Facchetti: “Con o senza Leao, dipende dall’Inter. Inzaghi merita la conferma” | ESCLUSIVO

Alle 21 questa sera andrà in scena il ritorno di semifinale di Champions League fra Inter e Milan, a San Siro. Ai microfoni di calciomercato.it, Gianfelice Facchetti ha raccontato le sue sensazioni 

Siamo arrivati all’atto finale. Inter-Milan di questa sera deciderà chi strapperà il pass per Istanbul. Milano si sta preparando al super Euroderby di ritorno di Champion League, in palio c’è la finale. La tensione è alle stelle, i tifosi nerazzurri e rossoneri contano le ore che restano per arrivare alle 21.

Intervista Facchetti
Gianfelice Facchetti (Lapresse) – calciomercato.it

Fra i tifosi nerazzurri, noi di Calciomercato.it ne abbiamo intervistato uno d’eccezione, Gianfelice Facchetti, figlio della leggenda interista Giacinto Facchetti.

Cosa si aspetta dalla partita di stasera?

“Con le parole ci vuole prudenza, anche per scaramanzia. Diciamo però che l’Inter dell’ultimo mese è una squadra che ha trovato condizione, equilibrio, maturità e altre cose che le hanno permesso di guadagnare posizioni in classifica in campionato e a sorpresa di eliminare in Champions prima il Porto e poi il Benfica. È la stessa squadra che ha giocato un’ottima partita di andata contro il Milan. Quello che mi aspetto è lo stesso temperamento e la stessa attenzione nell’approccio alla partita. Se prima dell’andata c’era un cauto ottimismo, a maggior ragione ora l’Inter ha tutte le carte in regola per passare il turno.”

Parlando di Porto e Benfica ha detto “a sorpresa”. Non si aspettava che l’Inter arrivasse fino a questo punto?

“Beh, tutti ricordiamo l’ironia con cui vennero commentati i sorteggi a Nyon quando l’Inter pescò nel girone Bayern Monaco e Barcellona. Tutti pensavano che l’Inter fosse destinata a uscire. Partiamo da lì, penso che sapevamo di avere davanti un cammino molto difficile da percorrere. Non dico che pensavamo fosse impossibile, però… Pensare di trovarsi a un passo da un sogno così grande è una sorpresa, bisogna fare di tutto per realizzarlo.”

Una semifinale di Champions è già di per sé emozionante. L’emozione raddoppia se si pensa di giocarla contro il Milan, in casa?

“Beh, sì. Quella partita (il derby, ndr) è sempre LA partita dell’anno. Una rivalità cittadina, una rivalità storica. Io c’ero nel 2003 e poi nel 2005, che furono i quarti ma fu come buttare sale su una ferita ancora aperta da due anni prima. Parliamo del 2003. Due pareggi e loro che vanno in finale è una cosa che è rimasta lì, nella storia. C’è tantissimo in questo ritrovarsi su un palcoscenico europeo. Il calco emotivo è forte per tutti.”

Eh sì, cinque derby in un anno chi se li aspettava! E lei in particolare come sta vivendo questo prepartita?

“Cerco di fare le cose che devo per lavoro. Cerco di leggere il meno possibile, quando vedo i messaggi su Whatsapp troppo ottimisti o troppo pessimisti, svuoto le chat. Cerco di parlare al telefono solo con voce sorridente e ben disposta. Poi quando arriverà l’ora ci avvieremo alla volta di San Siro, con la voglia di vivercela fino in fondo.”

Intervista Facchetti
Simone Inzaghi e Marcelo Brozovic (Lapresse) – calciomercato.it

A prescindere dal risultato di questa sera, lei confermerebbe Simone Inzaghi?

“Inzaghi è stato fin troppo messo in discussione, a differenza di altri colleghi che hanno vissuto altrettante fasi della stagione delicate. Bisogna lasciare che Inzaghi faccia il suo lavoro. Si è ripreso la squadra con vittorie importanti come contro la Lazio, la Roma, la conquista della finale di Coppa Italia. Tutto spinge nella direzione di andare avanti con lui.”

I suoi ricordi della Champions credo siano legati molto al 2010, ma anche ai racconti di suo padre della Coppa dei Campioni degli anni ’60.

“Beh, sì. In particolar modo da parte sua c’era il ricordo del ’64, la prima Coppa dei Campioni vinta contro il Real Madrid. Anche perché il Real era la squadra cannibale che vinceva tutte le Coppe dei Campioni. Aveva Di Stefano, Puscas, Gento, Amancio. Era uno squadrone e l’Inter che si affacciava a quell’appuntamento era molto giovane. Mio padre non aveva neanche 22 anni, Mazzola ne aveva uno in più. Una squadra piena di talento e promesse, ma in costruzione. Poi nella stagione successiva l’Inter vinse contro il Benfica a Milano, ma di quella Coppa dei Campioni il ricordo principale di mio padre era legato alla semifinale. La rimonta sul Liverpool dopo aver perso 3-1 all’andata con l’Inter che vince 3-0 a San Siro, il terzo gol segnato da mio padre. È diventata una partita iconica. L’emozione che si respirava al Meazza quella sera mio padre la ricordava bene e raramente l’aveva sentita nuovamente. Una voce sola, un battito solo.”

Quanto la spaventa Rafa Leao stasera?

“In partite così importanti ognuno ha le sue carte da giocare. Il Milan ha giocatori in grado di fare la differenza, l’abbiamo provato sulla nostra pelle. Ma quanto l’Inter gira, è attenta e concentrata, ha tutti gli antidoti per reggere l’urto dei loro migliori. E soprattutto abbiamo anche noi giocatori di talento, di classe, di personalità per guardare a testa alta i nostri avversari ed essere convinti di potercela fare. Con Leao o senza Leao, oggi dipende molto dall’Inter.”

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