Coda polemica per Roma-Salernitana, con Mourinho che spiega la frase incriminata che ha fatto arrabbiare i granata e Davide Nicola che risponde
Non solo campo, o comunque non solo calcio. Roma-Salernitana negli ultimi minuti è stato anche animi tesi a bordocampo, tra le panchine. Il tecnico granata Davide Nicola in conferenza stampa è stato interrogato sulla sconfitta dell’Olimpico e ovviamente sui fatti accaduti con i collaboratori di Mourinho. “ Una sconfitta che non ci fa piacere, ma io oggi sono entrato negli spogliatoi e ho detto ai ragazzi che siamo stati ancor più decisi”.

Nicola racconta la partita: “Non abbiamo solo cercato di limitare la Roma, ma anche di costruire, il rammarico è non averla chiusa. Il punto è come approcciamo sulle situazioni chiave. I ragazzi hanno fatto una partita straordinaria. Obi mi ha dimostrato che posso contare su di lui. I cambi sono stati tutti forzati, oltre al fatto che avevamo 5-6 ammoniti, e altri mi hanno chiesto il cambio. Voglio ancora più mentalità nell’omogeneità della rosa. Voglio più rabbia e più ardore. Dobbiamo cominciare a vincere, ma oggi è stata la prima volta che ho avvertito il desiderio di tutti di vincere. Vogliamo fortemente raggiungere il risultato”.
Poi si arriva alla vicenda tra le panchine: “ Raramente litigo con gli altri, ma quello che succede in campo resta in campo. Va bene così, c’era una battaglia sportiva in campo e questo anche tra le panchine, e ognuno parteggia per la propria parte ma poi finisce tutto lì”. Quindi sostanzialmente Nicola, al contrario del suo ds Walter Sabatini, sceglie la via del silenzio: “Se vi confermo la versione di Mourinho sulla frase ‘Andrete in Serie B’? Non mi interessa replicare alla versione del mister, se l’ha data lui va bene così. Non mi interessa. In campo faccio la guerra con tutti, sempre nella lealtà delle cose“. Ci si aspettava una risposta decisamente diversa, ma stavolta Nicola fa il ‘pompiere’.

Poi Nicola continua: “Dobbiamo continuare così. Sono state prestazioni sempre più convincenti, con l’Inter siamo stati bravi nelle intenzioni, ma abbiamo fatto scivolare via la partita e la qualità degli avversari ci ha fatto pagare dazio. Con la Juve era diversa, lì abbiamo pagato due letture. Oggi una grande partita sotto tutti gli aspetti, di voglia, di geometrie, ma non abbiamo chiuso la partita. A me il calendario non interessa, mi interessa far vedere questa voglia, nessuno ci ha più messo i piedi in testa. Ora è giusto che siamo per due giorni arrabbiati, sentendo quel fastidio di non essere riusciti, ma mi aspetto che dalla prossima ci sia questo ardore. L’arrabbiatura è più per non aver chiuso la partita. Siamo molto vicini a poter fare una serie di risultati, ma dobbiamo imporci di farlo accettando i rischi”.
Poi la chiosa finale e il parallelismo col Crotone che fece 17 punti in 8 partite: “ Grazie per l’energia ma non ne ho bisogno altrimenti devo riscendere in campo subito. La cosa è talmente difficile, quanto straordinariamente appagante. Siamo diventati squadra velocemente ma ora dobbiamo fare velocemente punti. Non c’è stato un solo giorno in cui io non sia stato mosso da un fuoco dentro. Questi giocatori mi piacciono, il processo mentale è più lungo, ha a che fare con l’aspetto cognitivo ed emotivo di ognuno di noi. Io li martello ogni giorno e non mi pesa perché non pesa neanche a loro. Mi dimostrano fame e finché è così va bene”.




















