TV PLAY | Parola al Prof. Fiormonte: “Ecco cosa rischia Palomino”

Luca Fiormonte, ex membro del Tribunale Nazionale Amministrativo Antidoping del Coni, ha parlato del caso Palomino in diretta a TvPlay

Arbitro del Tribunale Arbitrale Internazionale dello Sport ed ex membro del Tribunale Nazionale Amministrativo Antidoping del Coni, Luca Fiormonte ha parlato a Calciomercato.it in onda su TvPlay. Al centro della discussione il caso legato a Palomino, difensore dell’Atalanta risultato ufficialmente positivo ad un controllo antidoping.

Luca Fiormonte a TV PLAY
Luca Fiormonte in diretta su TV Play

CASO PALOMINO – “Facciamo una premessa, io parlo in linea teorica in base alla normativa. Il Clostebol è un’anabolizzante conosciuto da anni, in 12 anni ha fatto qualcosa come 1200 casi. Torniamo un po’ indietro nel tempo perché il nandrolone è sempre un anabolizzante. Nel diritto sportivo si è sempre abituati a parlare della norma, della responsabilità oggettiva… la normativa antidoping è molto dura e che si applica sia qui che all’estero, si basa sul diritto anglosassone. Il codice WADA, l’organizzazione mondiale antidoping, fa riferimento all’articolo 2, ovvero che un atleta deve accertarsi del contenuto dei farmaci che assume, ha l’obbligo di controllare nel bugiardino che sostanze sta assumendo. La norma è molto dura, le sostanze sono divise in specificate e non specificate. Il Clostebol è vietato sia fuori competizione che in competizione ed è stata cercata appunto perché non può essere assunto anche fuori dalla competizione ed essendo una sostanza non specificata la normativa è più dura. Ora il giocatore dovrà dimostrare la non intenzione di assumere la sostanza, di non aver assunto intenzionalmente la sostanza. Come funziona la ricerca delle sostanze? Ci sono sostanze che si possono cercare in competizione, fuori competizione e in entrambe le circostanze, dopo 12 ore dalla competizione alcune sostanze non sono più ricercabili, in questo caso il Clostebol è ricercabile in entrambe le circostanze così come altre sostanze”.

Palomino
Palomino ©LaPresse

POSSIBILITA’ DI ERRORE – “Nel caso specifico la prova della colpa è la positività al test antidoping, poi il giocatore può chiedere le controprove. Per Clostebol nove anni fa squalificammo un ragazzo che era stato in bicicletta in Messico, disse che la carne era contaminata, cosa risaputa ma non avrebbe dovuto assumere la carne. Il caso più eclatante fu quello di Contador, che disse di aver mangiato la carne contaminata di un paesino spagnolo. La WADA andò in quel paesino e fece un controllo a tappeto sulla carne non trovando nulla. Nel caso di Lucioni invece il medico fece una genialata assumendosi la colpa e quindi fu squalificato lui e anche il giocatore per le motivazioni sulla conoscenza delle sostanze detta prima. E’ difficile dimostrare la non intenzionalità, ma non impossibile. Ci fu un giocatore molto famoso che ora allena, mi chiamò dalle Maldive e mi disse che sua figlia usava uno spray al Clostebol, gli dissi quando lo assumeva di uscire dalla stanza per evitare contaminazioni. Rischia un anno Palomino? No rischia un massimo di 4 anni, poi può esserci anche il patteggiamento”.

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