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Serie A, ESCLUSIVO Cucchi: “Sarri ha deluso i napoletani, Milinkovic sarà ceduto”. E sulle azzurre…

Dal mercato alla Nazionale. L’ex radiocronista di punta di Tutto il calcio minuto per minuto risponde alle nostre domande

ESCLUSIVA RICCARDO CUCCHI SERIE A / La Juventus ancora favorita ai nastri di partenza, ma Inter e Napoli – con una campagna acquisti adeguata – potrebbero insidiare il dominio bianconero. Questo il pensiero di Riccardo Cucchi, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto, che in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it ha parlato anche della situazione in casa Roma e delle azzurre impegnate ai Mondiali di Francia.

Riccardo, la Serie A si fa bella in attesa di ripartire, ma la certezza è sempre la stessa da oramai otto anni: la Juventus è ancora la squadra da battere. Ma perché fra i tifosi tanto scetticismo per l’approdo di Sarri?

“Non mi sorprende tanto scetticismo. Era inevitabile dopo gli ultimi anni centrati sulla sfida tra Juventus e Napoli e conditi da tante – evitabili – polemiche. Sarri ha assecondato la vulgata popolare secondo la quale la Juventus vinceva non solo per i suoi meriti. Non poteva aspettarsi, scegliendo la panchina bianconera, solo entusiasmo ed applausi. Ha deluso i tifosi partenopei dopo esserne diventato un simbolo, dovrà conquistare quelli juventini con i risultati. Non solo con il bel gioco, perchè la Juventus ha sempre l'obbligo di vincere”. 

All’Inter è arrivato Antonio Conte, uno che di vincere se ne intende. Non le sembra che oggi ci sia qualche analogia con la stagione 20112012, quando riuscì a riportare lo Scudetto a Torino a discapito di un Milan favorito?

“Altra singolare vicenda, simile a quella di Sarri. Inimmaginabile un Conte interista solo pochi mesi fa. Spero che queste due vicende insegnino a tutti – allenatori e giocatori – che non ci si può ricordare di essere professionisti solo quando si cambia panchina. Sarebbe meglio che gli allenatori lasciassero il ruolo di tifosi solo ai tifosi. Detto questo, con una adeguata campagna acquisti cessioni, l'Inter potrà aspirare allo scudetto. Come il Napoli”.

La Roma è forse la squadra che appare più in ritardo fra quelle in alto. Le recenti bufere scaturite dagli addii di due istituzioni della romanità come Totti e De Rossi hanno fatto emergere una situazione di assoluto caos. E’ comunque una sorta di anno zero per la società o il preludio di un cambiamento ai vertici inevitabile, considerata anche la vicenda stadio ancora in stallo e una piazza insoddisfatta?

“La Roma vive un momento di transizione. In panchina, con l'arrivo di Fonseca, e in campo. Molte partenze e l'addio ” doloroso” di Totti e De Rossi. Il pubblico è stressato e preoccupato. E il futuro tecnico incerto quanto quello della costruzione del nuovo stadio”. 

In casa Atalanta la conquista della Champions è il coronamento di una sana programmazione. In cantiere c’è pure il nuovo stadio che sarà pronto nel 2021. La Dea può ambire a diventare a tutti gli effetti una nuova big del calcio italiano nei prossimi anni?

“L'Atalanta ha centrato un grande traguardo. Sarà difficile confermarlo. Il calcio moderno vive di investimenti e grandi numeri. Bello vedere una società seria, capace di programmare e di disegnare un futuro in Champions. Ma dovrà trovare spazio tra ex grandi che scalpitano. Vedremo”.

Nonostante la corte di altri club, Simone Inzaghi è rimasto alla guida della Lazio, ma avrebbe chiesto garanzie. Come si potrebbero declinare per il prossimo futuro dei biancocelesti? Qualche sacrificio economico maggiore in sede di mercato? Magari anche trattenendo pezzi pregiati del calibro di MilinkovicSavic contro ogni pronostico?

“Credo che la Lazio alla fine cederà Milinkovic per poter rinforzare l'organico. E' indispensabile per far quadrare i conti. E' importante la riconferma di Inzaghi e Tare per poter dare seguito ad un progetto che ha portato la Lazio ad essere l'unica, negli anni del dominio bianconero, a vincere in Italia. Un risultato spesso trascurato, per importanza, tra i tifosi laziali”.

Higuain dal Napoli alla Juventus, Bonucci dalla Juve al Milan a/r, Conte dai bianconeri all’Inter passando dalla Nazionale e dal Chelsea. E infine Sarri, che per i tifosi napoletani è stato un po’ il Davide della situazione che sfidava Golia, ovvero la Juventus. Cosa sta succedendo nel mondo del calcio? Ha ancora senso parlare di bandiere?

“Totti ha parlato al cuore della sua gente al momento dell'addio. Credo che abbia tracciato, forse inconsapevolmente, il confine tra il passato e il futuro. Le bandiere conteranno sempre meno. Mi auguro che il calcio sappia coltivare la passione. Il business senza passione potrebbe non funzionare”.

Benevento, Frosinone, Pescara e Verona qualche anno fa. Sono le squadre mai entrate davvero in lotta per la salvezza negli ultimi anni. Forse c’è da rimischiare le carte e riportare a quattro le retrocessioni in B e, magari, a 18 il numero di squadre della massima serie?

“Venti squadre sono troppe. Ma sarà difficile ridurre la Serie A a 18. Gli interessi legati ai diritti tv fanno gola a tutti i presidenti”.

Capitolo azzurro. Sei punti, sei gol realizzati e tre subiti non sono stati sufficienti all’Under 21 di Gigi Di Biagio per passare il girone con Spagna e Polonia. Si può parlare di sfortuna, di biscotto tra Francia e Romania o di demeriti degli azzurrini per la mole di occasioni sciupate coi polacchi?

“Eviterei di usare Francia-Romania come alibi. La nazionale ha sbagliato la partita contro la Polonia. Purtroppo. La formula era implacabile e non consentiva errori. Ho visto in alcuni azzurri un eccesso di sicurezza. Imperdonabile l'atteggiamento di Zaniolo e Kean alla vigilia dell'ultima partita. Certi comportamenti si pagano”.

La Nazionale maggiore, invece, con Mancini sembra aver ritrovato gioco e convinzione, specie dopo il buon test contro la Bosnia. E anche i talenti del nostro calcio sembrano poter dare una speranza concreta per la rinascita azzurra. La concorrenza è la solita, ma per gli Europei possiamo considerarci fra le pretendenti?

“Mancini sta lavorando bene e sta creando un bel mix tra giocatori esperti e giocatori giovani. Ciò che è più convincente è l'atteggiamento in campo. Troppo presto per i proclami. Credo però che gli azzurri potranno prendersi belle soddisfazioni agli Europei”.

L’Italia delle donne regala spettacolo e sogni. Ma può vincere i Mondiali?

“E' un grande risultato per le azzurre esserci. E' stato un percorso difficile, una vera battaglia contro i pregiudizi e un'organizzazione del calcio femminile ancora con molti limiti. E' bello vederle giocare con tanto entusiasmo. Ma ci sono squadre più forti. Tiferò per loro sino all'ultimo respiro”.

Il grande evento che si svolge in Francia ha acceso indubbiamente i riflettori sul calcio femminile. Molto più delle precedenti edizioni. Merito anche dei social che hanno ampliato il riscontro e l’interesse degli appassionati? Cosa serve per mantenere costante l’interesse anche dopo il 7 luglio?

“Mentre le ragazze si giocano il mondiale, il Chievo ha annunciato che chiuderà il suo lavoro sul calcio femminile. E purtroppo potrebbero aggiungersi altre squadre. E' questo che mi preoccupa. Non vorrei che finito il mondiale ci dimenticassimo di loro. Sarebbe imperdonabile”.

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