Era fissata a ‘soli’ 25 milioni ma è scaduta ieri. Il tentativo (non riuscito) di Mendes col Barcellona e il sogno Premier che ancora una volta resta tale
Ieri a mezzanotte è scaduta la clausola di Dumfries fissata a 25 milioni. Solo quest’estate, causa Mondiale per Club, la scadenza era fissata al 31 luglio.
Dalla prossima avrà validità fino a metà luglio con cifre a salire: 25, 28 e infine 30 milioni dal 10 al 15.

Ricordiamo che questa clausola fu concordata e, soprattutto, accettata dall’Inter onde evitare di perdere a zero il laterale olandese, che alla fine rinnovò il contratto fino a giugno 2028.
Dumfries viene da una grande stagione, in cui ha compiuto quel salto di qualità – anche sul piano della continuità – tanto atteso e tanto rinfacciatogli. Eppure nessun club ha sfruttato questa clausola con una cifra relativamente bassa.
Parentesi: il 10% del prezzo di essa spetterebbe alla Wasserman, l’ex agenzia con cui papà Boris è in causa proprio per questo motivo.
Risuona strano, ma alla fine è andata proprio così. Dumfries non aveva, o meglio non ha avuto il mercato che forse lui in primis si aspettava dopo un’annata di altissimo livello: 6 assist e ben 11 gol.
Età e richieste di ingaggio
Ha pagato soprattutto il fattore età. Oggi i grandi club investono anche grosse cifre per profili tra i 18 e i 25 anni al massimo: un po’ perché i costi si possono ammortizzare di più con contratti di lunga durata, un po’ perché così è più semplice rivenderli. Il numero 2 della squadra di Chivu ha compiuto 29 anni lo scorso 26 aprile.

In più per lasciare l’Inter, comunque una squadra top in Europa nonché due volte finalista di Champions negli ultimi tre anni, il suo entourage chiedeva circa 6/6,5 milioni netti bonus esclusi per ragionare su un addio a Milano. Ovvero un paio di milioni in più rispetto all’attuale stipendio.
Ruolo
Poi c’è stata la questione ruolo: il Barcellona, al quale Mendes ha provato a piazzarlo senza successo, lo ritiene più un esterno che un terzino da difesa a quattro, nonostante con la Nazionale olandese giochi in una linea a quattro.
Non a caso il Barça impiega Kounde, fresco di rinnovo, sull’out di destra: il francese è più un centrale che un laterale. Ovviamente il club di Laporta è stato frenato anche dalla ormai cronica mancanza di liquidità finora ha speso solo per il portiere Joan Garcia, strappato ai cugini dell’Espanyol – e dalle difficoltà legate al salary cup della Liga.
La questione ruolo, ovvero il fatto che venga ritenuto più determinante in un modulo con la difesa a tre, ha avuto la sua importanza pure per i club di Premier, dove sogna di giocare, che si sono affacciati per dei sondaggi esplorativi.
Dall’Aston Villa al West Ham, tutte società di medio cabotaggio, non erano comunque disposte ad esaudire le sue richieste economiche. Nessuna mossa da parte del Manchester United, dove ambiva a trasferirsi l’estate 2024.

Inter senza preoccupazioni per Dumfries
Alla fine meglio così per l’Inter, la quale ha forse vissuto senza eccessive preoccupazioni questo mese di luglio per quanto riguarda il capitolo Dumfries.
Se qualcuno avesse pagato la clausola, oltre a incassare poco meno di 25 milioni (non poco di questi tempi e per un 29enne), Oaktree avrebbe fatto plusvalenza e liberatosi di uno stipendio lordo (per l’ex Psv vige ancora il decreto crescita) da 5,1 milioni di euro.
Inoltre il sostituto, sulla carta, era già stato preso addirittura prima del Mondiale: il tanto già discusso Luis Henrique, per il quale Ausilio si è convinto a investire proprio circa 25 milioni di euro.




















