Scaroni sbotta: “È inammissibile, non capisco. Se chiuderemo i battenti…”

Non solo calciomercato: in queste settimane si è parlato molto anche del tema ristori nel calcio e il presidente del Milan ha tuonato

Nei giorni in cui la Juventus acquista Dusan Vlahovic per più di 70 milioni di euro, il calcio torna a parlare anche dei ristori e degli aiuti mai arrivati dallo Stato. È stato, insieme, al calciomercato, l’argomento più discusso in queste settimane, con tanti vertici del mondo del calcio che hanno espresso la loro delusione.

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Scaroni © LaPresse

Alcuni giorni fa era stato il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino con una lettera al Governo a invocare un sostegno, anche dopo la riduzione della capienza degli stadi: “I club hanno ricevuto ristori assolutamente minimali, inadeguati, e in palese disparità di trattamento, con riferimento, ad esempio, al settore cultura e spettacolo al quale apparteniamo. Servono misure di effettivo e concreto sostegno delle nostre società che sono al lumicino della resistenza gestionale”. Gli aveva poi fatto ecco anche il numero uno della Figc Gravina: “Confido si arrivi presto ad altri concreti riconoscimenti da parte del governo”. E ora anche le parole del presidente del Milan Paolo Scaroni.

Milan, Scaroni: “Zero ristori al calcio, è inammissibile”

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Scaroni © LaPresse

Il presidente del Milan Paolo Scaroni ha lanciato l’ennesimo allarme arrivato dal mondo del calcio e lo ha fatto sulle pagine de ‘Il Sole 24 Ore’: “A differenza di tante altre imprese che hanno dovuto fermarsi e che hanno ottenuto contributi, non si capisce perché al calcio di vertice si sia deciso di non assegnare nulla”, le sue parole che ricalcano anche quelle di Marotta. Il Deputy Chairman di Rothschild&Co continua: “La nostra società in tempi così difficili si è impegnata a intraprendere un percorso più sostenibile economicamente, ed è bene che tutto il movimento si adegui, ma non è ammissibile questo trattamento per un’industria come la nostra che dà lavoro a 300mila addetti. Se saremo costretti a ridimensionarci o a chiudere i battenti sarà un problema per tutti gli italiani”.

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