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Juventus, Sarri: “Coronamento di una carriera. Napoli? Ho rispettato tutti”

Il tecnico toscano si presenta ai giornalisti allo Stadium

JUVENTUS CONFERENZA STAMPA SARRI / Maurizio Sarri è pronto a iniziare la sua avventura con la Juventus. E' il giorno della presentazione ufficiale del nuovo tecnico, che parlerà in conferenza stampa all'Allianz Stadium alle ore 11. Insieme a lui ci sarà il direttore sportivo bianconero, Fabio Paratici, ancora incerta la presenza del presidente Andrea Agnelli. Calciomercato.it ha seguito per voi le prime parole di Sarri da allenatore bianconero, con i contributi del nostro inviato dalla sala stampa 'Gianni e Umberto Agnelli'.

PERCHE' LA JUVE: “Scelta rivoluzionaria? Non lo penso. Bisogna avere le idee chiare sul percorso. Ho dato il massimo a Napoli, da bambino ero tifoso azzurro. Dal punto di vista professionale negli ultimi mesi ho avuto dei dubbi con la parte più logica di me stesso che mi diceva che il ciclo era concluso. Il Napoli poi ha presentato Ancelotti e mi ha tolto il dubbio, forse è stata colpa mia. Sono andato all'estero per non passare subito in un'altra squadra italiana, in Inghilterra ho vissuto un'esperienza bellissima ma ho sentito il bisogno personale di tornare in Italia, opportunità che mi ha offerto la Juventus. E' il coronamento di una carriera lunghissima e difficilissima nell'80% del percorso. Penso di aver rispettato tutti, a questo punto dovevo rispettare io la mia professionalità. Non ho mai visto una determinazione come quella della Juve nel prendere un allenatore, questo mi ha colpito più del nome della società. Le polemiche? Non so, al momento sono concentrato sul percorso che faremo sul campo. Per cambiare l'atmosfera negli stadi ci vorrà tempo, bisognerà partire dalle strutture. Il gioco in Italia poi fa fatica a decollare rispetto all'estero, si sa di rischiare qualcosa di meno. Vedo comunque fermento in Italia, allenatori come Ancelotti, Giampaolo, Fonseca e De Zerbi creano un'aria nuova per vedere cose interessanti”.

OBIETTIVI – “Mi alzerò la mattina e studierò il modo per vincere le partite, non è scontato a prescindere, sia in campionato che in Europa. In Italia siamo i favoriti, in un discorso di Champions League abbiamo l'obbligo di partire per vincere ma con la consapevolezza che ci sono almeno 8-9 squadre con la stessa forza. Bisogna accettare dunque all'atto pratico anche un risultato diverso. In Europa avremo comunque meno responsabilità, il coefficiente di difficoltà è mostruoso”.

MODULO – “Non si può partire dal modulo e andare a prendere giocatori, bisogna parlare con i giocatori che ci sono e capire chi sono i giocatori che possono fare la differenza. Il 4-3-3 del Chelsea era diverso da quello del Napoli. Per esempio Hazard aveva caratteristiche diverse da quelle dei giocatori che avevo in azzurro. Qui alla Juve bisognerà partire dai talentuosi, per risolvere le cose negli ultimi trenta metri, come Cristiano Ronaldo, Dybala, Douglas Costa, e vedere cosa si può costruirgli intorno. E' gente che può fare qualsiasi ruolo, poi cambia l'interpretazione. Io integralista? Ho cambiato moduli sia a Empoli che a Napoli, mi sembra ingeneroso”.

CRISTIANO RONALDO – “Anche dal punto di vista dei giocatori ho allenato in questi anni gente molto forte, ora si sale e si arriva al top. Mi piacerebbe fargli battere qualche altro record e far parte della sua storia personale. Mi piacerebbe aver allenato due giocatori col record di gol in Serie A….Ho visto tutti i giocatori uniti e compatti e per me questo è importante, è un gruppo forte per mentalità”.

HIGUAIN E MERCATO – “Non l'ho nominato, ma non ho nominato nemmeno Mandzukic e altri. Sapete che gli voglio bene, posso dire che dipenderà da lui se ci sarà nella prossima stagione oppure no. Non ci ho ancora parlato, oggi è un tesserato della Juve. Per me ha le capacità per giocare con chiunque. Ha sicuramente vissuto male l'ultimo anno, ma può ancora giocare ad alto livello. Sui giocatori della Juve devo essere modesto, sarò io ad ascoltare loro più che il contrario. Richieste alla società? Dovremo avere le idee chiare prima su come vogliamo giocare. Sapete che non mi piace fare tante richieste, se non sulle caratteristiche in generale di alcuni giocatori, parlerò con Paratici ma nomi non ne faccio, io mi concentrerò sulle partite”

EMOZIONI – “Non è che sono passato dai Dilettanti alla Juventus, ho fatto un percorso lungo. Mi fa chiaramente piacere essere qui, nella squadra più importante d'Italia, ma ho fatto tutti i passi necessari, arrivo da una grande società come il Chelsea. La storia della Juve chiaramente è maggiore. Lo ritengo un ulteriore passo in avanti”.

SCETTICISMO – “C'è dappertutto, erano scettici pure a Empoli, a Napoli e a Londra. Vengo dalla mia storia, è giusto ci sia anche un minimo di rancore, posso toglierlo in un solo modo, vincere e convincere, non ci sono altre strade. Proveremo a fare spettacolo e risultati. Vincere è l'unica cosa che conta? Ho vinto poco, quindi posso parlarne poco. L'obiettivo di divertirsi in campo non è antitetico a quello di vincere. Così facendo possiamo acquistare entusiasmo collettivo che è benzina per i risultati, non si può pensare che una squadra che si diverte sia frivola. Il risultato può venire meno in caso di calo di intensità e applicazione, ma succede. A Empoli mi criticavano all'inizio, poi ci salvammo con sei gare d'anticipo. La storia dice che hanno vinto allenatori con caratteristiche opposte e squadre con filosofie di gioco contrastanti, nel percorso bisogna rimanere se stessi. Le idee portano in sé vittoria o sconfitta, bisogna accettarlo, ma credo bel gioco e risultati si possano coniugare”.

TUTA O GIACCA E CRAVATTA – “Non lo so, ne parlerò con la società, non abbiamo ancora definito questi aspetti. Per quanto riguarda il fuori dal campo c'è un contratto. In campo mi piacerebbe la tuta, poi decideremo. Basta che non mi facciano andare nudo…”.

CAMBIAMENTI – “Nel Napoli avevo giocatori che si mettevano a disposizione della squadra. ll Chelsea avevano caratteristiche individuali diverse, con una capacità diversa di muovere la palla. Bisognava esaltare la loro individualità, perdendo forse qualcosa in fluidità, la squadra alla fine era comunque solida. Non si possono allenare squadre diverse con metodi uguali, se lo pensassi dovrei allenare nei dilettanti.

NAPOLI-JUVENTUS E RAZZISMO – “Sul razzismo, non posso cambiare idea se cambio società. In Italia penso comunque che sia ora di smetterla. E' un'inferiorità culturale da cui bisogna dissociarsi una volta per tutte, è giusto fermare le partite. Il problema potevo subirlo di più a Napoli, ma la mia idea rimane la stessa. Su Napoli-Juve non so cosa dire, ma so che quando uscirò dal San Paolo sia se mi applaudiranno o fischieranno sarà una manifestazione d'amore”.

SARRISMO – “Non so cosa sia, ho letto sulla Treccani che sia una filosofia calcistica e non solo. Io sono sempre stato questo, può essere cambiato leggermente il modo di vedere il calcio e la vita per le esperienza fatte. Spero di essere rimasto lo stesso nei concetti e nella voglia di dire e sentirsi dire le cose in faccia. Possono esserci scontri, ma tutto si risolve, l'irrisolvibile è sempre il non detto”.

EREDITA' ALLEGRI – “Lascia un'eredità pesante. Sappiamo benissimo che vincere nei prossimi anni quello che ha vinto lui non sarà semplice. Mi piacerebbe continuare a vedere la capacità di soffrire e ribaltare le partite in un attimo, a me è successo raramente. La squadra di Massimiliano ti dava sempre la sensazione di poterti battere anche se la stavi mettendo in difficoltà. Se l'ho sentito? Ogni tanto in vacanza con amici comuni ci sentiamo, per ora ancora no, spero di avere il tempo di sentirlo. Di solito però si parla di argomenti non troppo seri”.

STILE JUVE – “Non lo so quello che può essere lo stile Juve, non so se dovrò adattarmi. Su certe cose ho sbagliato, altre invece sono state strumentalizzate. Quando parlai delle maglie a strisce, lo feci dopo un Empoli-Milan (imprecisione: lo aveva detto in una conferenza stampa quando era già al Napoli, ndr). Il dito? E' stata una reazione sbagliata, rivolta a dieci stupidi ma non ai veri tifosi della Juventus”.

BERNARDESCHI – “Mi piace, ha delle qualità che sono prerogativa dei grandi giocatori. Gli manca un po' di continuità. E' arrivato in un momento della sua carriera dove deve specializzarsi in un ruolo”.

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