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Finale Champions, ESCLUSIVO Maroto: “No ad Istanbul solo in un caso”

Il corrispondente internazionale di ‘AS’: “Il calcio non va usato dalla politica”

FINALE CHAMPIONS TURCHIA ISTANBUL / Istanbul è la sede della prossima finale di Champions League, ma le tensioni internazionali verso la Turchia a causa dell'invasione della Siria e dei bombardamenti al popolo curdo da parte del governo di Erdogan stanno causando, in questi giorni, diversi dubbi sull'opportunità di disputarvi il match più importante del calcio europeo. Ai microfoni di Calciomercato.it ne ha parlato Joaquin Maroto, corrispondente internazionale del quotidiano spagnolo ‘AS’, esperto nelle questioni 'UEFA': “Bisogna separare i motivi politici da quelli di sicurezza. Se fosse per i secondi, sarei d’accordo con lo spostamento della finale, ma in caso contrario sono un fermo sostenitore del non utilizzare lo sport in generale e il calcio in particolare né come un’arma né come una scusa politica. Lo sport deve seguire la sua strada, parallela a quella della politica, senza che le stesse si incrocino. Altrimenti, ci sarebbe sempre un motivo per non disputare una gara o per cambiarla di sede. Succede la stessa cosa con le partite in Arabia Saudita o in Qatar”. 

Crede sia possibile spostare a stagione in corso la sede della finale?

“Certo, nel caso in cui fosse necessario lo si farebbe. Ricordo quando si spostò un Mondiale intero, nel 1986, a causa della guerra tra il governo colombiano, i narcos e le FARC. Fu inevitabile trasferirlo in Messico. È ovvio che una finale di Champions non si possa giocare in un paese in guerra”. 

Se la gara si giocasse tra un mese, sarebbe giusto mantenerne l'attuale sede? 

“Finché non c’è un rischio reale nella città di Istanbul, io la giocherei lì. Altrimenti, non si potrebbero mai disputare gare in Ucraina, Russia, Azerbaigian… In tanti altri posti”.

Un caso simile lo si sta vivendo col Clasico tra Barcellona e Real Madrid del prossimo 26 ottobre, visti i disordini che si vivono in Catalogna.

“Qui effettivamente, ci sono seri problemi di sicurezza. Mi sembra una buona idea quella della Liga, che vuole invertire le sedi della gara, giocando quindi l’andata a Madrid e il ritorno a Barcellona. Altrimenti, bisognerebbe spostare la sfida a un’altra data. Il Clasico sarà visto da circa 650 milioni di spettatori e il rischio che gli indipendentisti lo utilizzino come arma politica esiste”.

Il club di Perez, però, sembra contrario all'inversione di campo. 

“Il Real Madrid preferirebbe spostare la partita, in quanto considera che l’ordine casa/trasferta dato dal calendario debba essere rispettato. Alterarlo per motivi politici creerebbe un precedente pericoloso secondo la dirigenza merengue che ovviamente, inoltre, preferisce disputare al Bernabeu la sfida di ritorno in programma a marzo”.

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