Il ct ha annunciato la decisione del presidente Gravina in conferenza stampa aprendo il casting: il nome principale del presidente è uno, ma in pole c’è Pioli
Luciano Spalletti e l’Italia, cronaca di una morte annunciata per dirla come il presidente Lotito che pure si riferiva a Inzaghi. Poco importa, perché l’annuncio in questione c’era stato forte e chiaro a Berlino, il giorno di Svizzera-Italia 2-0. Un allarme enorme, che la Nazionale aveva allontanato con un buon rientro nelle gare di Nations League. Durato poco, però, perché anche già a San Siro con la Francia e poi il primo tempo allucinante con la Germania avevano riavvicinato le sirene. Tornate forti nella notte di Oslo.

Una delusione totale per tutti, a partire dallo stesso ct che ha ribadito come questo sia “il progetto migliore che abbiamo valutato”. Grave, pensando a quanto lo stesso gruppo (non) ha saputo produrre. Spalletti ha sottolineato i limiti di questi giocatori, mostrando di pari passo i suoi, almeno in questa avventura. Che non è mai realmente decollata. La parole di Gravina in mattinata suonavano come un addio e così è stato, annunciato addirittura dallo stesso allenatore nella conferenza stampa della vigilia di Italia-Moldavia. “Ma io sarei andato avanti con questo gruppo”, ha aggiunto il ct che ha detto chiaro e tondo che alle dimissioni non ci pensava, convinto che alla fine al Mondiale ci sarebbe andato.
“Non è il momento dei nomi, ma ce ne sono tanti. E ora bisogna portare rispetto al nostro ct”, le dichiarazioni di Gravina di questa mattina. Vero che dopo la Moldavia andranno tutti (o quasi) in vacanza e poi ci si rivedrà come sempre a settembre. Ma il futuro deve essere adesso, già domani, perché l’Italia non può permettersi di perdere tempo né occasioni in questo pazzo valzer degli allenatori che coinvolge tutto il mondo ed è giò a buon punto.
Nazionale, al via il casting ct dopo l’esonero di Spalletti: la situazione su Ranieri, Pioli e Mancini
Ad esempio, l’occasione Allegri è già sfumata così come quella Conte. Idem Ancelotti. Lo stesso potrebbe dirsi per quello che probabilmente fa parte dei quattro allenatori italiani più importanti e più adatti: Claudio Ranieri. Fosse per Gravina, il tecnico di San Saba sarebbe già a Coverciano. Una telefonata, se non c’è già stata, ci sarà, un sondaggio. Ma il punto è che Ranieri ha appena detto basta con le panchine firmando un contratto da senior advisor della proprietà americana della Roma. Un ruolo di assoluto rilievo, visto che ha partecipato attivamente alla scelta di Gasperini e anzi i Friedkin lo hanno citato nel comunicato di ieri quasi come un loro pari.

“Noi e Claudio pensiamo sia la scelta migliore”, si legge. La chiamata della Nazionale non lascerà indifferente Ranieri, sarebbe impossibile e già qualche anno fa lo aveva spiegato. Una piccola riflessione potrebbe esserci da parte di Claudio, più che normale. Ma l’impegno preso con la Roma – in cui riveste un ruolo di grande importanza – e l’incredibile amore e il legame verso i colori giallorossi, a meno di colpi di scena dovrebbe prevalere. Insomma, la pista è difficilissima per l’Italia, ma si tratta di una decisione molto personale. Da valutare eventualmente anche la fattibilità di un doppio incarico, non sarebbe la prima volta per un allenatore, fare sia club che nazionale. Sarebbe una prima volta forse da dirigente-ct. Le alternative partono da Stefano Pioli, che al momento è il nome più verosimile, per profilo tecnico ed economico nonostante il contratto faraonico che ancora lo lega all’Al-Nassr.
Il mister ex Milan vorrebbe tornare in Italia, c’è la Fiorentina ma una chiamata dell’Italia cambierebbe le carte in tavola. Ha una clausola con cui può liberarsi, dipende da lui la decisione di un addio all’Arabia. Una strada che sarebbe pronto a percorrere per l’azzurro (più restio sarebbe a farlo per la viola). Resta l’opzione più concreta e percorribile in questo momento. Insomma, in pole c’è lui. Da tenere in considerazione anche il ritorno di Roberto Mancini, ma anche questo complicato. L’ex ct sta lanciando segnali da qualche tempo, pubblicamente e non, tornerebbe ma in questo caso i rapporti col presidente dopo il divorzio di due anni fa non sono il massimo. Andrebbero chiarite tante cose, messe da parte ruggini, non così scontato.
AGGIORNAMENTO 19.33 –
#Pioli è l’alternativa a #Ranieri. La Figc sta quindi insistendo per avere il sì del dirigente giallorosso, che intende mantenere l’accordo con i Friedkin. Per questo, si è parlato di un doppio incarico. La decisione finale arriverà nelle prossime ore#calciomercato
— Eleonora Trotta (@eleonora_trotta) June 8, 2025