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Juventus, Veltroni sull’addio di Marotta: “Ecco cos’è successo e il piano di Agnelli”

Lo scrittore e giornalista analizza il cambio al vertice dei bianconeri

JUVENTUS VELTRONI MAROTTA / L'annuncio dell'addio di Beppe Marotta alla Juventus ha per forza di cose catalizzato le attenzioni del panorama calcistico italiano nelle ultime ore. Intervenuto in collegamento a 'Sky Calcio Club', anche lo scrittore e giornalista Walter Veltroni ha parlato della nuova fase che sta avviando la società bianconera: “Devo dire che no, non mi aspettavo l'addio di Marotta. Non in questi termini e non in questo momento. Però è anche spiegabile. Marotta è un grande dirigente, lo ha dimostrato ovunque sia stato, è competente, conosce il calcio, l’organizzazione di una società calcistica e se la Juventus ha ottenuto questi risultati certamente Marotta ha dato il suo contributo. È talmente un forte dirigente calcistico che non ci sarebbe stato nulla di male se fosse stato candidato a presidente della FIGC. Nei rapporti di lavoro però capita che si apra un bisogno di rinnovamento. Dentro la Juventus credo sia cresciuta una generazione di dirigenti di grande qualità, Paratici per primo ma non solo. Evidentemente una presidenza giovane come quella di Agnelli vuole accompagnare una fase che sia di un’impostazione di una nuova stagione probabilmente con delle strategie nuove. Le due cose possono coesistere: si può essere un grande dirigente e fare grandi cose, ma allo stesso tempo può nascere l’esigenza di fare innovazione. Nelle aziende succede”. 

Quindi Veltroni aggiunge: “Partiamo da un dato. Stiamo parlando di una società che negli ultimi 7 anni ha vinto tutto quello che poteva vincere tranne che in sede internazionale e avverte questa mancanza non solo nei confronti dei propri tifosi, ma anche per la statura della società, per la sua collocazione internazionale ed i suoi bilanci. La Juventus sta facendo il salto, l'acquisto di Ronado è comprensibile tecnicamente per le ragioni che abbiamo visto nella partita col Napoli. E aziendalmente anche per gli effetti che si sono visti a livello mondiale. Quindi si apre nella Juventus una nuova fase e veniva naturale accompagnarla con un cambio di assetti nella direzione. Marotta ha fatto un annuncio con grande eleganza e signorilità. Certo che quando si è visto che alla conferenza di presentazione di Ronaldo, Marotta non c’era, era chiaro che ci fosse qualcosa di strano. Però almeno fino ad ora mi pare che sia stato gestito tutto con grande signorilità come è nello stile della Juventus”.

Ma quali sono i moviti del cambio? Veltroni spiega: “L'obiettivo è quello di far mettere la maglia bianconera di Ronaldo ai bambini in tutto il mondo. Se vedi le immagini che arrivano da tutto il mondo vedi le maglie di Barcellona e Real Madrid. L’obiettivo della Juventus è quello di aprire una nuova fase, poi può darsi che ci siano state divaricazioni di carattere strategico. Ad esempio appunto sulla scelta di Ronaldo che non è solo tecnica ma di mondializzazione della Juventus e lì può darsi si sia aperto. Ma nulla inficia la qualità di dirigente sportivo della Juventus: capita in tutte le aziende di dover trovare un profilo dirigenziale più organico alla nuova fase che si vuole aprire. Una squadra di calcio è un’impresa e risponde e tali logiche”.

La chiosa è sul presidente Agnelli e le responsabilità che ora si accentrano nella sua figura: “Se lo conosco, Andrea è preoccupato di fare in modo che la Juventus in quanto tale vada bene. Lui è il primo Agnelli che torna dopo tutto quello che è accaduto, ora sta facendo fare alla Juventus un salto ulteriore. Non penso abbia il problema di assumere il potere personalmente, ma ha il problema di avere una squadra che corrisponde ad una strategia tecnica-aziendale-sportiva di un certo tipo. Non mi pare un tipo da one-man show, mi pare uno che tende a lavorare con persone di qualità. Un esempio: quando Allegri, uno dei migliori al mondo, ha perso le prime partite di un campionato, né Marotta né lui hanno mai pensato di fare quello che altri avrebbero fatto”.

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