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Roma, dall’accostamento a Totti ai miti Kakà e De Rossi: parla Zaniolo

Il centrocampista ex Inter ha parlato di alcuni aspetti importanti della sua carriera

ZANIOLO ROMA DI FRANCESCO TOTTI KAKA DE ROSSI / Il centrocampista della Roma Nicolò Zaniolo ha parlato dei suoi momenti presenti e passati ai microfoni del portale 'thesefootballtimes.co', ripercorrendo anche le tappe che lo hanno portato ad abbracciare il progetto dei capitolini: “Quando una squadra come la Roma ti chiama non è facile dire di no. Pensavo che mi avrebbero mandato in prestito perché avevo molto da imparare. Di Francesco ha avuto da subito fiducia in me e mi ha aiutato tanto. A lui devo la mia esplosione in campo. Eusebio è bravo con i giovani, gli devo tanto.

SULL'ACCOSTAMENTO A TOTTI – “Bisogna rimanere sempre con i piedi per terra. La mia famiglia si assicura che dia sempre il meglio. Solo attraverso me stesso posso gestire le aspettative: non devo ascoltare quello che dicono gli altri. Non sono Totti: spero un giorno di diventare bravo come lui. L'unico modo per farlo è quello di lavorare tanto negli allenamenti. Devo anche fidarmi del mister e portare il tutto davanti ai tifosi. Saranno loro a decidere”.

SUL SUO IDOLO – “Indubbiamente dico Kakà, durante il suo periodo al Milan e con il Brasile. Come centrocampista offensivo era perfetto: un calciatore capace di fare gol e assist. Sogno di diventare come lui ancora oggi. Ho provato a portare alcuni suoi movimenti nel mio gioco”.

SUL RUOLO IDEALE IN CAMPO – “Ho sempre giocato da 10 quando ero bambino ma mi piace giocare da 8 e da centrocampista difensivo. Ora gioco dappertutto, un giorno magari giocherà più in basso.” 

SULL'AVVERSARIO PIU' FORTE INCONTRATO – “Ronaldo indubbiamente. Dico anche Modric, che mi ha impressionato per il tocco di palla. Non è stato facile stargli dietro perché si muove velocemente. Per la difesa dico Varane: è tecnico, forte e veloce. Da superare è molto difficile, specialmente nell'uno contro uno”.

SU DE ROSSI – “Daniele è sempre stato un leader, oltre che una bella persona. Imparare dal lui è facile. Mi ha insegnato l'umiltà: aveva tempo per staff, tifosi e per gli altri colleghi. Fuori dal campo pensava solo alla Roma”.

 

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