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Inter, Materazzi: “Conte? Passato discutibile ma ora mi è simpatico”

L’ex difensore nerazzurro parla di Mourinho, Balotelli e del tecnico interista

INTER CONTE MATERAZZI MOURINHO BALOTELLI / Nuovamente protagonista sui social, Marco Materazzi in una diretta Instagram con Davide Oldani ha toccato diversi argomenti senza dimenticare una stoccatina ai rivali di sempre: “La Juve deve pensare alla Champions, che quest'anno avrà un nuovo format: anche se la vincono, non si può definire come tale. Scherzo…”.

CONTE – La sua serietà è indiscutibile, era discutibile il suo passato ma ora è diventato interista e mi è più simpatico. Ha ridotto il gap con le prime ed è importante per il futuro, normale manchi qualcosa”.Il club sta ristrutturando tutto, anche il centro sportivo; bisogna prendere la Juve come esempio. L'Inter rimane sempre l'Inter, ma deve adeguarsi ai tempi. Poi è ovvio che speri che il loro ciclo vincente finisca”. Tutte le news di calciomercato e non solo: CLICCA QUI!

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Materazzi ha quindi dispensato un aneddoto su Balotelli e il famoso Inter-Barcellona: “Gliel'ho data, è vero. Io voglio bene a Mario, ma se l'era meritata. Oggi siamo tornati a essere più che amici, praticamente fratelli. In quella circostanza fece una cosa che non doveva fare, giocare male; il discorso della maglietta passò in secondo piano. Prima della partita, sul pullman ci disse 'oggi entro e gioco male' e a quel punto gliele promisi. Quando entrò, fece un'azione tirando da fuori anziché andare in contropiede: c'era Milito in panchina che lo voleva ammazzare. La settimana successiva alla gara col Barça dissi a Mourinho di schierarmi nelle partitelle contro Balotelli, che dopo pochi secondi se ne andava negli spogliatoi”.

MOURINHO – “Avendo preso la licenza per guidare una squadra, io dico che c'è una verità fondamentale in questo mestiere: ci sono gli allenatori che possono allenare i campioni, altri che devono costruirlo. Mourinho è inarrivabile nel creare quella empatia che solo lui sa creare. Ricordo il primo allenamento, ci convocò in campo e non parlava nessuno: silenzio assoluto. E lui capì subito che avevamo timore e ci disse che potevamo scioglierci. Lì scattò subito l'empatia. La qualità che avevamo era indiscutibile, poi Mourinho è anche un paraculo”. 

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