Atalanta
Bologna
Cagliari
Como
Fiorentina
Genoa
Inter
Lazio
Lecce
Milan
Napoli
Parma
Roma
Torino
Udinese
Verona

Juventus, la conferenza di Agnelli: “Conte? Non rispondo. Allegri ha scritto la storia”

Il numero uno bianconero parla della separazione dal tecnico toscano dopo cinque anni

JUVENTUS ALLEGRI AGNELLI / Ci sarà anche Andrea Agnelli in conferenza stampa per parlare dell'addio di Massimiliano Allegri. L'allenatore livornese lascia la Juventus dopo cinque anni di successi e il numero uno bianconero illustrerà alla stampa le ragioni della separazione. Calciomercato.it ha seguito per voi l'evento in diretta.

14.02 – Mancano pochi minuti all'inizio della conferenza, alla quale assisterà tutta la rosa bianconera. 

Ha inizio la conferenza. Le prime dichiarazioni: “Ricordo a chi farà le domande che oggi non risponderò a domande sul prossimo allenatore della Juventus, che ci sarà e potete stare tranquilli. Sono qua per celebrare Max, un tecnico che da solo ha scritto la storia della Juventus. Fino ad allora, quando si parlava di cinque scudetti consecutivi si parlava degli anni '30, era da allora che non si verificava e lui c'è riuscito”

ANEDDOTI – “Ricordo quando nel 2013 ero con Fabio per andare ad assistere la finale di Champions, vidi da un hotel uscire Allegri, toccai Paratici col gomito e gli dissi: 'Guarda, sarà lui il prossimo allenatore della Juventus'. Così iniziò tutto. Quando arrivò ci furono contestazioni, l'autista voleva entrare da un ingresso secondario a Vinovo e gli dissi di non farlo, perchè non avevamo nulla da nascondere ed eravamo convintissimi della scelta. A fine anno ci fu uno dei miei pochi tweet, confermo quello che dissi: per prendere la Juve il 16 luglio e farla tornare a vincere ci vogliono gli attributi, è così è ancora. I suoi numeri sono incredibili e, per me, questi sono stati cinque anni bellissimi: affetto, stima, amicizia, condivisione, sconfitte, lavoro, fatica ma soprattutto tante vittorie. Abbiamo vissuto un anno e mezzo da vicini di casa, insieme a Barzagli che mediava, facevamo colazione ogni giorno insieme, c'erano le famose piacevolissime cene, ci confrontavamo su tanti argomenti, abbiamo visto crescere i nostri figli. C'è stato un humus tra noi straordinario. Se ripenso alla straordinaria cavalcata fino a Berlino, l'anno successivo facemmo 15 vittorie consecutive mentre tutti preparavano il nostro necrologio, il testa a testa col Napoli l'anno scorso, la vittoria di quest'anno praticamente con otto giornate d'anticipo… Tutto fantastico, ma la parte più importante è stata per me aver conosciuto un amico sincero con cui potermi confidare. Devo fare una valutazione sulla programmazione della Juventus, che non può che andare avanti, a luglio avremo come al solito l'obiettivo di vincere e la dirigenza dovrà rafforzare ancora il gruppo”. 

SALUTI – “Al di là di alcune dietrologie che ho letto, devo dire che dopo la sconfitta con l'Ajax pensavo sinceramente di andare avanti con Max. Poi sono seguite delle riflessioni che dimostrano la capacità d'analisi di un gruppo nel saper prendere la giusta decisione. Non posso nascondere che non ci siano tristezza e commozione, è stato difficile capire tutti insieme che fosse arrivato il momento giusto per chiudere uno dei cicli più straordinari della storia della Juventus. Facciamo un gesto inusuale, le maglie si mostrano quando si arriva e non quando si lascia, ma questa gliela dobbiamo tutti”. 

14.15 – Agnelli consegna una maglia col numero 5 e il nome “History alone”, celebrando ovviamente i cinque scudetti vinti dal tecnico. 

Cos'è cambiato dopo l'Ajax? 

“Al di là delle dietrologie, c'è stato un gruppo di professionisti che ha compreso che al di là delle dichiarazioni fatte sull'onda dell'emotività per una gara persa e patita da tutti, che questo fosse il momento giusto. In assenza di elementi fattuali abbiamo tutti capito che questo fosse il momento giusto per chiudere questo ciclo: è figlio di persone intelligenti che comprendono quando è il momento di chiudere invece di trascinarsi avanti”. 

Ha contribuito il sentimento della tifoseria nei confronti del tecnico?

“No, ha contribuito il cuore. Gestendo un'azienda, bisogna prendere delle decisioni nel momento in cui vanno prese. Solo il futuro ci dirà se saranno state corrette. Se non si è all'interno delle dinamiche di un'azienda, non capirà mai gli elementi dietro certe scelte. Chi si fa trascinare dalle pressioni non può mai gestire società sportive o aziende”. 

Qual è il vero motivo della separazione: se due partner si vogliono ancora così bene, ci deve essere una causa scatenante…

“Io e Max non siamo le persone adatte a parlare di rapporti di coppia (ride, ndr)”. 

Che tipo di allenatore sta cercando per la Juventus? Si può fare chiarezza su Conte?

“Non rispondo, ho già risposto nell'introduzione”. 

La decisione è maturata prima delle riunioni?

“L'ho detto prima, quando si affrontano determinati temi si capisce che nell'interesse di tutti, questa è la decisione migliore per la Juventus. Non ci vedevamo perchè non avevamo nulla da fare, dovevamo discutere e ci siamo resi conto che la scelta migliore fosse questa. Mi pare evidente che sia stata la società a prendere la decisione, Max non poteva rinnovarsi il contratto da solo. La società, come dissi tanti anni fa, ha la sua storia e nessuna persona è indispensabile. Siamo tutti utili, ma nessuno indispensabile, a partire da me finendo con i magazzinieri. Basta guardare la storia”.

È stata la decisione più sofferta da quando è presidente?

“Sì, posso confermarlo per i motivi che ho spiegato in introduzione”. 

Quanto sarà diversa la Juventus del futuro?

“La domanda dovete farla a Paratici, la divisione di ruoli e responsabilità in un'azienda è importante. La divisione sportiva fa capo a Paratici, che ha responsabilità ed obiettivi. Qui voglio ricordare che la Juventus è un'azienda”. 

Gestione cookie