticare tutto quello che è avvenuto in quel periodo. Noi ricordiamo solo l’aspetto negativo. Su questo una riflessione andava fatta, la Norvegia è arrivata dopo tre partite contro di noi, per l’Italia era la prima. E la Norvegia chiude in casa nostra dopo aver fatto tutte le trasferte. Un po’ di disagio l’ha creato, gli altri giocano una partita e noi due per finestra. Le ultime partite della Nazionale a dell’Under 21 sono partite di altissimo valore agonistico e sportivo. Quello che Gattuso sta ridando nell’aspetto caratteriale, l’entusiasmo di una squadra che vuole centrare gli obiettivi. Stiamo lavorando per limitare alcune carenze che sono oggettive. Poi noi corriamo il rischio di vincere 7 partite su 8 e arrivare secondi. C’è gente che ha fatto un punto e va ai playoff come terza. Sono questioni che saranno offetto di approfondimento, ma non ci hanno aiutato. Non dimentichiamo che abbiamo perso solo una partita vincendo le altre 5, sembra che abbiamo fatto un disastro”.

Si potrebbe modificare le modalità di accesso al Mondiale? “Per ora non mi risultano sul tavolo confronti di modifiche di format. Dovremo aspettare la conclusione della fase di eliminazioni. Poi da questa esperienza dobbiamo trarre insegnamento. alcune riflessioni saranno doverose”.

La Figc doveva tirarsi indietro e non giocare contro Israele? “I disordini sono stati causati da soggetti che non avevano niente a che vedere forse con ProPal o altro, mi sembrava una gang organizzata solo per distruggere e demolire. Non c’erano altre finalità. Non andava giocata? Chi l’ha pensato ha detto una grande idiozia. Noi facciamo calcio. Noi avremmo dovuto perdere a tavolino e non andare al Mondiale? Mandando al Mondiale chi invece chiedevamo di far fuori dal Mondiale? Faccio fatica a seguire queste contorsioni di un pensiero che non mi appartiene. Noi facciamo calcio, dobbiamo aggregare, stare insieme. L’ambiente nello stadio, lasciamo perdere l’inno, è stato un clima di festa, gioia e serenità. Con molta tranquillità anche con i rapporti della dirigenza israeliana. La nostra partita poi è arrivata poco prima della sospensione di un conflitto che sembrava irreversibile. Invece abbiamo acuito e siamo andati a distruggere la città. Ero col presidente Fedriga. Non si possono commentare quelle scene, è guerriglia, non si accettano”.

Com’è la febbre Mondiale? “La febbre c’è, noi citeniamo in modo particolare perché non prendiamo in considerazione l’idea di un pessimismo che sarebbe negativo, ci trascinerebbe in un momento di oscurità appannando l’entusiasmo che sta accompagnando questi ragazzi. Io li vedo lavorare, io dal primo minuto del raduno sono con i calciatori e poi li lascio quando vanno via. Quindi siamo tutti insieme per centrare questo obiettivo, per il nostro paese è fondamentale, una sorta di rivincita. Stiamo portando avanti una progettualità. La febbre c’è ma la considero molto positiva, non daremo la tachipirina né ai giocatori né all’ambiente”.

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