Il Napoli vince lo Scudetto, solo un anno dopo il disastro: merito dell’allenatore, ma anche di 4 protagonisti
Antonio Conte porta il Napoli in trionfo. Uno Scudetto da uomo del sud, da protagonista assoluto, da condottiero e forse qualcosa in più.

Sin dall’inizio si è presentato alla piazza come l’uomo che avrebbe voluto portare il club ad uno step successivo, quello simile ad Inter, Juve e Milan. Voleva dare fastidio sin da subito. E ci è riuscito. Conte ha compiuto un prodigio fatto di sudore, sacrificio, cuore, solidità, concretezza. Ha riportato a Napoli valori persi l’anno scorso, terminato al decimo posto.
In soli 12 mesi, nei vicoli della città partenopea si è ritrovato il sorriso e l’entusiasmo. Il futuro di Conte, per strada, non è una priorità, nonostante sia ancora in dubbio la sua permanenza per la prossima stagione. Ma dietro questo Scudetto non c’è solo il volto del tecnico azzurro: almeno 4 giocatori sono assoluti protagonisti di questa stagione napoletana.
La stella della Serie A: McTominay è l’MVP del Napoli da Scudetto
Acquistato a fine agosto 2024, McTominay è arrivato dal Manchester United per circa 30 milioni. Accolto da star all’aeroporto di Capodichino, ha esordito da titolare contro la Juventus e ha permesso ad Antonio Conte di cambiare subito modulo.

Il suo primo gol? Contro il Palermo, in Coppa Italia, dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo. E preso dall’entusiasmo, baciò subito il logo sulla maglia azzurra. Iconico.
Ha segnato gol importanti, ma è stata soprattutto la classe sopraffina e l’intelligenza tattica a servizio della squadra ad aver fatto la differenza in questa sua prima stagione in Serie A. Un extraterrestre venuto dalla Premier League. McTominay ha conquistato Napoli e il suo cuore ora non è solo rosso, ma anche azzurro.
Lukaku ha zittito gli scettici
Romelu Lukaku è stato acquistato al fotofinish, come McTominay. L’attaccante belga ha dovuto combattere per tutta la stagione il confronto con Osimhen. Premessa. Sono due giocatori diversi e Victor ha un potenziale impossibile da conoscere. Giocano anche in modo diverso.

Chi si aspettava più gol da Lukaku non ha messo in conto quanto lavoro sporco faccia Big Rom. Uomo sponda, uomo spogliatoio. E i gol contro Milan, Roma, Atalanta e Juventus pesano molto a bilancio. Ma soprattutto il come si è presentato al Maradona, con quel gol al Parma indimenticabile, da subentrante.
Politano, l’ala diventata terzino per necessità
Ha segnato meno di quanto ci si aspettasse, ma Matteo Politano è stato uno dei punti fermi di questo Napoli. Tanta corsa, tanta fatica, tante energie spese in attacco e in difesa. Specialmente in fase di non possesso.

Memorabile il suo recupero a fine partita in Napoli-Juventus, quando stremato dopo una rincorsa su Mbangula, prima esultò con veemenza, poi si accasciò sul terreno di gioco per chiedere la sostituzione. Politano, come Spinazzola e Di Lorenzo, fa parte del gruppetto di italiani che ha permesso al gruppo di essere sempre compatto.
Di Lorenzo, il capitano che ha raggiunto Maradona
Stagione pazza per Giovanni Di Lorenzo. Appena arrivato Conte, sembrava dovesse andare via. La Juventus e l’Inter erano i tentatori, ma il mister ha fatto da mediatore tra club e giocatore. Il risultato? Di Lorenzo è rimasto è ha segnato il primo gol del campionato del Napoli. Un segno divino.

E soprattutto, il capitano azzurro è tornato a giocare a livelli conosciuti. Quelli del terzo Scudetto. A proposito, Di Lorenzo ha appena raggiunto Maradona come vincitore di due Scudetti con la fascia da capitano al braccio. Una storia che potrà raccontare alle sue due figlie.




















