A pochi giorni dal suo compleanno ci lascia Bruno Pizzul, indimenticata voce che ha raccontato pagine di sport epiche, tra cui la triste vicenda ad Heysel del 1985: l’intervista al collega Riccardo Cucchi e l’ex calciatore Mark Iuliano
Per ricordare Bruno Pizzul, Calciomercato.it ha voluto intervistare alcuni dei protagonisti che hanno vissuto a stretto contatto con il giornalista e telecronista. Il ritratto è lo stesso, per tutti: un maestro del suo mestiere, una persona fantastica.

Bruno Pizzul è stata la prima voce delle telecronache della partita della Nazionale per tantissimi anni, tra anni ’80 fino al Mondiale 2002. Nel mezzo ha raccontato le imprese solo sfiorate dall’Italia al Mondiale 1990, ad Usa 1994 e persino agli Europei del 2000. Poi tanti trionfi, ma anche pagine tristi come la finale di Champions League disputata in Belgio, ad Heysel, quando nel 1985 vinse la Juventus grazie a Platini. Ma in quella partita di calcio morirono decine e decine di persone. E lui, con dolore e con professionalità memorabile, raccontò sia le vicende di campo, sia quanto stesse accadendo sugli spalti.
C’è un particolare che racconta il giornalista Cucchi, ossia che i tifosi dedicavano anche striscioni al telecronista friulano. E in effetti, come raccontato dallo stesso Pizzul, proprio a New York al Mondiale del 1994 fu srotolato uno striscione ironico di circa 30 metri con scritto “Bruno mole il bevi“, Bruno smetti di bere.
Cucchi: “Con Pizzul a Barcellona, ricordo un suo insegnamento”
Riccardo Cucchi, ex radiocronista e giornalista della RAI, ha lavorato con Bruno Pizzul per diverso tempo, condividendo momenti memorabili. Questo il suo ricordo ai microfoni di Calciomercato.it:
“Bruno Pizzul è stato un maestro per la nostra generazione. Lui, Ciotti, Ameri erano davvero punti di riferimento. Prima ancora di iniziare questo mestiere, io ero un radioascoltatore e loro erano dei fari. Ho avuto il piacere di lavorare con Pizzul. Ho sempre fatto fatica a definirmi suo collega perché malgrado non si sentisse un maestro, per me lo era davvero”.

Ha scritto anche un tweet per ricordarlo
“Io prendevo appunti quando stavo con Pizzul, non l’ho mai confessato. C’era soggezione doverosa nei confronti dei colleghi più grandi e più bravi. E noi giovani non avevamo voglia di avere confidenza con loro, anche se loro volevano averla con noi. Ho avuto il piacere e l’onore di raccontare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Barcellona in televisione, insieme a Bruno Pizzul e Fabrizio Del Noce. Un’esperienza straordinaria vissuta ad un maestro della parola”.
Che dolore carissimo Bruno. Tu non lo sapevi, ma prendevo appunti mentre ti ascoltavo. #BrunoPizzul
— riccardo cucchi (@CucchiRiccardo) March 5, 2025
In cosa è stato innovatore?
Prendeva il microfono dal grande maestro Nando Martellini, senza imitarlo. Sarebbe stato un grande errore. Bruno ha cercato di essere sé stesso. La più grande caratteristica è stata proprio questa: una sintonia tra uomo e giornalista, non ha mai scisso queste due personalità. La sua semplicità umana si leggeva perfettamente nel calcio che ci regalava. Forse il pubblico lo amava per questo. Raro che si esibiscano striscioni per telecronisti, ma Bruno ne aveva. Bruno ruppe il video, entrava in punta dei piedi nei salotti degli italiani, senza voler essere un protagonista”.
Qual è il primo ricordo che le viene in mente pensando a Bruno Pizzul? Forse proprio le Olimpiadi di Barcellona del 1992…
“Sì, alle Olimpiadi mi ricordo che prima della telecronaca della cerimonia di apertura ero molto preoccupato e mi ero messo in sala stampa a prendere appunti, a scrivere, a scarabocchiare sui fogli. Arrivò Bruno, con la sua immancabile sigaretta, e disse: <<Riccardino, non prendere appunti, non serve. Non portare molta carta in postazione, tutto quello che ti rimarrà nella memoria sarà giusto da usare in telecronaca>>. Un grande insegnamento che mi ha accompagnato anche negli anni a seguire. Questa frenesia di prendere appunti e abbassare lo sguardo sul foglio, anziché guardare il campo, è un errore che non ho mai più commesso”.
Il ricordo di campo, Iuliano su Pizzul: “Commentatore eccezionale e icona”
Anche i protagonisti in campo hanno apprezzato l’umiltà e la semplicità di Bruno Pizzul. Mark Iuliano, ex difensore della Nazionale italiana e della Juventus, ha raccontato in esclusiva a Calciomercato.it che Bruno fosse “un commentatore eccezionale, una persona incredibile e un’icona. Pizzul è stata una voce storica e persona fantastica”.

Iuliano poi ricorda: “La presenza di Bruno era ingombrante, era un omone così grande. Sarebbe potuto diventare un difensore che avrebbe fatto passare pochi giocatori con la sua fisicità – poi aggiunge – La sua presenza era gradita da tutti i calciatori e tifosi. Una di quelle persone che faceva piacere avere attorno”.