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Napoli, da Ancelotti a Sarri: due mondi diversi, dalla tattica alla comunicazione

Tra continuità e cambiamenti, il lavoro di Ancelotti nel ritiro di Dimaro

CALCIOMERCATO NAPOLI ANCELOTTI SARRI /  Dopo tre anni di “sarrismo”, in cui il Napoli ha sfiorato lo scudetto e portato a casa per la prima volta tre qualificazioni in Champions League consecutive, De Laurentiis ha cambiato profilo e filosofia con Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Una svolta in tutti gli aspetti: la tattica, la comunicazione e la gestione del gruppo.

TATTICA, TRA CONTINUITA’ E NOVITA’ – “Non smantellerò quanto fatto da Sarri, questa squadra ha già tante conoscenze definite, c’è bisogno solo di dare una regolata al motore”, così Ancelotti ha parlato in conferenza stampa e durante gli allenamenti e le amichevoli sta confermando i propositi espressi. Il Napoli non ha cambiato sistema di gioco, scende in campo con il 4-3-3 ma all’interno di quest’impostazione tattica Ancelotti sta gradualmente introducendo le sue idee di calcio, soprattutto sui movimenti. E’ un Napoli che si muove a fisarmonica, con il vertice basso (Hamsik o Diawara) che non ha l’ordine “sarriano” di scaricare subito il pallone con massimo due tocchi per creare la “ragnatela” di passaggi ma avere la capacità di leggere la situazione, cercando la verticalizzazione, il giro palla, l’ampiezza o la transizione offensiva palla al piede. Gli esterni alti vengono dentro al campo, soprattutto Insigne o Verdi che si pongono come punto di riferimento nello sviluppo del gioco con Callejon che invece valorizza l’attacco alla profondità.

I movimenti degli esterni offensivi favoriscono le sovrapposizioni dei terzini che si propongono sulle catene laterali, molto più di quanto facevano ai tempi di Sarri. Riguardo alla fase difensiva, la linea non è più il “dogma” di riferimento, resta come concetto base della retroguardia a quattro ma non sono più gli automatismi a dominare la scena ma la capacità dei difensori di leggere le situazioni.

Napoli, da Sarri ad Ancelotti: cambia la comunicazione

LA COMUNICAZIONE – L’aspetto della comunicazione è la differenza più evidente tra Ancelotti e Sarri. I profili sono completamente diversi, l’ex allenatore del Bayern Monaco ha un suo sito ufficiale e, viste le esperienze all’estero, è abbastanza svincolato dagli standard classici del calcio italiano. “A nessuno piace arrivare secondi, non siamo qui per pettinare le bambole, non ho bisogno di tempo”, Ancelotti è parso ambizioso sin dai primi giorni di ritiro a Dimaro e ha anche parlato di obiettivo scudetto sul suo sito ufficiale.

LA GESTIONE DEL GRUPPO – Nel libro “Il leader calmo” Ancelotti indica la gestione del gruppo come l’aspetto principale del suo lavoro da allenatore, una filosofia diventata maestra soprattutto nell’era vincente del Milan di Berlusconi. Il karaoke, l’accoglienza con grande umiltà a Koulibaly, le lunghe tavolate per evitare che si creino dei piccoli gruppi. Una filosofia che Ancelotti vuole portare avanti anche con una maggiore propensione al turn-over, un argomento che sta a cuore a De Laurentiis. Per chi ha coniugato le ragioni del campo alle intuizioni di Berlusconi, il patron del Napoli, che vuole valorizzare giocatori come Maksimovic, Rog, Diawara, non rappresenta un “ostacolo” complicato. 

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