In Coppa Italia Vlahovic domani sera ritroverà la Fiorentina, la Juventus per il suo nuovo bomber deve ringraziare Cesare Prandelli
“Sei mai stato sulla cresta di un’onda? L’equilibrio in bilico e la schiuma che ti circonda. Ti senti così piccolo”. Parole e musica di Lucio Dalla, in una meravigliosa canzone che vedeva protagonista Roberto Baggio, un campione che qualcosa in comune con Vlahovic ce l’ha e non è solamente il passaggio dalla Fiorentina alla Juventus. È il talento e anche, perché no, la fragilità. Adesso è difficile immaginarsi l’attaccante serbo in difficoltà, dopo anni straordinari con la viola e un primo mese da sogno in bianconero.

Ma non è stato sempre così, Dusan, c’è stato un tempo in cui il pallone non entrava, non andava dove volevi tu. C’è stato un tempo in cui tutti stavano perdendo fiducia in te e i tuoi sogni, che potevi vedere ad un passo, si stavano allontanando come un’isola vista dal mare mentre piano piano torni a casa. La storia di Vlahovic poteva finire lì, con un solo gol nelle prime undici giornate di campionato con la Fiorentina. Ma per sua fortuna e, aggiungerei, per quella di tutti di coloro che amano questo sport, è arrivato Cesare Prandelli sulla panchina viola.
Quando Vlahovic non faceva goal | La fiducia di Prandelli che lo ha reso una stella

L’ex Commissario Tecnico della Nazionale ha riposto in Vlahovic una fiducia smisurata, non giustificata da quanto mostrato fino a quel momento. Evidentemente Prandelli ci aveva visto qualcosa di speciale in quel ragazzo di vent’anni che sembrava essere forgiato nella roccia di Belgrado. Anche nelle prime quattro partite sotto la gestione Prandelli non è arrivata nemmeno una rete da parte di Dusan, che però poi si è sbloccato e non si è fermato più. Tre gol consecutivi contro Sassuolo, Verona e Juventus prima della sosta natalizia e poi 25 reti nel 2021: soltanto Haaland e Lewandowski sono riusciti a farne di più in Europa. Ora è facile dire che Cesare ci aveva visto giusto.
Non è un caso che in tutte le occasioni che ha avuto, Vlahovic ha ringraziato Prandelli per il credito di fiducia che gli ha riservato: “Neanche mio padre avrebbe fatto le cose che ha fatto lui per me”. Così, in un’intervista a ‘Dazn’, il serbo ha reso l’idea di quanto merito vada riconosciuto al tecnico lombardo per la sua esplosione. I numeri di Vlahovic da quel momento in poi li conosciamo tutti, così come il suo impatto con il mondo Juventus: tre reti in quattro partite di Serie A, impreziosite da una gemma dopo appena 32″ dalla sua prima apparizione in Champions League. Un palcoscenico che, con queste premesse, sembra essere il suo habitat naturale e fa sognare i tifosi bianconeri per il futuro.
Non è un caso nemmeno il fatto che Dusan, nel suo viaggio in macchina da Firenze a Torino del 27 gennaio, prima del trasferimento più importante della sua carriera, abbia chiamato Prandelli per ringraziarlo ancora una volta. Io mi sono immaginato l’ex CT della Nazionale rispondergli con un’altra celebre canzone di Lucio Dalla: ‘Telefonami tra vent’anni’ e raccontami una grande storia. Il futuro è tutto dalla parte di Vlahovic, ma è giusto riconoscere i meriti di coloro che hanno creduto in lui prima di ogni altro.
Oltre a Prandelli, non si può non citare Pantaleo Corvino: uno dei più straordinari conoscitori del gioco in Italia, che nel 2018 ha ingaggiato Vlahovic dal Partizan Belgrado per 1,5 milioni di euro, strappandolo alla concorrenza di Arsenal, Borussia Dortmund, Atalanta e proprio della Juventus. La madre dell’attaccante all’ex dirigente viola disse: “Le do il nuovo Batistuta“. Aspettative alte e ambizioni infinite, Dusan è cresciuto in questa cornice, e nel momento di massima difficoltà a sorreggerlo è stato Prandelli. Quindi, grazie Cesare.




















