PAGELLONE MERCATO ESTIVO 2022: Roma regina, flop Verona e Samp

Il pagellone del calciomercato dalla Roma assoluta regina alla Juventus passando per l’Inter: ecco voti e giudizi di Calciomercato.it

Calciomercato, il pagellone di CM.IT
Foto CM.IT

ATALANTA 6,5 – Mai come adesso Gasperini può ritenersi soddisfatto per gli investimenti della sua società. A conti fatti, il club bergamasco ha investito quasi 100 milioni per il riscatto di Demiral e gli arrivi di Lookman, Hojlund, Soppy ed Ederson. Freuler e Miranchuk sono partiti, mentre Malinovski alla fine è rimasto. Lo squalificato Palomino è stato numericamente sostituito con Okoli, rientrato alla base dopo una grande stagione con la Cremonese. Ora spetta a Gasperini aiutare il giovane calciatore affermarsi a livelli importanti.

BOLOGNA 6 – Cessioni importanti per il Bologna di Sinisa Mihajlovic che ha perso Theate, Svanberg e Hickey, venduti a suon di milioni di euro. Di contro, in entrata sono arrivati, tra gli altri, Lucumi, Cambiaso, Posch, Zirkzee dal Bayern Monaco e lo svincolato Lykogiannis. Menzione speciale aver trattenuto bomber Arnautovic, cercato dalla Juventus e dal Manchester United.

CREMONESE 6 – Tornata in Serie A dopo 26 anni, la Cremonese si è mossa con oculatezza sul mercato centrando colpi davvero interessanti. A cominciare dagli attaccanti Okereke, Dessers e Felix Afena-Gyan sui cui sono stati investiti cifre importanti. Oltre a Radu, in porta è tornato Carnesecchi, alle prese col il recupero dopo l’operazione alla spalla, mentre in difesa c’è l’esperienza di Chiriches a farla da padrona. Manca probabilmente un po’ di qualità ed esperienza al centrocampo di Alvini.

EMPOLI 6 – Cessione importante di Asllani all’Inter, rimpiazzato da Marin. Tanti movimenti nel reparto offensivo per rimpiazzare Pinamonti: sempre dai nerazzurri è arrivato il giovane Satriano, dalla Juve ecco Pjaca, dall’Atalanta c’è Lammers e infine Destro dal Genoa. Un pacchetto che dovrebbe essere sufficiente alla squadra di Zanetti a conquistare un’altra salvezza.

FIORENTINA 6,5 -Nell’anno del ritorno in Europa, la Fiorentina si è regalata una sessione di mercato sicuramente al di sopra della sufficienza. La dirigenza gigliata è riuscita ad ingaggiare rinforzi funzionali alle idee tattiche di Vincenzo Italiano, puntando al tempo stesso su elementi di grande prospettiva come Dodo. L’arrivo del brasiliano, di Jovic e di Barak rappresentano senza dubbio il fiore all’occhiello della campagna trasferimenti che ha visto anche la permanenza di tutti i big.

INTER 7,5 – Mercato a due volti quello dei nerazzurri. Quasi tutto subito entro giugno, dal ritorno di Lukaku (operazione incredibile) ad Asllani e Bellanova passando per l’affare a zero Mkhitaryan scippato alla Roma di Mourinho. Nella seconda parte Marotta e soci si sono però abbastanza incartati, subendo la ‘beffa’ Bremer e perdendo l’occasione Dybala a causa delle difficoltà riscontrate sul fronte cessioni. I tifosi hanno sofferto e temuto a lungo la partenza di Skriniar, oltre ad averci capito poco per la gestione di Gosens, ma Zhang ha resistito agli assalti del Psg regalando in extremis a Inzaghi – dopo che aveva bloccato l’operazione al traguardo – il tanto desiderato Acerbi per completare la difesa. Riassumendo: nonostante le difficoltà e le premesse, l’Inter ha perso solo Perisic rinforzando però la squadra e la rosa, ora la più profonda (al di là dell’incognita sulla fascia sinistra), forte e funzionale del campionato. La palla adesso passa a Inzaghi.

Maurizio Russo/Raffaele Amato

JUVENTUS 7.5 – La Juventus chiude in bellezza il mercato estivo, piazzando anche l’uscita di Arthur (direzione Liverpool e con ingaggio pagato dai ‘Reds’), dopo l’arrivo a centrocampo di Paredes, da sempre prima scelta di Allegri in cabina di regia. Pogba e Di Maria – entrambi sbarcati a Torino a parametro zero – sono chiamati a fare la differenza, anche se le condizioni fisiche dei due nuovi assi bianconeri tengono sulle spine società e tecnico. Milik va a rinforzare l’attacco e a dar ma forte a Vlahovic, con il polacco
preferito a Depay anche per questioni economiche. Bremer, strappato alla rivale Inter, è l’investimento più oneroso della campagna acquisti di Cherubini e Arrivabene, con l’ex Torino chiamato a sostituire de Ligt nel cuore della difesa. Kostic darà maggiori soluzioni sull’esterno ad Allegri, non convince del tutto invece la gestione dei giovani con Fagioli rimasto alla fine sotto la Mole. Oltre ad Arthur, la Juve si è liberata anche del pesante ingaggio di Ramsey, mentre per Rabiot è sfumato il trasferimento al Manchester United: il francese potrebbe risultare a questo punto una risorsa preziosa per la mediana della ‘Vecchia Signora’, che invece in extremis saluta Zakaria, diretto al Chelsea.

LAZIO 7 – Otto acquisti a Formello non si vedevano da parecchio, ma soprattutto con certe tempistiche. La Lazio è andata incontro alle richieste di Sarri e lo ha fatto a inizio ritiro, riducendo i tempi biblici ai quali ci aveva abituato. Provedel, Maximiano, Casale, Gila, Romagnoli, Marcos Antonio, Cancellieri e Vecino. Sono questi i nuovi arrivi biancocelesti che coprono quasi tutte le falle della rosa della Lazio e che chiudono una delle sessioni migliori degli ultimi anni a Formello, dopo una serie assolutamente deludente. Lotito ha mantenuto i patti. Provedel si è dimostrato subito affidabile, Maximiano avrà bisogno di tempo ma le qualità ci sono. Casale non è stato ancora sganciato, Sarri vuole aspettare per lanciare i nuovi acquisti. È stato così per tutti anche lo scorso anno, ed è il motivo per cui anche Marcos Antonio sta trovando poco il campo. Nessuna bocciatura, è il naturale corso delle cose con il mister. Romagnoli invece si è preso subito la Lazio, è già leader. Marcos Antonio ha fatto già vedere ottime cose, il giocatore c’è. Vecino è una certezza, Gila è tutto da verificare. Sarri e la Lazio puntano parecchio anche su Cancellieri, su cui è stato fatto un investimento importante e già sta trovando il campo con grande costanza. Lotito e Tare hanno svecchiato parecchio la rosa e verrebbe da dire finalmente. Un altro segnale importante di come la società voglia seguire il suo allenatore e creda nel progetto. Buono il mercato anche in uscita: via Akpa-Akpro, Durmisi, Muriqi, Moro, Escalante, Vavro, Kiyine, Jony, Adekanye e Anderson. Certo, per essere perfetto bisognava tappare ancora due falle. Una è il terzino sinistro, chiesto a gran voce da Sarri, l’altra il vice-Immobile. Il rammarico è soprattutto Reguilon, Lotito non se l’è sentita. Il solo Hysaj difficilmente basterà. Così come saranno guai quando Ciro Immobile dovrà riposare. Cancellieri non ha ancora quel ruolo nelle corde, deve lavorarci parecchio. Si alterneranno magari Pedro e Felipe Anderson, ma la mancanza rischia di essere importante e condizionante. Ma il gruppo c’è e ha tenuto il suo giocatore più forte: Milinkovic-Savic è rimasto e sembra anche senza remore né musi lunghi come si poteva temere. Così come Luis Alberto. Con loro e una rosa abbastanza lunga la Lazio può fare davvero bene.

Francesco Iucca

LECCE 6,5 – Un mercato nel segno di Pantaleo Corvino, con grandi intuizioni e scommesse intricanti come quella Umititi. Sono arrivati 18 giocatori (compreso Frabotta) è cambiata la difesa, il centrocampo e soprattutto l’attacco che vede in Ceesay una solida certezza.
Da rivedere la gestione Frabotta. Alla fine, il terzino di proprietà della Juve ha preferito andare a giocare a Frosinone.

MILAN 7 – E’ Sergino Dest l’ultimo colpo del calciomercato del Milan. La campagna acquisti, partita in ritardo per via dei rinnovi di Paolo Maldini e Frederic Massara, arrivati solamente all’ultimo giugno, ha visto i rossoneri scatenarsi nelle ultime ore. L’esterno, proveniente dal Barcellona, è un’affare che ha sorpreso davvero tutti. L’infortunio di Florenzi ha portato la dirigenza a muoversi con decisione sul calciatore: la trattativa nata nella serata di ieri si è chiusa rapidamente. Una tempestività mai mostrata prima dal Milan, che va ben sperare per il futuro. Il closing, arrivato qualche ora prima, ha certamente aiutato. E’ un ottimo modo di presentarsi per Gerry Cardinale: Dest potrà essere utile non solo come terzino, destro o sinistro, ma anche come esterno alto. Un colpo che esalta il popolo rossonero, che aveva festeggiato, prima, per l’arrivo di Charles De Ketelaere. Il belga, pagato ben 32 milioni più eventuali 3 di bonus, è il più grande colpo del calciomercato rossonero. E’ certamente l’affare più interessante, guardando al futuro, di tutta la Serie A. Il cambio di proprietà ha portato il Diavolo a perdere due obiettivi come Botman e Sanches. Il portoghese sarebbe stato il nome giusto per rafforzare una mediana orfana di Kessie ma il Milan non ha perso la strada maestra. I rossoneri hanno così deciso di puntare sui giovani: Vranckx è un ottimo colpo ma in prospettiva così come quello di Thiaw. Bisognerà aspettarli. Toccherà a Pioli plasmarli. Da non sottovalutare i ritorni di Adli e Pobega, che allungano la rosa. Non si è ancora messo in mostra ma Origi, finalmente, da un’alternativa a Olivier Giroud. Il Milan dunque si presenta ai nastri di partenza con una rosa più completa. La partenza di Romagnoli non peserà di certo. Kessie, invece, è un titolare che va via ma entra il trequartista tanto atteso da Pioli, da più di un anno. Bene anche gli addii di Castillejo e Caldara. L’unica nota stonata è il mancato addio di Bakayoko.

Martin Sartorio

MONZA 6,5 – Monza scatenato in questa sessione estiva, con il club del patron Berlusconi che ha iniziato però nel peggiore dei modi il primo e storico campionato di Serie A. Sul mercato è stata rivoluzione rispetto allo scorso anno, gli interventi non sono di certo mancati: da Cragno al prestito di Sensi dall’Inter, fino al duo offensivo Caprari-Petagna. Uno zoccolo duro italiano con il ritorno a casa di capitan Pessina, senza dimenticare l’asse con la Juve per i baby Ranocchia e Rovella. I risultati – almeno in questa primissima parte di stagione – non stanno dando ragione alla dirigenza biancorossa ed è mancata anche la ciliegina sulla torta, un nome di grido per intenderci: Icardi, Dybala e Suarez, tentativi concreti ma senza l’esito sperato per Galliani. L’Ad ex Milan ha prediletto la formula del prestito con obbligo di riscatto legato alla salvezza, ma considerando la massiccia campagna acquisti dei brianzoli è lecito aspettarsi un campionato che vada oltre la ‘semplice’ permanenza nella categoria. Lo start però non è dei più promettenti…

NAPOLI 7 – La rifondazione è avvenuta. La storica guardia ha lasciato campo e spazio alle speranze chiamate Raspadori e Kvara. Il monte ingaggi è stato abbassato, la bilancia tra entrate ed uscite è positiva. Già questo basta a tenere il voto alto. La sensazione che lasciano i due pareggi con Fiorentina e Lecce è quella del punto interrogativo legato all’integrazione dei nuovi. Non c’è un tasso importante di esperienza, ma sono arrivati tutti giocatori di gamba e qualità. Giuntoli ha fortemente scommesso sulle sue idee in asse con Spalletti, ma avrebbe voluto Navas per garantire allo spogliatoio quella leadership che, per ora, deve esser sopperita da chi già faceva parte del gruppo.

Marco Giordano

ROMA 8 – Stimolato da una proprietà ambiziosa, dal carisma di José Mourinho e dall’entusiasmo dell’ambiente dopo il trionfo in Coference League, Tiago Pinto si è reso protagonista di una campagna trasferimenti di altissimo livello. Spendendo meno di 10 milioni di euro complessivi, il manager portoghese ha impreziosito la rosa giallorossa con Belotti, Camara, Celik, Dybala, Matic, Svilar Wijnaldum. Anche sul fronte uscite, l’ex Benfica è riuscito a piazzare praticamente tutti i giocatori fuori dal progetto, riuscendo anche a venderne alcuni a titolo definitivo. Un’altra nota di merito a favore del dirigente capitolino è rappresentato dai tempi di reazione mostrati dopo il grave infortunio del centrocampista olandese, intavolando e chiudendo la trattativa per Camara in tempi abbastanza brevi.

SALERNITANA 6,5 – Dopo l’addio di Sabatini, Iervolino ha firmato l’ennesima rivoluzione della Salernitana. È servito infatti l’intervento del presidente per sbloccare Maggiore, blindare Mazzocchi e inserire in rosa Dia e Piatek. Molti degli acquisti sono stati finanziati dalla cessione di Ederson all’Atalanta.

SAMPDORIA 5 – Un mercato con zero budget, in attesa di novità sul fronte societario. E che non ha portato l’attaccante esperto a lungo richiesto da Giampaolo dopo l’infortunio di De Luca. Incuriosisce l’arrivo di Winks, mentre Villar al momento è un’incognita: lo spagnolo ha bisogno di tempo per ritrovare la forma migliore.

SASSUOLO 7 – Un attacco totalmente rivoluzionato con le cessioni di Raspadori e Scamacca, e gli arrivi di Pinamonti, Alvarez, e Laurienté. Proprio il talento francese ha impreziosito una campagna acquisti condotta con grande pazienza dai dirigenti neroverdi, sulla tracce del classe ’98 da diverso tempo. Ero lo scorso luglio, infatti, quando il direttore sportivo Giovanni Rossi ha sorpassato il Torino per aggiudicarsi l’esterno transalpino.

SPEZIA 5 – Le dichiarazioni di Luca Gotti sono un campanello d’allarme. Il tecnico lamenta l’assenza di rinforzi in attacco e a centrocampo, mentre in difesa sono arrivati Caldara, Ampadu e il portiere Dragowski.

TORINO 6 – Il calciomercato del Torino è stato caratterizzato da due fasi ben distinte, con la clamorosa discussione tra Ivan Juric e il direttore sportivo Davide Vagnati a fare da spartiacque. Gli arrivi di Miranchuk, Radonjic, Schuurs Vlasic hanno solo parzialmente lenito l’amarezza dei tifosi granata che hanno visto il loro idolo Bremer vestire la maglia della Juve, ma per come si stavano mettendo le cose, il mercato del Toro merita sicuramente una sufficienza piena.

UDINESE 6 – Il colpo migliore è stato senz’altro quello di tenere Deulofeu. Unico big a partire Molina, in direzione Atletico Madrid, che ha riportato subito Perez in Friuli oltre a tanti soldi. Per il resto tante scommesse: da Ebosele a Lovric passando da Bijol fino a Ehizibue.

VERONA 4,5 – Sono andati via Simeone, Caprari, Barak e Casale. Al loro posto, Djuric, Henry e Kallon e Hien. La profonda rivoluzione del Verona preoccupa, e non da ieri, il tecnico Cioffi che si è lamentato del mercato del club. Un segnale inequivocabile sulle tensioni tra l’allenatore e la società.

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