Il dirigente ha parlato della sessione invernale e non solo
CALCIOMERCATO ROMA MONCHI / Monchi analizza le mosse di mercato della sua Roma. Il ds giallorosso, in una lunga intervista alla 'Gazzetta dello Sport', ha toccato molti temi. In primis la questione legata al suo futuro: “Ogni giorno sento che mi dimetto o che mi mandano via. No, l’ho già detto, resto alla Roma. Il mio obiettivo è arrivare al successo in modo graduale, ma continuo – esordisce il dirigente – Di Francesco? Quando siamo andati a Boston da Pallotta, di Eusebio abbiamo parlato 15-20 secondi. La Roma ha un presidente e un management importante. Io sono il responsabile della mia area e se Monchi è convinto, non si discute. Dopo si farà il bilancio a fine stagione. L’anno scorso abbiamo dovuto fare operazioni difficili: non mi è piaciuto vendere Salah e Rudiger, ma l’ho dovuto fare”.
Inevitabili le domane sui rinnovi di alcuni elementi presenti in rosa, da Manolas a Under, passando per El Shaarawy, Pellegrini e De Rossi: “Sono situazioni diverse – ha proseguito Monchi – Alcune saranno valutate a fine mercato, altre al termine della stagione. Conoscendo Daniele e il suo romanismo, neanche a lui adesso fa bene parlare del futuro. Tutti dobbiamo sperare nel suo recupero”.
Calciomercato Roma, colpi di gennaio: l'annuncio di Monchi
Monchi ha poi fatto chiarezza sulle possibili mosse della Roma nel mercato di gennaio: “In estate la Roma ha investito tanto, le cose importanti le abbiamo già fatte. Cerchiamo solo giocatori che alzino il livello della squadra. Non è facile, ma ci proveremo fino alla fine. Ma come qualità e quantità siamo pronti, ne sono sicuro. Piatek? Sarebbe possibile, se non chiedessero 70 milioni. Tonali? E’ uno dei più importanti giovani del calcio italiano, ma potrei dire lo stesso di Barella. Mancini? Adesso impossibile, ma in estate è diverso. Rugani? Impossibile, adesso e dopo. Hanno rifiutato un’offerta di 40 milioni del Chelsea. Non possiamo spendere tanto per un difensore centrale. Thiago Mendes? Impossibile. Ziyech e Belotti? Mi piacciono tutti e due. Bennacer? Ci piace, ma se ne parlerà a giugno. Dendocker e Ozyakup? Impossibili, esattamente come Herrera. Malcom? No, quando uno fa il d.s. di un club deve capire che rappresenta anche il cuore e i sentimenti dei tifosi. Si è preso gioco della Roma e a me importa dell’immagine della società. Uno fra Mbappé e Neymar? Mbappé, perché è più giovane e più forte”.
ZANIOLO – “Il merito di questa crescita è suo e dell’allenatore, che è stato bravo a crederci. L’Inter non voleva inserirlo nella trattativa per Nainggolan, Ausilio aveva alzato un muro, però volevano Radja e alla fine hanno ceduto. La nostra idea è costruire una grande squadra, per questo dico che Zaniolo è il futuro della Roma non sarà venduto. Avrà un percorso lungo e importante in questa società. Aquisti italiani? Non significa che trascurerò il mercato estero, ma la Roma sarà in futuro molto italiana”.
I FLOP – “Pastore è un giocatore forte, la questione è ritrovare quello di Palermo e Parigi, e credo che siamo ancora in tempo. Al progetto di lui come mezzala ci credevo. Per Schick il problema non è il calciatore. E' la persona che a volte non trova la dimensione ideale per sviluppare quello che può fare il calciatore. Patrick in allenamento è fortissimo e lo dicono tutti, però purtroppo quelle capacità non le vediamo in modo continuo in partita”.




















