Inter-Juve, Prandelli: “Pressione tutta su Allegri”. E poi dice stop

Cesare Prandelli torna a parlare, da Inter-Juventus all’esperienza in Nazionale e la voglia di non avere un’altra avventura in panchina

Il campionato sta definitivamente entrando nel vivo. Le polemiche sono tante, in realtà non sono mai mancate, ma si sa che nel girone di ritorno i punti diventano sempre più pesanti. Ma soprattutto tra meno di una settimana è in programma il big match tra Inter e Juventus, dopo l’1-1 dell’andata. Non sarà un match decisivo visto che siamo a febbraio, ma se dovesse vincere la squadra di Inzaghi il rischio è che lo scudetto prenda effettivamente una strada ben precisa in direzione Appiano. Con un successo, infatti, l’Inter avrebbe un vantaggio di 4 punti (5, considerando lo scontro diretto) con la possibilità di sbancare Bergamo nel recupero e salire a +7.

Prandelli (Ansafoto) – calciomercato.it

“Sarà una partita molto bella ed entusiasmante. L’Inter è molto più forte, ma la Juve ha trovato la sua sicurezza ed è più compatta. Non vedo l’ora di vederla. È una partita molto importante per la Juve, non per l’Inter. Pressione tutta su Allegri? Esatto, perché l’Inter deve anche recuperare una partita”, esamina infatti Cesare Prandelli intervenuto in diretta su Tv Play. L’ex ct ha allenato tra gli altri anche Vlahovic, esploso proprio con lui alla Fiorentina: “Ma di mio in lui c’è poco e nulla. Io penso che gli attaccanti devono essere attaccanti. Mi chiedono spesso perché non ne nascono più. Forse perché nelle scuole calcio sono più incentrati a lavorare per il collettivo. Dobbiamo rispettare le caratteristiche fin da bambini. Con Dusan è stato semplicissimo: ho registrato un po’ la sua posizione. Spalletti ad esempio è un simbolo, ha fatto tutte le categorie. Ha trasformato le sue squadre in base alle caratteristiche, come Totti falso nueve. E sono convinto che si inventerà qualcosa per la Nazionale”.

Prandelli: “Doloroso ripensare alle dimissioni dalla Nazionale. Ora basta panchine, voglio insegnare calcio”

Cesare Prandelli torna poi a parlare proprio della sua avventura in Nazionale tra il 2010 e il 2014 terminata con le dimissioni dopo la disfatta in Brasile: “Riaprire questa fase della mia carriera è molto doloroso. Non è stato facile, ma sono convinto che quando un allenatore va 14 volte in fuorigioco contro il Costa Rica, responsabilità dal punto di vista della preparazione tattica te la devi assumere. Ma io ricordo i 4 anni meravigliosi. La Nazionale mi ha regalato la popolarità immensa”. Dal passato al futuro, cosa c’è in quello di Prandelli?Non ho voglia di tornare in panchina. Sto bene, quindi basta. Ho ancora voglia di fare qualcosa di nuovo, studio ancora calcio ma niente panchine”.

Prandelli (LaPresse) – calciomercato.it

Qualcosa, però, in mente ce l’ha: “Ci sono tante opportunità per insegnare calcio. Mi piacerebbe confrontarmi con altri allenatori e far crescere allenatori giovani. È un patrimonio che non va buttato via, perché tutti possono portare qualcosa. In questo calcio, quello che vedo io, le figure che sono state importanti nelle nuove società fanno fatica a imporsi. I grandi club devono mantenere il senso di appartenenza. Un esempio è il caso Maldini. Paolo dovrebbe stare sempre a Milanello, per quello che ha fatto. La sensazione è che gli ex diano fastidio”.

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