Il centravanti svincolato ha parlato anche dei motivi dei recenti addii a Cagliari e Spal
CALCIOMERCATO BORRIELLO SPAL CAGLIARI MILAN / Marco Borriello ha voglia di riscatto. Reduce da una stagione negativa con la Spal, che si aggiunge alla coda di quella col Cagliari finita in maniera burrascosa, è quasi un anno e mezzo che il bomber campano non riesce a trovare una certa serenità per fare quello gli riesce meglio: il gol. Intervistato da 'La Gazzetta dello Sport, il classe 1982 si è raccontato a tutto tondo, svelando i motivi degli ultimi due divorzi ma anche del suo futuro.
Calciomercato, la verità di Borriello: “Spal e Cagliari, ecco cosa è successo”
SPAL – “Il 10 dicembre in casa contro il Verona fui sostituto sullo 0-2, lo stadio mi fischiò, io ci restai male e replicai con un applauso sarcastico. Li ci furono i primi screzi. Mi sarei aspettato conforto e fiducia dalla da allenatore e dirigenti ed invece Semplici mi mise da parte. E poi, prima di Natale, mi infortunai al polpaccio […] Cominciò un calvario. Ero uno stiramento di pochi millimetri eppure non si sanava mai e i medici della Spal non riuscivano a risolvere il problema. La società fece passare un messaggio negativo, come se io non volessi allenarmi e fossi un lavativo, forse perché ero costato molto”.
CURE – “Sono sempre stato un professionista, non permetto a nessuno di infangare la mia carriera. E ho fatto a spese mie nove risonanze magnetiche in giro per l’Italia. Ero anche guarito, nella settimana che portava all’ultima partita ero pronto. Ma il martedì il magazziniere mi disse che non avevo il permesso di rientrare in gruppo […] Non mi hanno fatto più allenare con la prima squadra. E poi mi hanno negato il permesso di giocare la partita di addio di Pirlo”.
CAGLIARI – “Sono stato benissimo, ho grande rispetto per il popolo sardo […] Il contratto prevedeva un fisso più 50.000 euro netti a ogni gol. Pensai: ‘Il presidente è un folle oppure non crede in me’. Segnai tantissimo, ad aprile ero a quota 16 […] Contro il Pescara c’è un rigore per noi. I tifosi invocano il mio nome, ma Rastelli a sorpresa indica Joao Pedro […] Per me fu come una coltellata […] Ma pochi giorni dopo compresi tutto. Arrivò da me Capozucca (l’allora ds, ndr) in lacrime, Giulini gli aveva detto che non l’avrebbe confermato e poi mi fece vedere un messaggio del presidente: ‘Borriello deve uscire alla fine del primo tempo’. E lì capii la scelta del rigore: Giulini non voleva che segnassi più”.
FUTURO – “Mi sto tenendo in forma in attesa della chiamata giusta. Sono un leone ferito, non voglio smettere in questo modo. Ma sono in cerca di emozioni e di una bella avventura, magari anche in una squadra che gioca le coppe a fa turnover (c’è l’Inter che ha fatto un sondaggio per lui): a 36 anni non posso disputare tutte le partite, ma non sono vecchio e ho la forte motivazione di chiudere a testa alta per rispetto alla mia carriera”.
MILAN – “Non sarei mai andato via dal Milan. Sono innamorato del Milan: gli anni più belli, lo stadio più bello. Non sarebbe una brutta idea…”.




















