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Decreto Dignità, dal Genoa alla Roma: club contro divieto pubblicità scommesse

Calciomercato.it ha raccolto la posizione delle società del massimo campionato sulla normativa che sarà portata in Consiglio dei Ministri

DECRETO DIGNITA' SCOMMESSE / Il mondo del calcio italiano contro il decreto Dignità ed in particolare contro la normativa, così com'è, che vieterebbe la pubblicità delle scommesse anche nelle manifestazioni sportive. Il decreto dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri la prossima settimana: quasi certa l'approvazione da parte del Cdm, mentre ci sono concrete possibilità che la normativa non riceva il via libera del Parlamento. Contro la parte del decreto relativa al divieto di spot su gioco d'azzardo e scommesse si muove il mondo del calcio italiano che riceverebbe un danno economico importante: le prime stime raccontano di una perdita di circa 200 milioni di euro, senza contare quel che potrebbe succedere sul versante diritti tv, visto che il giro di affari relativi alle pubblicità delle scommesse per i broadcaster nazionali si aggira intorno ai 70 milioni di euro. 

Se la Juventus vuole approfondire la questione prima di rendere nota la sua posizione, Napoli ed altre società attendono sviluppi. Esprime la sua contrarietà al decreto la Roma: il club capitolino ritiene questa misura non efficace come strumento di contrasto alla ludopatia, anche perché da questo punto di vista si è fatto molto con gli ultimi regolamenti approvati e le varie iniziative promosse. Inoltre, le piattaforme, spesso in collaborazione con le istituzioni calcistiche, hanno lavorato molto sulla sensibilizzazione dei calciatori. Un esempio arriva dal Milan che qualche mese fa ha promosso un'iniziativa contro il match fixing e contro le scommesse nel calcio, soprattutto quelle illecite, impegnado anche i propri calciatori in una campagna social sul tema. 

Netto il no anche da parte di Giorgio Perinetti, direttore generale del Genoa, che a Calciomercato.it spiega lo scetticismo del club rossoblù sulla normativa che vieta le pubblicità per le  scommesse: “Ci sono tante società impegnate con queste sponsorizzazioni, anche la Serie B qualche anno fa è stata sponsorizzata da queste aziende. Si opera comunque alla luce del sole. Bisognerebbe poi valutare effettivamente cosa sarà contenuto nel decreto: porre dei limiti può essere un discorso, vietarlo mi sembra esagerato perché ormai è prassi e ha portato dei vantaggi alla società. Porre un divieto di questo genere sarebbe un danno enorme, sarebbe togliere delle risorse importanti alle società. Lo vedo come un rimedio peggiore del male, se di male si tratta”. 

Una posizione condivisa anche da Fabrizio Corsi, presidente dell'Empoli, che ai nostri microfoni spiega come la lotta alla ludopatia non possa che passare per iniziative di tipo culturale: “Ci sono tante squadre che hanno questo tipo di sponsorizzazioni. Bisogna valutare la portata del danno che creerebbe. Ho sicuramente una riluttanza forte verso il gioco ma non è certo vietando le pubblicità che si risolve il problema. Servirebbero misure educative, un lavoro a livello culturale”. I club di Serie A sono quindi compatti nel criticare la proposta portata avanti dal ministro Di Maio e la Lega farà pressioni affinché questa parte del decreto venga modificata. 

Eleonora Trotta e Bruno De Santis (Ha collaborato Michael Cuomo)

 

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