Dopo il licenziamento di Parlato, sugli schermi di ‘Sportitalia’ fa discutere anche la vicenda legata all’allontanamento della giornalista napoletana
Nuova querelle a ‘Sportitalia’ dopo il licenziamento in diretta Tv nelle scorse settimane di Manuel Parlato, corrispondente da Napoli per il canale televisivo.

Dopo Parlato, infatti, l’emittente di proprietà di Michele Criscitiello ha licenziato anche Jolanda De Rienzo, dopo le manifestazioni di solidarietà via social della giornalista al collega. La notizia in poche ore ha fatto il giro del web e sui social, scatenando ancora forti polemiche soprattutto in quel di Napoli per la decisione di ‘Sportitalia’ di licenziare in tronco la De Rienzo, volto familiare per gli sportivi napoletani.
Criscitiello ha motivato la decisione riferendosi ai bassi ascolti del programma ‘Tutti al VAR’, condotto dalla giornalista e cancellato perciò dalla testata televisiva. Il proprietario e direttore di ‘Sportitalia’ non ha fornito però dati ufficiali su questo punto e in una chat interna – come svelato dalla De Rienzo – avrebbe sottolineato come fosse inaccettabile la posizione pubblica di quest’ultima in favore del collega Parlato.
Sportitalia, licenziamento Jolanda De Rienzo: la replica di Luca Cerchione
Sullo scottante tema è intervenuto anche Luca Cerchione, giornalista che insieme a Jolanda De Rienzo ha curato la trasmissione su ‘Sportitalia’: “Tutti al VAR è stata una bella avventura. Abbiamo raccontato l’avventura che ha portato lo Scudetto e la caduta del Napoli. Stavamo raccontando la risalita, le gioie e le imprese degli azzurri di Antonio Conte, ma ci è stato detto che non avremmo potuto più farlo”, scrive Cerchione sul suo profilo ‘X’.

Il giornalista prosegue sempre nel post social: “Con Claudio Agave e Jolanda De Rienzo abbiamo scritto ogni singola puntata, con grosso impegno e sacrificio, lavorando di giorno e, soprattutto, di notte alla realizzazione di contenuti che fossero interessanti ed imparziali da trattare, con competenza ed ironia, insieme ad Ivano Trotta ed Emanuele Calaiò. Abbiamo pagato l’esserci schierati dalla parte della libertà d’espressione e del rispetto di un collega licenziato in diretta nazionale, ma questo colpo di spugna non cancellerà quanto di buono abbiamo fatto in questi anni. Gli ascolti non mentono, men che meno le testimonianze di stima del giudice supremo, ovverosia il pubblico da casa. Grazie per averci seguito, consapevoli che sarà un arrivederci, non di certo un addio”.