Il leggendario ex bianconero analizza la sfida di stasera ai microfoni del quotidiano spagnolo AS
ATLETICO JUVENTUS DEL PIERO / Non ha mai affrontato l’Atletico Madrid in Champions, ma Alessandro Del Piero stasera vivrà la sfida del Wanda Metropolitano da protagonista: il leggendario ex juventino commenterà il match per Sky Sport e oggi ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo As, nella quale commenta la gara e non solo.
Un anno fa disse: “Chi ha Cristiano se lo deve tenere stretto. Chi sta al Real Madrid, non ha motivi per cercare altro”…
“Sinceramente non lo avrei mai immaginato. Anche se quando lo incontrai un paio d’anni fa per un evento televisivo, gli feci un paio di battute che – risentite oggi – sembrano profetiche. Rimango convinto dell’idea che un giocatore del genere non si debba cedere mai, ma è anche vero che esistono i cicli, esistono gli stimoli, esistono le nuove sfide. E Cristiano ne ha cercata una certamente esaltante, quella di vincere la Champions anche con la maglia della Juventus”.
Reputa un errore, da parte del Real Madrid, averlo lasciato partire?
“Difficile giudicare senza avere tutti gli strumenti a disposizione. Ci sono momenti in cui i club devono prendere delle decisioni anche difficili, che però sono necessarie. Credo che la volontà di un giocatore come Ronaldo pesi più di qualsiasi altra considerazione”.
Come valuta i primi mesi in Serie A di Cristiano? È davvero più difficile far gol nel calcio italiano?
“Sembra di no, alla luce di quello che sta facendo. In generale credo che rispetto a qualche anno fa il livello dei difensori italiani, e in generale della fase difensiva delle squadre, non sia così differente tra Spagna e Italia, dunque credo che le condizioni siano meno diverse rispetto a 10/15 anni fa”.
Con lui, la Juventus quest’anno è finalmente la favorita per vincere la Champions?
“Non è favorita, in questa Champions non vedo favorite in assoluto. Ma certamente molto, molto competitiva”.
Inevitabile un rapido passo indietro sulla leggendaria rimonta sfiorata del Bernabeu della scorsa stagione.
“Una grande occasione persa. Oggi rimane questo, più che le polemiche. Se la Juventus fosse riuscita a difendere quel risultato sino alla fine, secondo me avrebbe vinto la coppa. Ma ci riproverà quest’anno”.
Quest’anno, c’è subito un ostacolo complicatissimo, l’Atletico. È uno dei rarissimi top club europei che non ha mai affrontato in gare ufficiali: le sarebbe piaciuto vivere una grande sfida al Calderón?
“Certamente, adoro gli stadi caldi com’era il Calderon e come è il Wanda Metropolitano. Sarò allo stadio per raccontare l’evento, per la tv italiana Sky Sport, e non vedo l’ora”.
Atletico-Juventus, Del Piero: “Mi piacerebbe vedere Simeone in Italia”
Quali saranno le mosse di Allegri contro il muro rojiblanco?
“Vedremo una Juventus molto attenta, non andrà all’assalto, sarà compatta e organizzata. Prevedo una partita molto tattica, soprattutto all’andata. Allegri non vorrà disattenzioni, e poi c’è un sistema di gioco che solitamente in Champions dà ottimi risultati. Si chiama CR7”.
In Spagna si è sempre criticato lo stile di gioco italiano. Eppure, il Cholo sta conseguendo successi e titoli con un’idea di calcio simile: cosa pensa di questo paradosso?
Penso che criticare per stili e per categorie non sia mai corretto. Il gioco dell’Atletico a volte è spigoloso e chiuso, ma non si può non sottolineare le doti tecniche di giocatori straordinari nella fase offensiva, e la capacità di verticalizzare e velocizzare il gioco in contropiede. Insomma, secondo me non c’è un codice unico per giudicare il bel gioco, e quello efficace soprattutto.
Immagina un futuro in Italia per il tecnico argentino?
Credo che la Juventus abbia già un grande allenatore. Ma certamente mi piacerebbe vedere Simeone in Italia, soprattutto per la grande capacità dimostrata in campo internazionale, di arrivare fino in fondo alle competizioni anche con una squadra sulla carta meno forte delle rivali.
Si sarebbe divertito giocando nell’Atleti di Simeone? Agli attaccanti impone un grande lavoro difensivo.
Nella mia carriera sono stato abituato a correre tanto e ad aiutare i miei compagni, dunque questi compiti non mi avrebbero spaventato.
Griezmann cresce di anno in anno. È all’altezza di Messi e Cristiano?
“Stiamo parlando di due fenomeni che hanno segnato e stanno segnando la storia del calcio, dunque credo che ogni paragone – non solo per Griezmann, che mi piace tantissimo – risulti essere ingeneroso per chi viene avvicinato a quei due. Ma certamente la crescita di Griezmann è stata impressionante, e non si è ancora fermata, sia con la Francia dove è diventato campione del mondo, sia con l’Atletico, vivendo da assoluto protagonista e da leader la fase offensiva delle due squadre. Ho apprezzato anche la sua scelta, molto forte, di rimanere a Madrid”.
Il francese sta provando a migliorare anche sui calci di punizione, di cui lei era un maestro. Gli darebbe qualche consiglio?
“Il fatto di provare a continuare a migliorarsi giorno dopo giorno, dall’inizio alla fine della carriera, è già un ottimo consiglio, forse l’unico che bisogna davvero ascoltare”.
Meritava lui il Pallone d’Oro o è stato giusto assegnarlo a Modric?
“Difficile dirlo, lo meritavano almeno in tre o quattro quest’anno. Di certo Griezmann non avrebbe sfigurato al primo posto, ma non possiamo dire che il premio a Modric sia immeritato”.
Oltre ‘Grizi’, quale calciatore rojiblanco l’ha impressionata positivamente negli ultimi anni e perché?
“Ammiro molto la capacità dell’Atletico di trovare sempre nuovi talenti, di rigenerarsi ciclo dopo ciclo, mantendo un’identità fortissima. Merito della sua storia, del club e di un grande allenatore storicamente legato alla società, come Simeone. Tra questi mi piacciono molto Rodrigo e Saul a centrocampo, tra gli altri, oltre ad Oblak che è un portiere di grandissimo affidamento. Oltre a Godin, con la sua straordinaria esperienza da leader difensivo”.
Come valuta il rendimento di Diego Costa?
“Non appena troverà continuità di impiego in campo, e gli infortuni lo lasceranno in pace, certamente farà di più. E’ un grande attaccante e con questa maglia si esalta”.
Atletico-Juventus, Del Piero: “Morata ottimo rinforzo, ma non è un pericolo”
Quanto migliora l’Atletico con l’arrivo di Morata? La sua fame è un ulteriore pericolo per la Juve?
Non credo che sia un pericolo per la Juventus, nel senso che non ha particolari motivi di risentimento verso i bianconeri. Certamente è un ottimo rinforzo che garantisce valide alternative a Simeone.
Dovrà fermarlo la difesa juventina, che ha recuperato la sua BBC, senza la quale ha sofferto.
“Sfido qualunque squadra al mondo a fare a meno dei suoi tre migliori difensori, tutti assieme. Se poi si tratta di giocatori di quel livello, vale ancora di più”.
A proposito di difesa: che effetto le fa vedere la porta bianconera senza Buffon? E Gigi in versione parigina?
“Certamente è cambiato tanto, ma è il segno del tempo che passa e delle storie che finiscono. Diciamo che ormai mi sono abituato. Gigi resterà per sempre nella storia del club, e anche nella mia visto che abbiamo diviso momenti indimenticabili alla Juve e in Nazionale. Piuttosto mi piace sottolineare la scelta che ha fatto la Juve per sostituirlo: Szczesny è perfetto”.
Tornando all’Atletico, un ex colchonero come Mandzukic è diventato una colonna della Juve…
“Una colonna, esatto. Al punto che anche Allegri ha ammesso che è un punto fermo: quando sta bene, mi pare chiaro, la maglia da titolare è sua e credo sarà così anche a Madrid”.
Un doppio ex, anche se del passato, è Tiago: a Torino non lasciò un ricordo straordinario, a Madrid divenne leggenda. Lei, che ci giocò insieme, come si spiegò questa differenza?
“Capita quando si arriva in una squadra che non si conosce, in un campionato che non si conosce, in un momento difficile per quella squadra. E’ più difficile fare la differenza. Ma aveva già dato segnali di grande qualità, che è riuscito poi a confermare a Madrid. Sono molto felice per lui, è un bravo ragazzo, un grande professionista e se lo merita”.
Per chiudere, uno sguardo al futuro: la Juve, dopo Cristiano, starebbe pensando anche a Marcelo e Isco…
“E fa bene! Sono due bellissimi pensieri…”.




















