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Caso Tonali e Zaniolo, l’avvocato svela: “Ecco cosa rischiano i club”

Nuovo terremoto nel mondo del calcio: dopo il caso Fagioli, coinvolti anche Tonali e Zaniolo. Cosa rischiano i calciatori e i club

Un altro terremoto travolge il calcio italiano. Dopo una stagione condizionata dall’inchiesta sulla Juventus, ecco il capitolo scommesse agitare i sonni di calciatori e club.

Caso Zaniolo e Tonali: cosa rischiano i club
Zaniolo (LaPresse) – Calciomercato.it

Il la lo ha dato il caso Fagioli che ha già ammesso alla Procura Federale di aver scommesso. L’indagine federale, seguendo i passi di quella penale condotta dalla Procura di Torino, potrebbe però allargarsi. È di oggi la denuncia di Fabrizio Corona che coinvolge altri due calciatori italiani: Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo.

A Coverciano, nel ritiro della Nazionale, ai due calciatori sono stati notificati atti di indagine su mandato dei magistrati di Torino. Successivamente la Figc ha deciso di rispedirli a casa “anche a tutela degli stessi”, considerando che non sarebbero stati nella condizione ideale per affrontare il doppio test contro Malta e Inghilterra.

Del caso che ha coinvolto anche Tonali e Zaniolo ha parlato, intervistato da ‘tvplay.it’, l’avvocato Roberto Afeltra, spiegando i rischi che corrono sia i due calciatori che i club.

Tonali e Zaniolo, cosa rischiano i club

Stando a quanto riferito da Afeltra, per i due giocatori – se venissero condannati dalla giustizia sportiva – “tornando in Italia dovranno scontare una squalifica di tre anni se gli va bene”. Lo stop potrebbe essere esteso all’estero solo in caso di “accordo con la UEFA affinché quelle squalifiche siano estese anche in campo europeo”.

Caso Zaniolo e Tonali: cosa rischiano i club
Tonali (LaPresse) – Calciomercato.it

Più tranquilli i club con Milan e Roma che potrebbero essere coinvolte se le scommesse fossero avvenuto durante il periodo di militanza dei calciatori in rossonero e giallorosso. “Il fatto non incide sulla responsabilità oggettiva delle società” ha affermato Afeltra che ha anche aggiunto che se dovesse emergere che qualche dirigente era al corrente dei fatti, sarebbero anche loro sottoposti a procedimento disciplinare e “probabilmente condannati”. In questo caso la condanna riguarderebbe “anche la società con una responsabilità oggettiva, quindi con una multa”.

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