Vlahovic vs Milik, il confronto è impietoso

Ennesima sconfitta per la Juventus. Tra i giocatori ad essere maggiormente sotto accusa c’è sicuramente Vlahovic. Ieri partita incolore

Per la prima volta nella sua storia, la Juventus ha perso in entrambe le prime due partite di un girone di Champions League. I bianconeri hanno perso il 71% degli incontri contro il Benfica, la percentuale di sconfitta più alta rispetto ad ogni altra formazione affrontata almeno cinque volte nelle maggiori competizioni europee.

La Juventus ha inoltre perso tre partite di fila per la seconda volta nella sua storia tra Coppa dei Campioni e Champions League, la prima tra maggio 1968 e settembre 1972. Questi sono solo alcuni dei numeri impietosi della serata di ieri. La Juventus infatti è crollata 2-1 allo Stadium contro il Benfica e resta ultima a quota 0 nel Gruppo H di Champions League, assieme al Maccabi Haifa.

Vlahovic © LaPresse
Vlahovic © LaPresse

Il match e l’analisi di una serata da dimenticare

La Juventus la sblocca dopo appena 4′ con un gran colpo di testa di Milik, ma poi sparisce progressivamente dal campo e vengono prima raggiunti dal rigore di Joao Mario (44′), poi superati dalla zampata di Neres a inizio ripresa (55′). La qualificazione agli ottavi si fa ora complicatissima per gli uomini di Allegri. Un altro passo falso, insomma, un altro pesante ko che trasforma il cammino europeo in una salita ripidissima. La Juve ha subito almeno due reti in tre partite di Champions League di fila (inclusa la gara contro il Villarreal dello scorso marzo) per la prima volta da novembre 2013. Ed è la squadra di Serie A che ha concesso più rigori in questa stagione considerando tutte le competizioni. Ieri un ottimo inizio, un gol in avvio, poi praticamente più nulla. Il palcoscenico se lo prende un Benfica, capace di esaltarsi sulle difficoltà dell’avversario. La squadra di Allegri si conferma estremamente fragile, sia mentalmente, sia fisicamente.

Allegri © LaPresse
Allegri © LaPresse

Juventus dominata nella ripresa dopo un incoraggiante primo tempo, con il cammino in Champions League adesso tutto in salita per la ‘Vecchia Signora’. Massimiliano Allegri, nel mirino della critica dopo il tonfo dell’Allianz Stadium, non nasconde in conferenza stampa le difficoltà che sta incontrando in questo momento la sua squadra: “Adesso ci sono poche spiegazioni, sul 2-1 loro siamo crollati psicologicamente e avevano la partita in mano. Dobbiamo lavorare in silenzio e fare un passettino alla volta. Il calcio, fortunatamente o sfortunatamente, ti dà sempre la possibilità di voltare pagina in poco tempo. Nel calcio questi periodi capitano e bisogna affrontarli con la necessaria serenità e lucidità”.

“La Champions non è buttata, – aggiunge – anche se adesso tutto si è complicato. In questo momento non dobbiamo guardare troppo oltre: la partita più importante è la prossima con il Monza, adesso conta solo quella. Bisogna prepararla bene nei prossimi quattro giorni: mentalmente, atleticamente e tecnicamente. Nelle ultime partite abbiamo sprecato tante energie fisiche e nervose, soprattutto domenica scorsa in campionato. Tanti calciatori hanno giocato otto-nove partite di seguito e c’è anche un po’ di stanchezza. Ci sono anche degli assenti, non è una situazione facile. Problema o soluzione. Mi sento parte della soluzione. Sono io – aggiunge – che devo trovare una soluzione a questo momento. Non mi sento parte del problema. Con la dirigenza non c’è stato assolutamente nessun confronto a fine partita”.

Vlahovic e Milik, il confronto impietoso

Tra i giocatori ad essere maggiormente sotto accusa c’è sicuramente Vlahovic. Ieri partita incolore e un voto che rasenta il 5. Troppo nervoso, troppo frettoloso. Ancora una volta non gli arrivano palloni giocabili, ma lui fa poco per aiutare la squadra e inventarsi qualcosa. Meglio, molto meglio Milik che ha un voto in pagella incoraggiante (6,5) e segna un gran gol. Ne sfiora un altro a inizio ripresa e nel complesso disputa un’ottima partita, legando il gioco e risultando praticamente il solo davvero pericoloso. Dusan ha faticato non solo in area, ma anche nel dialogo con i compagni, come spesso gli è capitato in stagione. E la differenza con Milik sta soprattutto qui, prima ancora che nel gol. Non a caso, su azione il polacco è già a quota 3 nel 2022-23, mentre Vlahovic ha segnato una sola volta, alla prima contro il Sassuolo su assist di Di Maria, senza contare i calci da fermo.

Milik © LaPresse
Milik © LaPresse

Contro il Psg, Vlahovic era arrivato appena alla sufficienza. Certo, anche lì, la prima palla buona gli era arrivata nella ripresa, impegnando Donnarumma. Bissando di lì a poco. Già in quel caso si era vista una sorta di involuzione, soprattutto nel lavoro di squadra. Anche in questa occasione, Milik ha fatto meglio. C’è stato quasi il gol, unico lampo del primo tempo bianconero. Poi un discreto sbattimento in termini di quantità per provare ad esser di supporto e combattere il senso d’abbandono, là davanti. Ieri però la differenza è stata netta: i numeri della partita del serbo sono la fotografia di una serata stortissima. Nessun tiro in porta, una sola conclusione sul fondo, un tentativo ribattuto da un avversario, appena otto passaggi riusciti (su di un totale di 15), due fuorigioco, undici palle perse, sei duelli – tutti persi -, una sola sponda. Il calcio non è tutto nelle cifre, ma non può nemmeno prescindere in toto da esse. Insomma, per Vlahovic, 2 partite in Champions e 1 tiro in porta (poco incisivo ).

Ha un solo gol in quattro partite di Champions in carriera, quello segnato dopo una manciata di secondi all’esordio contro il Villarreal, negli ottavi di Champions della scorsa stagione. Nelle 2 partite giocate Vlahovic in media ha eseguito 14 passaggi con una percentuale di passaggi completati del 76%, ha effettuato 0 assist. Ha ricevuto 0 cartellini gialli e 0 rossi. L’inizio della stagione di Arkadiusz Milik è incoraggiante e il confronto con l’attaccante serbo è impietoso: ha giocato 4 partite (non tutte da titolare) con una media di 2 tiri in porta su un totale di 4 e ha messo a segno 2 goal. Arkadiusz Milik in media ha effettuato 12 passaggi ogni partita (con una percentuale di riuscita dell’85%).

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