Il Ct carica l’ambiente azzurro e si sofferma sui giovani di casa nostra, in particolare sul gioiello della Roma
ITALIA MANCINI ZANIOLO / Roberto Mancini punta a riportare in alto l'Italia dopo il fallimento dell'era Ventura e la mancata qualificazione all'ultimo Mondiale. L'obiettivo è fare bene al prossimo Europeo, con il tecnico di Jesi che ha le idee chiare sul futuro azzurro: “Ho accettato perché me lo hanno chiesto, prima non era mai accaduto. All'Italia non si dice no. E comunque, ad essere precisi, sono arrivato nel momento peggiore, visto quello che è successo con la mancata qualificazione al Mondiale – dice Mancini al 'Messaggero' – A chi guida la Nazionale viene chiesto di vincere e basta. Non conta chi alleni, è così, lo impone la nostra tradizione. Perché l'Italia è l’Italia. Ed è come allenare il Brasile, la Germania, la Spagna o l'Argentina. Non esistono le amichevoli… In ogni match ti chiedono il successo”.
Mancini si sofferma poi sui giovani di casa nostra ed in particolare su Zaniolo: “Io sono Ct da maggio. E che ho fatto? Mi sono andato subito a vedere l'Euro Under 19. È lì che ho avuto la possibilità di seguire Nicolò, prima non lo conoscevo affatto. E in quel torneo ne ho visti anche altri, a cominciare da Tonali che mi è sembrato giocatore di prospettiva. Essere titolare, anche in B, lo può portare a fare subito il grande salto. Cioè a entrare, o magari pure a giocare, in una big del nostro campionato. Piano piano in Nazionale sono saliti pure quei ragazzi dell'Under 19 in Nazionale. Bravo pure Kean, di quel gruppo”.
“Paragone Zaniolo-Pogba? Io mi riferivo solo al ruolo e al suo percorso. Pogba arrivò alla Juve molto giovane, all'inizio non giocava. Guardava. E imparava. Proprio quello che è successo, in partenza, a Nicolò. Che, come Pogba, fa gol. E che, come Pogba, usa la sua fisicità e che, come Pogba, si trova a suo agio soprattutto da mezzala. Per me Zaniolo è una mezzala. In quella posizione mi è piaciuto all'Europeo”.
Mancini si sofferma poi sul centrocampo azzurro: “Oggi ho Jorginho e Verratti come riferimenti. A loro poi posso aggiungere Zaniolo o Barella. Per ora. E comunque ho anche gli altri: Cristante, Pellegrini, Gagliardini e soprattutto Sensi che mi ha impressionato per come si è inserito nel gruppo e per la personalità che ha mostrato al debutto. De Rossi? E' un capitolo chiuso. Gli ho parlato subito e lui è stato chiaro e sincero. Mi disse che, se ne avessi avuto bisogno, sarebbe venuto a darmi una mano”.




















