Quanti debiti ha lasciato all’Inter Massimo Moratti? Ecco alcune cifre interessanti

In questi anni l’Inter non ha mai navigato in acque tranquille sul fronte finanziario e i bilanci annuali hanno sempre mostrato dati contabili poco incoraggianti. Ma la crisi viene da lontano. Quanti debiti ha lasciato al club Massimo Moratti? Proviamo a ricostruire. 

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Moratti (Ansa)

Come è noto, l’Inter – nonostante il buon andamento nelle competizioni internazionali – non sta attraversando affatto una fase positiva o favorevole sul fronte del bilancio societario. Gli ultimi dati resi noti dal club evidenziano infatti conti che non fanno ben sperare per il futuro, ma è anche vero che la situazione finanziaria di una squadra così ricca di tradizione e storia è frutto di ciò che si è verificato nel corso del tempo.

Secondo alcuni osservatori, potremmo essere vicini alla cessione del club, ma è anche vero che sono attualmente molte le incognite all’interno della società, che ha un debito altissimo e che non può che pesare sull’ipotesi di nuovi possibili investitori. C’è chi ha prospettato una possibile cessione della società da parte di Suning a fondi americani o investitori arabi. Vero è che il mercato americano è in un periodo positivo e sono stati fatti grandi investimenti in vista del Mondiale del 2026: ecco perché potrebbero esserci interessamenti dagli Stati Uniti proprio verso i club italiani. Mentre piuttosto l’interesse dei fondi arabi si sta confermando verso altre direzioni come la Premier League.

Se per l’Inter al momento le cose sul piano contabile non vanno per il verso giusto, per capirne le ragioni è opportuno non soltanto concentrarsi sulla gestione attuale, ma anche e soprattutto considerare gli anni precedenti e, dunque, quelli che hanno visto l’ultima fase di Massimo Moratti alla guida del club.

Ecco perché, nel corso di questo articolo, intendiamo fare il punto della situazione, cercando di rispondere dettagliatamente alla domanda di cui al titolo: quanti debiti ha lasciato all’Inter Massimo Moratti? Quali sono le cifre? E che rilievo hanno avuto nell’influire sulla situazione finanziaria odierna dei nerazzurri? Vediamolo da vicino, considerando anche gli ultimi sviluppi finanziari del club – ed anzi partendo proprio da questo.

Bilancio Inter 2022: i numeri non sorridono al club

Prima di soffermarci sulla domanda citata in apertura, è preferibile fare sinteticamente il punto circa la situazione attuale della società, alla luce dell’ultimo bilancio Inter. Ciò ci permetterà, almeno per sommi capi, di capire meglio qual è l’attuale situazione finanziaria in casa Inter.

Ebbene, i dati contabili dell’Inter, relativi all’esercizio 2021-2022, non fanno ben sperare per il futuro e anzi gettano non poche ombre. Nell’ultimo documento contabile reso noto, infatti, l’Inter ha chiuso il bilancio al 30 giugno dello scorso anno con un rosso uguale a 140 milioni di euro circa, un risultato comunque da leggersi in miglioramento di circa 105 milioni di euro rispetto all’esercizio anteriore – chiusosi in perdita per 245,6 milioni di euro.

Il fatturato, ovvero la somma delle varie voci di ricavo della società nerazzurra è stato corrispondente a 439,6 milioni di euro circa – contro i 364,7 milioni di euro di ricavi in corrispondenza dell’esercizio precedente. Ma sono i costi che fanno paura: pur essendo diminuiti rispetto ai 568,7 dell’esercizio precedente, sono comunque pari a quota 527,9 milioni.

La gestione economica dell’Inter è caratterizzata dunque da un marcato squilibrio tra i ricavi e i costi. Basti pensare che i soli costi legati alla squadra (compensi, bonus e ammortamenti) sono stati corrispondenti a 283 milioni di euro circa. Una cifra davvero molto consistente.

Come emerge dall’ultimo bilancio Inter approvato, e relativo all’esercizio 2021-2022, i debiti complessivi sono aumentati a 881 milioni di euro (827 milioni al 30 giugno di due anni fa), Ancora, l’indebitamento finanziario netto corrisponde invece a -268 milioni di euro, rispetto al -297 milioni del 30 giugno di due anni fa, in considerazione dell’aumento della liquidità a 139,1 milioni di euro. Tutti dati che non abbisognano di molti commenti e che spiegano più di tante parole la situazione problematica del club, sul piano finanziario.

Bilancio annuale da chiudere entro il 30 giugno: si prepara un estate bollente per il club

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Moratti (Ansa)

Ebbene, l’Inter con Steven Zhang ancora saldo alla guida del club dovrà sicuramente attuare delle scelte di assoluto rilievo per il proprio futuro. Ovviamente peseranno i risultati sul terreno di gioco: pensiamo al piazzamento in campionato in chiave di partecipazione al torneo della Champions League ma anche all’esito del cammino dei nerazzurri nelle massime competizioni europee.

E’ chiaro insomma che la volontà societaria si combinerà con quanto accaduto sul campo, ed anzi ne sarà condizionata. Da notare peraltro che, analizzando specificamente la composizione della squadra, sono 200 i milioni di valore reale della rosa dei giocatori – ovvero l’unico asset vendibile in una trattativa.

Non spiccano le alternative: in un delicato momento in cui anche lo stesso Steven Zhang sta valutando la possibilità della cessione del club, con un fascicolo da 1,2 miliardi di valutazione (debiti inclusi) che è stato distribuito ad advisor e banche d’affari in cerca di potenziali acquirenti, oggi proprio il valore della rosa rappresenta l’unico asset spendibile da Zhang.

Nessun dubbio a riguardo: si tratta di in una situazione finanziaria molto complicata perché il club nerazzurro deve rientrare da un passivo record accumulatosi negli anni della pandemia e, inoltre, c’è un accordo con l’UEFA per rispettare alcuni paletti. La direzione dovrà essere quella della riduzione del debito e degli ingaggi, con la consequenziale possibile cessione di uno o più big intesi come i calciatori con gli stipendi più alti, o almeno di quei giocatori non considerati più funzionali al club.

I debiti dell’Inter con l’addio di Massimo Moratti erano già consistenti all’epoca del cambio ai vertici

Come tutti i tifosi nerazzurri ricorderanno, Massimo Moratti è stato il presidente più longevo della storia nerazzurra, avendo guidato l’Inter dal 1995 al 2013, anno in cui l’indonesiano Erick Thohir divenne il primo straniero a ricoprire la massima carica dirigenziale in oltre un secolo di storia del club calcistico di Milano. Altro anno chiave fu però il 2018 quando Erick Thohir lasciò il posto a Steven Zhang, che a 26 anni fu il più giovane presidente nella storia del club dell’Inter.

Perciò facendo un salto indietro nel tempo, c’è da chiedersi quali sono i conti che Massimo Moratti lasciò non all’attuale dirigenza ma a quella, non particolarmente gloriosa, dell’indonesiano Thohir. Ebbene, la risposta è che di certo dal punto di vista economico-finanziario, il club già una decina di anni fa non era in buone condizioni.

Già all’epoca il club aveva infatti problemi con il financial fair play e i rischi di sanzioni Uefa. Negli anni precedenti il suo addio alla guida della società nerazzurra, non mancarono scudetti ed anche una Champions League, ma è vero anche che i conti lasciati erano pessimi.

L’ultimo bilancio della gestione Moratti, relativo all’esercizio 2012-2013, infatti, indica un rosso pari a circa 79,9 milioni di euro (era 77,1 nell’annata anteriore e 86,6 nell’esercizio 2010-2011).

Ma ciò che spicca ancor più è che aiuta a capire che la crisi finanziaria dell’Inter ha origine non recente, è la voce relativa ai debiti che, all’epoca, erano stati quantificati in ben 433 milioni di euro, dei quali 181 con banche e fornitori. Proprio quei debiti che oggi sono praticamente raddoppiati e che sono spia di una situazione finanziaria che, nel corso del tempo, non ha ricevuto gli opportuni correttivi dalle nuove gestioni.

Fatturato, costo del lavoro e non solo: i dati finanziari spiegano una crisi che viene da lontano

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Massimo Moratti (Ansa)

Altre informazioni relative all’ultimissima fase di gestione di Massimo Moratti aiutano ulteriormente a chiarire il quadro della situazione in casa Inter. D’altronde debiti così alti non possono accumularsi dall’oggi al domani, ma anzi sono prova di una situazione ‘traballante’ da molto tempo – nonostante i cambi ai vertici e l’immissione di capitali.

All’epoca dell’ultimo bilancio Inter con Massimo Moratti alla guida della società, era però calato il costo del lavoro, un segnale che all’epoca fu interpretato comunque in chiave positiva: da 165 a 128 milioni – con però l’ulteriore nota stonata del crollo del fatturato. Il valore dell’esercizio cui facciamo riferimento è infatti corrispondente a 167,3 milioni di euro contro i 276 del Milan, i 275 della Juve ed addirittura i circa 500 milioni di euro del Real Madrid.

Mancarono poi gli introiti derivanti dalla partecipazione alle coppe europee: l’Inter, all’epoca fuori dall’Europa, incassò poco – anche perché una Champions rendeva almeno una trentina di milioni (poco più di sei una Europa League). Proprio un club come l’Inter ha dunque bisogno ancor più di altri di ben figurare in campionato ma anche nelle coppe.

Ecco allora che i dati finanziari si intrecciano con i risultati sportivi, e va altresì ricordato che Massimo Moratti era comunque sempre intervenuto con investimenti e ripetute iniezioni di denaro fresco. In termini numerici, in 18 anni l’Inter gli è costata 1,2 miliardi di euro circa. Una cifra altissima.

L’ultimo bilancio della gestione Moratti segna una perdita nonostante la diminuzione dei costi

Il club Inter ha chiuso il bilancio dell’esercizio 2012/13 con una perdita pari ad euro 79.881.808, in peggioramento rispetto all’esercizio anteriore. Da notare che la perdita si è avuta nonostante l’abbassamento dei costi della produzione per circa 44,3 milioni di euro, a causa soprattutto dal taglio agli stipendi dei calciatori, mentre gli ammortamenti pari a circa 60 milioni di euro, sono rimasti più o meno invariati.

Ancora, i ricavi scesero di circa 34,5 milioni di euro, soprattutto per la mancata partecipazione alla Champions League, che ha determinato il decremento dei proventi televisivi, di sponsorizzazioni e di biglietteria. Chiaramente queste voci di ricavo sono legate in modo importante all’andamento sportivo della squadra, che non avendo conseguito risultati sportivi di livello, è stata peraltro costretta a un ridimensionamento del budget.

Da Massimo Moratti ad Erick Thohir: per l’Inter la situazione finanziaria non è sostanzialmente migliorata

Il cambio ai vertici non è stato di certo indolore: Erick Thohir si era trovato innanzi allo scenario scontato degli aumenti di capitale e dei tagli alle spese. Un dato è chiaro: il magnate indonesiano non sarà ricordato per aver fatto investimenti stratosferici sul mercato, ed anzi Thohir – rimasto azionista di maggioranza del club dal 2013 al 2016 – ha prestato all’Inter – sotto forma di finanziamento – una cifra vicina ai 118 milioni di euro, con un tasso di interesse oscillante tra l’8% e il 9%.

Questo irritò non poco chi era stato abituato alla gestione Moratti che, pur avendo accumulato una ingente mole di debiti, si era caratterizzata per investimenti a fondo perduto. Tuttavia questa fu la linea di investimento nella fase di risanamento in casa Inter che, come detto sopra, arrivava già da consistenti passivi in bilancio. Al momento dell’arrivo degli asiatici di Suning nell’estate del 2016, Thohir si fece liquidare i finanziamenti e gli interessi realizzando un guadagno di svariati milioni di euro.

Insomma, se con la gestione Moratti i debiti costituirono un pesante fardello nelle casse nerazzurre, non fu di certo con la gestione Thohir che le cose migliorarono. Piuttosto la situazione rimase sostanzialmente inalterata, ed anzi il magnate indonesiano trovò il modo di guadagnare dalla sua astuta gestione.

Gli investimenti degli Zhang non sono mancati ma non sono stati sufficienti a ripianare il buco

Se la stagione 2020/2021 per l’Inter ha visto un dato negativo pari a circa 246 milioni, quella di quest’anno ha visto invece un deficit di 140 circa milioni, in miglioramento. Non dimentichiamo i 700 milioni di euro e oltre, spesi dalla nuova proprietà Zhang dal momento dell’acquisizione – risalente al 2016.

Vero è che in questi anni di nuova gestione il Biscione ha avuto diversi alti e bassi con il denaro. Basti considerare alcune operazioni di calciomercato effettuate nei vari anni: si va dai 192 milioni investiti nella stagione 2019/2020, che portò a Milano Romelu Lukaku, Christian Eriksen e Nicolò Barella tra gli altri, ai soli 38 milioni dell’ultima estate. Ma il peso dei debiti, che risale all’epoca Moratti, permane nei bilanci.

In particolare nei primi 3 anni, dal 2016 al 2018, la gestione Zhang investì ben 478 milioni da Suning tra incremento di capitale e prestiti, che rappresentano circa il 68% degli investimenti totali – a seguire però vi fu un calo anche dovuto agli effetti economici della pandemia a ai nuovi business intrapresi da Steven Zhang che lo sommersero di debiti, costringendolo a vendere parte della stessa Suning.

Ricapitolando, il ‘triangolo’ Moratti-Thohir-Zhang non ha costituito nel tempo le condizioni per risollevare davvero i conti del club, e i dati contabili che abbiamo visto finora lo dimostrano.

Conclusioni

Nel corso di questo articolo abbiamo cercato di ricostruire alcuni passaggi chiave circa l’evoluzione della situazione finanziaria dell’Inter negli ultimi anni. Ci siamo dunque chiesti quanti debiti ha lasciato Massimo Moratti e, per rispondere, abbiamo dato un’occhiata all’ultimo bilancio della “gestione Moratti”.

Detto testo peraltro sintetizza proprio quest’ultima, che ha avuto una durata quasi ventennale e che ha avuto certamente un marcato e costante squilibrio dei conti, legato al perdurante prevalere dei costi sui ricavi e al prevalere dei debiti sui crediti. Per portare un po’ di equilibrio in questa situazione la proprietà è stata obbligata ad intervenire, anche più volte nell’arco dello stesso anno e con cifre molto consistenti. Insomma investimenti così importanti da rappresentare alla fine almeno una delle ragioni primarie dell’uscita di scena di Massimo Moratti – e del cambio del controllo del club nerazzurro.

Ribadiamo infine che l’Inter ha chiuso il bilancio dell’esercizio 2012/13 – l’ultimo dell’era Moratti – con una perdita pari ad euro 79.881.808, in peggioramento rispetto all’esercizio 2011/12. Vero è che per i grandi club italiani diventa sempre più essenziale, per dare ossigeno ai dati contabili, la partecipazione alla Champions League. In questi anni i ricavi da stadio hanno dato però una mano all’Inter, grazie ad una tifoseria fedele, ma restano i problemi legati all’alta mole dei debiti. Ecco perché non sono affatto esclusi cambi al vertice e cessioni di rilievo con l’arrivo dell’estate.

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