L’arbitro italiano presente ai Mondiali promuove il nuovo strumento
VAR ROCCHI / Gianluca Rocchi promuove il Var. L'arbitro italiano presente ai Mondiali di Russia, intervistato da 'Repubblica', spiega: “Ho fatto quattro derby di Roma col cappio al collo, non dormivo per tre notti. Gli ultimi due invece me li sono goduti. Non c'è arbitro che possa essere contrario. Personalmente cerco di non averne bisogno, ma so che posso usarla per riparare a un eventuale errore. Se si vede il Var come un muro, si userà sempre male. Bisogna capire che non è la moviola e che deve riparare chiari errori, non infilarsi in situazioni discutibili. Per noi arbitri la modifica del protocollo sulla definizione di chiaro ed evidente errore non cambia nulla, ma per allenatori o tifosi sì, perché gli cambia la partita. Sta tutto nella soggettività. Il Var è comunque l'opposto dell'arbitraggio sul campo: lì devi essere istintivo e fidarti dell'impressione, al Var si fa un'analisi maniacale ma si può sbagliare se non guardi le cose dalla giusta angolazione televisiva. Credo comunque si debbano scindere le carriere tra arbitri di campo e Var. Bisogna comunque aprire la mente dopo ogni decisione ed essere pronti a pensare di aver sbagliato, per non indurre in errore il collega al Var o togliergli la forza di intervenire”.




















