In casa catalana non si placa la polemica e la situazione è tesissima: scatta la replica
Rabbia, amarezza, ma anche poca autocritica in casa Barcellona dopo l’eliminazione patita per mano dell’Inter in semifinale di Champions League. I catalani ora però dovranno essere bravi a resettare, perché in campionato arriva il Real Madrid.

Un vero e proprio scontro al vertice, con i ‘Blancos’ che hanno un’ultima occasione per cercare di accorciare il terreno e riuscire a sperare di tenere vive le speranze della Liga con la sfida di Montjiuic. Ma il clima di tensione persiste da tempo. Dopo la partita d’andata tra Barcellona e Inter è scoppiata però la “polemica fasciature”. Tanti calciatori blaugrana, tra cui Yamal e Raphinha solo per citarne due, avevano infatti una vistosa fasciatura al polso, non dalla sfida contro i nerazzurri, ma da diverse gare.
E da lì sono partite le accuse dell’ex medico del Real Madrid, Niko Mihic, che aveva affermato: “Credo che un giocatore non indossi un equipaggiamento che mostra una lesione, a meno che non sia per porvi rimedio, non perché sia più alla moda. Qualsiasi medico sa che se si desidera un accesso venoso più facile, bisogna trovarlo nelle mani e nei polsi”.
Barcellona, caso fasciature: parola ai medici
Le accuse chiaramente non sono rimaste inascoltate e il giornale catalano ‘Sport’, da sempre vicino al Barcellona, ha voluto approfondire la questione.

Alcuni esperti di medicina sportiva sono stati infatti ascoltati e hanno espresso vero e proprio disappunto per le parole espresse di Mihic. “Parole fuori luogo – riferisce lo specialista di medicina sportiva Francisco Figueroa – Soprattutto da parte di un professionista con esperienza in ambito sportivo”. L’ex medico sociale di Almeria ed Espanyol, ora al Rapid Bucarest, Misael Rivas parla di “Mancanza di rispetto nei confronti degli altri colleghi. Qualcuno li usa anche solo per ragioni di superstizione oppure per coprire tatuaggi”.
“Sembrano soltanto manie di protagonismo” sottolinea Angel Bigas, altro medico del settore. “Anche perché quale senso avrebbe tenere delle bende in un posto così visibile?”