Il presidente del Napoli De Laurentiis sotto inchiesta per falso in bilancio, gli scenari per la giustizia sportiva e il parallelo con la vicenda plusvalenze della Juventus
Ritornano d’attualità, oggi, le questioni giudiziarie intrecciate con il mondo calcistico e in particolare per l’ennesimo caso plusvalenze. A conclusione dell’inchiesta che stava portando avanti da tempo, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, accusato di falso in bilancio per le operazioni Osimhen e Manolas, tra il 2019 e il 2021.

L’Avvocato Michele La Francesca, esperto di questioni giuridiche applicate al calcio per il sito ‘Ius101.it’, è intervenuto ai microfoni di ‘TiAmoCalciomercato’, in onda sul nostro canale Youtube, per parlare della vicenda, rilasciando interessanti dichiarazioni su quelli che potrebbero essere gli sviluppi della vicenda in sede di giustizia sportiva, dove finora il club azzurro non ha ricevuto alcun addebito.
“Abbiamo già un precedente che ci può aiutare a capire cosa potrebbe succedere, il precedente è quello della Juventus, il caso plusvalenze della Juventus – ha spiegato – Chiaro che ci possono essere dei risvolti, bisogna vedere Chiné (il Procuratore FIGC, ndr) cosa intenderà fare. Laddove sussistano degli elementi diversi e nuovi non ancora presi in considerazione dalla procura sportiva, e mi sembra che possano esserci sulla base di questa richiesta di rinvio a giudizio, allora Chinè potrebbe aprire nuovamente il fascicolo e svolgere le indagini necessarie ed eventualmente giungere a deferimenti del presidente del Napoli ma anche del club per responsabilità diretta. Il precedente Juventus ci dice che ci potrebbero essere dei punti di penalizzazione, ma siamo ancora in una fase iniziale e quindi sbilanciarsi è sempre complicato, però quella potrebbe essere la strada. Vedremo cosa succederà”.
Alla Juve vennero inflitti 10 punti di penalizzazione, ma la situazione era più grave e alla fine il club bianconero decise di patteggiare. Qualora al Napoli fossero decurtati 3 punti si troverebbe dietro l’Inter in classifica di uno, mentre se fossero 6, scenderebbe al terzo posto dietro all’Atalanta.
Inter e Suning, La Francesca: “Nessun problema di continuità aziendale”
Con l’Avvocato La Francesca, abbiamo poi trattato i temi relativi all’Inter e alle vicende di alcune holding dell’ex gruppo proprietario Suning.

“Le holding in questione, tra cui la Suning Holding Group, quella nel cui portafoglio era ricompresa l’Inter, hanno chiesto degli accordi di ristrutturazione del debito – ha spiegato – Almeno secondo la legislazione italiana, non siamo di fronte a un fallimento vero e proprio. Si punta a un risanamento della società tramite un accordo con i creditori. Non sappiamo, però, se in Cina questo equivalga al fallimento oppure no. A prescindere da questo, però, l’Inter non ha mai avuto problemi di continuità aziendale. C’è un motivo che molti fanno fatica a comprendere. Chi doveva garantire la continuità aziendale per l’Inter era la controllante lussemburghese Grand Tower. Si è detto, relativamente al prestito di Oaktree, che la continuità aziendale di Suning poteva non essere garantita, non essendo stato ripagato il prestito stesso. Ma c’è un errore di fondo. In Grand Tower, c’era la liquidità necessaria per far fronte alle necessità dell’Inter. E non era Grand Tower a dover rimborsare il prestito ad Oaktree, bensì Suning”.
La Francesca porta, per far comprendere meglio la sua argomentazione, l’esempio del Milan. “Nel 2018, i rossoneri avevano avuto un problema serio, dovendo ricapitalizzare per 32 milioni di euro – ha aggiunto – In quel caso, si trattava di una mossa necessaria per la garanzia della continuità aziendale. Ma l’allora proprietario del Milan, Mr. Li, non aveva la possibilità di approntare tale liquidità. Il CDA del Milan allora chiese aiuto al creditore pignoratizio, che era il fondo Elliott. Ed è un po’ quello che è accaduto all’Inter con Oaktree. Elliott, sulla base degli accordi con Li, immise nella controllante del club, la Rossoneri Sport Investment, la liquidità necessaria per l’aumento di capitale, per garantire quindi la continuità aziendale. All’epoca, nessuno ebbe da ridire, come giustamente doveva essere. Non c’è nessun problema giuridico da questo punto di vista”.
Sul processo Prisma, sul caso sponsor per la Juventus e sui rischi per il club bianconero, La Francesca ha quindi dichiarato: “Dal punto di vista sportivo, per il processo Prisma qualche risvolto potrebbe esserci. Il patteggiamento e la sentenza di carattere sportivo hanno preso in esame dei fatti risalenti fino al 2021, mentre la Procura di Roma analizza anche il bilancio fino al 2022, che non è stato ricompreso dalla giustizia sportiva. A mio avviso, però, non si dovrebbe arrivare a una ulteriore penalizzazione ma a sanzioni minime di carattere pecuniarie. Serve comunque la necessaria verifica giudiziaria. Il caso sponsor potrebbe invece essere un problema serio per la Juventus. La legge 231 prevede la responsabilità in proprio del club dal punto di vista amministrativo, tra le sanzioni c’è quella del divieto di pubblicizzare beni e servizi fino a due anni. La sanzione potrebbe essere evitata, però, in presenza di condotte riparatorie, come ad esempio il risarcimento del Fisco, che sarebbe già avvenuto, o la messa a disposizione dello Stato del profitto del reato, cioè del danno arrecato all’Agenzia delle Entrate. Oppure, ma qui si entra in una verifica più attenta e approfondita da parte del giudice, per quanto riguarda il Modello di Organizzazione Gestionale, atto a prevenire condotte illecite e risolvere le problematiche precedenti”.