Il direttore sportivo bianconero sull’acquisto del fuoriclasse portoghese
CALCIOMERCATO JUVENTUS PARATICI RONALDO / Il 2018 è stato l'anno di Ronaldo alla Juventus, il colpo del secolo, anche più dell'affare milionario che ha portato Neymar al Psg. Protagonista di quel trasferimento il direttore sportivo bianconero Fabio Paratici che racconta ai microfoni di 'Sky' di come ha messo al corrente il presidente Agnelli della possibilità di portare CR7 a Torino: “Presidente, ci sarebbe un'opportunità. Però – gli ho detto – l'importante è che mi ascolti fino alla fine, su questa opportunità. Perché sai quanto ti presenti nel suo ufficio e gli dici devi comprare Cristiano Ronaldo… È una bella notizia sportiva, ma poi dopo c'è tutta un'altra parte”. Paratici racconta anche la reazione di Agnelli: “Capì subito. Credo di averci messo un minuto a capire che lui aveva già capito tutto e stava già ragionando in quella direzione”. Paratici racconta anche come nasce l'idea Ronaldo: “Parlando di Cancelo (con Mendes, ndr), la cosa nasce da questo. Mendes mi disse che Ronaldo voleva venire alla Juve, ma mi sembrava difficile raggiungere la quadra. Con Cristiano Ronaldo non c'è stato bisogno di convincerlo, aveva in testa l'idea di venire alla Juve. E' stato semplice. Per redigere i contratti, ci siamo chiusi in una villa per un giorno intero. Gli avvocati erano al lavoro per arrivare alla fine di tutti gli accordi. Non era un acquisto programmato”.
CONTE ALLEGRI DIFFERENZE – “Il mercato di Conte era legato alla funzionalità del giocatore rispetto a quello che voleva fare lui: è una cosa legittima, anzi, facilita anche il lavoro di chi deve cercarti i calciatori. Conte aveva uno schema di gioco e bisognava cercare di trovare giocatori funzionali. Allegri, in questo senso, è più elastico, non ha solo un sistema di gioco, ma è più aperto e ha più soluzioni. Quindi il mercato si amplia un po’ di più”.
CHAMPIONS – “È una nostra ambizione, ma non un'ossessione”.
MAROTTA – “Eravamo molto ben assortiti, complementari. Io mi occupato della parte tecnica: lo scouting, individuare i giocatori, il rapporto con gli agenti. Poi c'era il confronto con lui, che è una persona molto esperta, che conosce il calcio, i numeri, e fino a dove si poteva arrivare in una trattativa. Io portavo avanti fino all'ultima fase, dove lui interveniva con la sua esperienza e mi aiutava a fare meno errori possibili”.




















