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Fallimento Palermo, ESCLUSIVO avvocato Piscini: “Sconfitta per tutto il sistema”

Le sue parole a margine della tavola rotonda all’Università di Roma La Sapienza

GIUSTIZIA SPORTIVA CODICE AIC PISCINI PALERMO FALLIMENTO / Durante la tavola rotonda, svoltasi all’università di Roma La Sapienza, sulla riforma del codice di giustizia sportiva, l’avvocato Alessio Piscini, membro del pool legale dell’Assocalciatori, è intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it per parlare degli effetti della riforma e del caso Palermo:
“Questo è un codice che ha rinnovato parte della giustizia sportiva, mantenendo al contempo le precedente normative. Il vantaggio per i calciatori è l’aumento delle tutele, che garantiranno una difesa più intensa per i singoli tesserati. Per quanto riguarda i rischi, forse i dilettanti troveranno difficoltà nell’utilizzare il mezzo PEC. Sarà necessaria una formazione precisa da parte di tutti i tesserati”.

Di PEC si è parlato anche all’interno del caso Palermo per quanto riguardava l'invio della fideiussione. Come si pone l’Assocalciatori di fronte a queste circostanze?
“Per noi è sempre un problema quando un club salta. Abbiamo l’obiettivo di tutelare tutti i tesserati del Palermo Calcio. Non voglio entrare nel merito perché non conosco la questione tra Palermo e federazione. È però una sconfitta per tutto il sistema che ha drammaticamente messo in risalto i problemi che ci sono con le fideiussioni. È un problema annoso. Ci sono normative da rispettare e il rilascio di una fideiussione valida è necessaria”.

Un azionariato popolare all’interno del Palermo potrebbe essere la soluzione migliore per garantire i giusti controlli in seno al club?
“Sicuramente è fattibile: una SPA o una SRL possono suddividere le proprie quote in termini minimi. Giuridicamente si può fare. Quello che interessa ai calciatori è che esista una società sana. Non conoscendo esattamente i termini della questione, non voglio prendere posizione nel merito. Quest’anno sono state molte le mancate iscrizioni, che hanno esposto tutti i tesserati ad avvalersi dei fondi di solidarietà. Spesso nelle serie inferiori gli emolumenti, che non sono faraonici, servono per mantenere le famiglie”.

Rispetto agli altri Paesi, in Italia come siamo messi per quanto riguarda queste situazioni nello sport?
“Le crisi ci sono ovunque. L’Italia ha un trend consistente: tutti gli anni c’è una corsa alle iscrizioni. Questa corsa è patologica. Non è possibile che questo gran numero di squadre, che poi magari riesce a iscriversi, tenga con il fiato sospeso tutti fino all’ultimo”.

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