Venezia-Roma, Mourinho: “Juan Jesus e Peres sarebbero serviti. Sugli arbitri…”

Nel post-partita di Venezia-Roma ha parlato Josè Mourinho che ha analizzato il ko di oggi in trasferta 

Post partita amaro per Josè Mourinho che ha parlato a caldo ai microfoni di ‘Sky’ analizzando la sconfitta di oggi della Roma contro il Venezia: “Abbiamo creato tante occasioni. Mi chiedo come sia possibile fare solo 2 gol con così tanto gioco offensivo. Il primo gol subito è una palla inattiva, il terzo è un’interpretazione sbagliata di un possibile fuorigioco. Poi c’è il secondo gol: devo proteggere me stesso e tenere per me le mie sensazioni su quello che sta succedendo. Se Darmian sta in difficoltà per un giallo entra Dumfries, se Kjaer sta in difficoltà per un giallo entra Romagnoli. E posso fare altri mille esempi. In panchina io avevo Tripi della primavera. Oggi Juan Jesus e Bruno Peres sarebbero serviti”. 

Mourinho a Dazn: dal VAR agli arbitri
Mourinho a Dazn

Mourinho ha continuato: “Abbiamo avuto tante occasioni per il 3-1, la più evidente con El Shaarawy, ma la realtà è che sul 2-1 eravamo sotto controllo e preferisco non dire nulla su quello che è successo: dico solo che è stato un momento molto importante della partita”.

OBIETTIVI – “Come allenatore devo mettere ambizione e motivazione ai giocatori e a me stesso. Dire che vogliamo lottare per il quarto posto non significa che siamo da quarto posto: questo non l’ho mai detto. Ma fino all’ultima partita prima della matematica voglio dire che il 4º posto è l’obiettivo per cui lottiamo”.

Mourinho ha quindi parlato anche a ‘Dazn’: “Il primo è un gol su parla inattiva su cui si lavora ogni settimana. In contropiede non si può rischiare così. Iniziamo il secondo tempo con l’obiettivo di finire la partita ed andare a segnare ed abbiamo avuto tante opportunità per farlo. Io sono qui per parlare, l’arbitro non è qui, il var non è qui ed è così. Adesso dobbiamo digerire la situazione e soffrire”.

VAR –Preferisco non parlare. Le regole sono fatte per chi capisce poco di calcio, ma sono loro i poderosi che decidono. Ci sono le interpretazioni, c’è il feeling con ciò che si fa. E poi c’è lo spazio del dubbio: quando arrivi alla fine della stagione gli errori si compensano; quando c’è un accumulo settimana dopo settimana… inizi a pensare che è meglio star zitti. Io mi sono chiesto il perché, mi sono dato una risposta. Non parlo”.

Infine: “Abbiamo problemi evidenti, quando si costruisce una squadra si parte con un’idea di gioco. Ma la rosa è squilibrata, non ci sono vere opzioni per ogni ruolo”.

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